Partiamo
dal presupposto che la vittoria della Germania per 7-1 rappresenta l’eccezione, e la classica giornata in cui riesce tutto ad
una squadra, mentre all’altra non riesce davvero nulla. Mettiamola così,
se la rigiocassero dieci volte non finirebbe così la gara: vincerebbe
magari otto volte su dieci la Germania ma questi risultati fanno parte di
situazioni particolari e concatenate. Detto ciò, i se non hanno motivo di esistere, i ma altrettanto,
e conta semplicemente la gara giocata, che ha visto una straordinaria
Germania, imporsi su uno spaesato Brasile per ben 7 reti a 1, segnandone
5 nei primi 28 minuti di gioco.
La Nazionale di Scolari è stata tramortita accusando il colpo già nei
primi cinque minuti: troppo sentita la gara, troppo nervosi,
troppo poco sicuri di se, e troppo poco organizzata una squadra che ha
“convinto” solo per un tempo contro la Colombia.
Il Brasile paga la presunzione di sentirsi Brasile (per questo, più
bravi) quindi di avere nel destino, infusa, la finale in casa, perché….
Appunto, loro sono il Brasile.
I pentacampioni però hanno preso una lezione di umiltà
e di calcio giocato sul possesso finalizzato tedesco, che finalmente ha deciso di abbandonare quello sterile, e di puntare dritto in porta ogni qual volta nasca l’occasione giusta. Descrivere la Germania ora è facilissimo, e si può fare l’errore di esaltare tutto e tutti in maniera gonfiata. Ci sono state conferme quale quella di Klose entrato, con 16 gol al Mondiale, nella storia del calcio, o quella di Muller, che era da noi stato descritto come il calciatore più forte del Bayern Monaco (Clicca qui per rileggere l'articolo ) e come fuoriclasse assoluto, descrivendone movimenti che, ora, sono sotto gli occhi di tutti.
e di calcio giocato sul possesso finalizzato tedesco, che finalmente ha deciso di abbandonare quello sterile, e di puntare dritto in porta ogni qual volta nasca l’occasione giusta. Descrivere la Germania ora è facilissimo, e si può fare l’errore di esaltare tutto e tutti in maniera gonfiata. Ci sono state conferme quale quella di Klose entrato, con 16 gol al Mondiale, nella storia del calcio, o quella di Muller, che era da noi stato descritto come il calciatore più forte del Bayern Monaco (Clicca qui per rileggere l'articolo ) e come fuoriclasse assoluto, descrivendone movimenti che, ora, sono sotto gli occhi di tutti.
Chi non brilla invece è Ozil. Il “turco” è sicuramente per mezzi tecnici
tra i dieci più forti del mondo, ma i mezzi non bastano, se ogni qual
volta si alza l’asticella della difficoltà, il numero 8 tende a sparire.
Consigliamo ad Ozil di imparare da Sneijder, uno che ai grandi
appuntamenti non manca mai.
Il Brasile dal canto suo paga la presunzione infusa dal mister Scolari
reo d’aver preteso ieri, di giocare sullo stesso piano della Germania.
Con l’assenza di Neymar e di Silva, anziché inserire Bernard, confuso e
spaesato, avrebbe dovuto valutare l’ipotesi di un terzo centrocampista
(Hernanes o Ramires, in modo da tenere corta la linea
difesa-centrocampo, larga ieri di 6 metri circa oltre il consentito, e
giocare un calcio più umile e “provinciale”. Gli esterni non hanno mai
abbassato la posizione in fase di non possesso, (parliamo dei primi
dieci minuti, emblematici sul piano del risultato finale, segno chiaro
di una debacle) avendo tutti, mister compreso, la presunzione di
potersela giocare sul piano del palleggio contro una squadra nettamentepiù in palla . La Germania tecnicamente è superiore a questo
Brasile che ha sì fantasia ma, appunto, va distinta dalla tecnica che è
la capacità di compiere una giocata qualitativamente elevata ai fini
dell’azione o per agevolare la giocata di squadra. Poi, vero, è facile
prendersela con Fred, abulico sì, ma anche poco servito: l’ariete ha
bisogno di palloni giocabili, e non ci si aspetta da una punta, che in
quanto tale va servita nella fase finale di gioco, la giocata a 30 metri
dalla porta.
Il Brasile ha meritato di uscire, e la prestazione della Germania è una
lezione di calcio che ha riportato i Brasiliani sulla terra, abbattendo i
castelli di sabbia che si erano costruiti. Onore alla Germania, non al
Brasile: non si gioca con presunzione una semifinale di un mondiale.
Ernesto D'Ambrosio
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