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giovedì 24 gennaio 2013

L'angolo della tattica. Come giocherà il Bayern Monaco di Guardiola?


Senza ombra di dubbio la squadra del momento è il Bayern Monaco, ed è facile ricondurre il motivo al botto d'inizio anno, ossia l'ingaggio dell'allenatore più appetito dai club d'Europa, Pep Guardiola. Con il ritiro a fine anno del tecnico ancora in panchina Jupp Heynckes, l'ex allenatore del Barcellona siederà sulla panchina di una delle squadre più forti di sempre, lasciando l'amaro in bocca a tutti i club che hanno provato per tutto questo tempo a metterlo sotto contratto. 

Indubbiamente è riduttivo ricondurre il Bayern ad una singola notizia, minimizzando i lavoro di Heynckes e della società che da anni funziona attraverso sani principi, quali lo sviluppo del settore giovanile e di una filosofia di gioco segnata da certi precisi canoni calcistici che da molto tempo caratterizzano il gioco della squadra bavarese. La storia del club è costellata da immensi fuoriclasse, da vittorie importanti e da squadre che hanno lasciato insegnamenti al calcio mondiale. Il Bayern è sempre una squadra presente, nel vivo delle competizioni; a volte gli obiettivi sfuggono di un soffio, altre volte vengono raggiunti con tenacia, ma di certo ci si trova sempre di fronte una squadra bella da vedere e che ama giocare a calcio.

Noi però vogliamo soffermarci sulla tattica, presente..... e futura di questo Bayern, spiegando come si muove in campo la squadra di Heynckes e come si muoverà con l'avvento futuro di Guardiola, provando appunto a capire cosa porterà di nuovo l'allenatore catalano, se riuscirà a fondere due filosofie di gioco. Insomma, non vogliamo ergerci a maestri e gota del calcio dando per certo quello che accadrà, ma vogliamo provare ad immaginare come possono fondersi due diverse filosofie di gioco, due idee tattiche differenti, perchè in fondo a noi questo interessa: la tattica.

Per provare a capire come possono fondersi due stili di gioco, dobbiamo prima spiegarli, partendo dal presente: Jupp Heynckes, allenatore di vecchia data, ha sostanzialmente seguito i binari del vecchio allenatore Van Gaal, cercando di inserire qualcosa di nuovo certamente, ma senza storpiare un gioco ormai solido, memorizzato ed efficace.

Partendo dal modulo, il 4-2-3-1, notiamo subito come la squadra abbia conservato gli schemi che ormai sono parte integrante di un gioco, di una filosofia. Il blocco difensivo, parte dal portiere Manuel Neuer, giovanissimo ma già sicuro tra i pali e capace di giocare insieme ai difensori in fase d'impostazione. La sua confidenza con la palla permette di tenere ben larga la difesa, che vede titolari Dante e Boateng. Questi due centrali hanno il compito di giocare la sfera con rapidità sugli esterni, permettendo così alla squadra di portarsi alta e schiacciare gli avversari. Il gioco sulle fasce risulta quindi fondamentale, ed in questo senso, Alaba, ma soprattutto il cap. Lahm devono stazionare più alti posti lateralmente così da ricevere palla e cercare subito un fraseggio veloce con i compagni, o per vie centrali, o sugli esterni, provando così la sovrapposizione immediata. In fase di transizione, in genere è Lahm a spingere di più, tentando quindi di avere una ricezione libera così da poter crossare di prima intenzione al centro per la punta. Il centrocampo (almeno attualmente, Robben permettendo) è formato dal sempre presente Schweinsteiger ed il neo acquisto Javi Martinez ( a volte impiegato centrale di difesa) con Kroos che viene ora impiegato, grazie alla sua qualità, come trequartista.

I movimenti in fase d'impostazione ruotano attorno a Martinez, che si abbassa e lateralmente riceve la palla, per cercare la profondità degli esterni, o un dialogo con Schweinsteiger. Fa sempre buona guardia alla difesa e detta i ritmi di gioco, lasciando il compagno di reparto libero di giocare tra gli spazi, avendo così possibilità di inserirsi, sfruttare il proprio tiro, la propria forza fisica, e la sua disponibilità al sacrificio. Infatti il Bayern è una squadra che sa attaccare e sa anche recuperare palla in breve tempo: se perde un possesso, Schweinsteiger sale alto così da creare una "diga" con il compagno in modo da pressare il portatore e chiudergli linee di passaggio. La fase offensiva è molto corale, e va a rifinirsi con i quattro davanti. La punta, che sia Madzukic o Gomez, gioca molto tra le linee, posizionandosi spesso spalle alla porta in modo da attrarre due centrali e permettere che si allarghi il campo in favore degli esterni o giocare di sponda per sfruttare tiri da fuori. Giocare tra le linee vuol dire anche andare in profondità e sfruttare ogni singola palla che gli viene servita, sfruttando i buchi che gli esterni generalmente grazie al dribbling, creano in suo favore. I tre dietro la punta giocano un 4-2-3-1 molto atipico, infatti il trequartista sostanzialmente non esiste, ma funge più da seconda punta che parte da lontano e ruota attorno l'attaccante. In genere Muller è un maestro in questo ed infatti ha già totalizzato ben 10 gol, nonostante sia un calciatore a tutto campo. Gli esterni, Ribery, e quando non è infortunato, Robben, hanno la caratteristica di giocare sulla fascia opposta al loro piede, sfruttando quindi il tiro: infatti si accentrano molto e sfruttano la loro bravura nel dribbling, avendo quindi la possibilità di tirare, servire l'esterno, e dettare l'ultimo passaggio per la punta. Tutto il gioco del Bayern però deve svolgersi con velocità. La filosofia di gioco consiste nell'attaccare nel minor tempo possibile gli spazi, nel recuperare con velocità la palla e nel trovare con altrettanta velocità la linea di passaggio giusta; questo presuppone un'idea di gioco chiara e già assimilata dai calciatori che devono sapere cosa fare.

Tutto questo come si lega al calcio di Guardiola? Sappiamo che il calcio di Guardiola consiste in un possesso quasi maniacale della palla, che porta a schiacciare la squadra avversaria nella propria area, per poi giocare palla tra le linee con rapidità di tocco, senza mai alzare il pallone dall'erba. Una cosa è chiara, il gioco del Barcellona non si esporta, anche perchè di Messi ce n'è uno, così come ci sono solo Xavi ed Iniesta in quel ruolo, ma possiamo capire dove possono funzionare dati meccanismi.

L'uscita della palla: Guardiola ha una particolare uscita della palla, ovvero chiede al centrale di abbassarsi, per schierarsi sulla linea dei difensori, creando una linea a tre e permettendo ai terzini di salire (il compito in pratica di Busquets): questo può trovar vita a Baviera, sfruttando Martinez che andrebbe così a giocare la palla o sul terzino o sul centrale di centrocampo che si troverebbe quindi più libero e avrebbe la possibilità di giocare la palla lunga tramite diagonale sugli esterni. Difficile trovare la stessa regia di gioco, ossia uno Xavi che risistemi il gioco con velocità, o un Iniesta che, più alto, si posizioni tra le linee di centrocampo per ricevere palla e giocarla con qualità. Il Barcellona è una squadra che fa del palleggio la sua arma, il Bayern nonostante la qualità dei propri giocatori, è una squadra pronta ad andare senza palla, e non a giocarla con continui passaggi orizzontali. Il pressing indubbiamente può essere riproposto. Guardiola ama attaccare le squadre avversarie fin dalla difesa così da non permettergli di ragionare; questo richiede uno sforzo fisico enorme, e una concentrazione non indifferente, ma a livello atletico il Bayern è una squadra preparata ed in grado attraverso gli esterni di creare quel pressing fin dai primi 20 metri. Certo, tutto sta nel saper "chiedere" ai calciatori un dato sacrificio, ma non nutriamo dubbi sulla capacità di comunicazione di Guardiola. Gli esterni possono anche cambiare comunque, infatti il mister non è nuovo a scelte "forti" e potrebbe anche mettere alla porta Robben e Ribery per avere dal mercato calciatori a lui più congeniali; il calcio del catalano ha bisogno di esterni che allarghino il gioco permettendo l'ingresso dei terzini con velocità di passaggio fin dall'uscita della palla, dando così spazi importanti anche al trequartista,l'opposto del gioco di Robben e Ribery diciamo,che entrano anche poco in area e preferiscono andare al tiro da fuori. Altro dubbio sorge sulla scelta della punta: Abbiamo visto come Guardiola poco gradisca una punta di peso (Eto'o ed Ibra sono stati ceduti senza troppi problemi) ma preferisce quel "falso nueve" in grado di giocare lontano dalla porta e attaccarla attraverso il famoso "tiki-taka" lontano dalla porta. Diciamo che ne possesso Guardiola ha bisogno di "10 centrocampisti" che sappiano già dove dare la palla, stazionando nella metà campo avversaria, ed anche la punta non deve esimersi dal giocare la palla da lontano. L'idea potrebbe essere Muller come appunto "falso nueve" in quanto è l'unico in squadra che ha le caratteristiche della punta di movimento, capace di segnare tanti gol, magari con il supporto di un esterno rapido che gli crei anche spazi di manovra. Certo, nonostante gli innesti di mercato che indubbiamente ci saranno, il resta il dubbio del regista, e del trequartista alla Guardiola, ossia quei calciatori a tutto campo in grado di difendere, attaccare le linee giocare un fraseggio che viene interamente coordinato da loro due. La soluzione tattica magari può essere il fraseggio "finalizzato", perdendo diciamo il "monopolio" del possesso palla, ma riuscendo a sfruttare anche le caratteristiche di una squadra abile negli spazi, e quindi cercando di tenere l'uscita della palla in stile catalano, e avere un gioco che viva di due tocchi, ma più veloci, più diretti in porta, capaci di conquistare quei venti metri in due secondi servendo quindi gli esterni non più fermi sulle fasce ma pronti ad attaccare con triangolazioni. Siamo ottimisti sul fatto che l'idea di palleggio spagnolo possa fondersi con la filosofia di gioco tedesca, e sarebbe uno spettacolo per gli amanti del calcio, vedere una squadra che gioca un calcio magari "diverso". Il 4-3-3 di Guardiola può essere applicato al Bayern, ma non deve andare a stravolgere la mentalità di gioco di una squadra già comunque pronta a vincere, ma anzi deve andare ad integrarsi con un gioco che fa parte della storia e degli studi del mister spagnolo. 

Il lavoro ovviamente sarà duro ed intenso fin dal primo giorno che Guardiola entrerà nello spogliatoio, e indubbiamente la società farà di tutto per aiutare il tecnico, tramite calciatori congeniali, ad "imporre" la propria filosofia di gioco. Non ci resta che aspettare, fino al prossimo anno per capire come si svolgerà il lavoro di Guardiola, ed intanto fare attenzione a questo Bayern Monaco, già forte così.

Ernesto D'Ambrosio

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