Le lacrime di James Rodriguez, al triplice fischio, hanno commosso tutti gli amanti dello sport. Un dìes autore di un grandissimo mondiale si è arreso solo al Brasile favoritissimo per definizione, e David Luiz, ha pensato bene di tributargli il giusto elogio, indicandolo in mezzo al campo quale vincitore “morale” della competizione. Un Brasile cinico, abile nello sfruttare una disattenzione ed un errore di impostazione del portiere Ospina, una Colombia forse troppo impacciata sul piano del gioco per larghi tratti del primo tempo, capace però di invertire il trend nella seconda parte della gara, sfruttando molto di più gli inserimenti esterni, grazie al ritmo, al respiro calcistico dettato dal dies James, capace di trascinare a soli 23 anni una nazionale comunque capace di mettere in apprensione a più riprese il Brasile, andando anche in gol su rigore per un fallo di Julio Cesar su Bacca (che passaggio di Rodriguez!) e cercando strenuamente il pareggio come una squadra ormai solida mentalmente e tatticamente.
La squadra di Pekerman ha indubbiamente messo paura al Brasile, capace solo di tenere ritmo nella prima frazione, spinta anche da una consapevolezza mentale nettamente cresciuta rispetto alle prime gare di questa competizione. Se il Brasile abbassa il ritmo però non riesce a verticalizzare né a gestire con qualità la sfera nei trenta metri di campo avversario (come ad esempio fa la Germania anche se difetta sulla conclusione). La Colombia ha certamente il rammarico di aver gestito male la parte difensiva della gara (Cuadrado deve imparare a scalare meglio sulle diagonali difensive), ed i segnali si sono palesati dalle posizioni troppo alte, da esterni e non da terzini, di Armero e Zuniga, che in questo modo hanno dato spazio a Hulk e Oscar di attaccare la profondità, agevolando quindi anche il lavoro spalle alla porta di Fred. Nonostante ciò la squadra ha ricaricato le pile per il secondo tempo, tenendo meglio il campo, con Ramos al posto di Ibarbo, cambio utile a dare libertà di manovra a Rodriguez che nel secondo tempo ha rappresentato l’anima cafetera della squada.
La Colombia è stata sì battuta, ma a loro va l’onore delle armi, a loro va il premio come squadra calcisticamente più convincente del mondiale, capace di esprimere una grande qualità di calcio giocato partendo da concetti base, quale i tagli in profondità, gli uno contro uno sugli esterni, e la convergenza di un gioco a cercare il 10 classico che negli ultimi metri di campo, con 5 reti in 4 partite è risultato essere decisivo, nonostante l’assenza di un calciatore come Falcao. E’ vero, magari le scelte di Sanchez troppo alto nelle diagonali nella fase di non possesso, e l’utilizzo di Guarin nel centrocampo a 4, per altro basso, sono state scelte discutibili, ma che non intaccano il giudizio positivo su questa nazionale e su un giocatore quale James Rodriguez, a cui va dato il merito di essere ormai un dieci classico di livello mondiale, tra i primi della classe certamente. Merito va anche all’agente Federico Spada, conoscitore di calcio colombiano e amante in tempi non sospetti di questo gioiellino cafetero. Il bello del mondiale passa anche da qui, dai piedi di grandi 10, capaci di incantare anche gli avversari che non possono far altro che omaggiarli nonostante la sconfitta. Unica nota stonata della gara, è l’infortunio di Neymar a cui va un grandissimo in bocca al lupo e gli auguri per una rapida guarigione.
Ernesto D'Ambrosio
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