Gli esteti del gioco non possono fare a meno di amarlo. Il calcio olandese è da ormai anni immemori l’essenza del bello del calcio, indipendentemente dalla capacità di centrare poi l’obbiettivo. Se consideriamo il calcio come mero conto di trionfi, verrebbero a mancare le lodi a grandi del calcio (Best ad esempio con la Nazionale, Maradona che di fatto, ha vinto “poco” in relazione al suo infinito talento). C’è tanto oltre la singola vittoria, ed apprezzare la filosofia del gioco olandese nel corso degli anni evoluta ma mai nel nucleo mutata, è anch’essi un motivo di riconoscimento che la storia conferisce agli Oranje.
La vittoria dal gusto di vendetta (mica tanto vendetta comunque) ai danni della Spagna per 5-1 ha portato la nazionale allenata da Van Gaal ad avere la giusta considerazione per la vittoria finale. Veniva etichettata come nazionale di seconda fascia, incognita ecc. ed è “bastata” una prestazione per cambiare le carte in tavola. Andiamo con ordine però. Il maestro Van Gaal ha in un biennio costruito un gioco moderno olandese basato su punti cardine, su movimenti con e senza palla, atti a sfruttare tutta la qualità ma soprattutto la capacità di scelta dei singoli giocatori che, fin dalle giovanili sono abituati ad amministrare con la massima tecnica possibile, la sfera. A questo il tecnico olandese ha aggiunto verticalizzazioni repentine, e tagli tra le linee di difesa con alla base un’estetica a tinte oranje nelle esecuzioni.
Dai preamboli si passa quindi ai fatti. Rispolveriamo la nostra cara “lavagna” e cerchiamo di capire perché l’Olanda gioca così bene e perché può essere una Nazionale pericolosa per tutti.
In primis, l’Olanda è la nazionale più duttile in questi mondiali. In due anni ha basato il suo gioco su due moduli ben precisi che permettono di far esprimere i propri giocatori in maniera ineccepibile. Questo accade però, all’interno della gara stessa. In corso d’opera, o nelle singole situazioni di gioco l’Olanda riesce a passare da un 3-5-2 ad un 4-3-3 a seconda delle situazioni d’attacco e di difesa che si trova a dover affrontare.
Fondamentale è l’uscita della palla della compagine Oranje. La capacità di gestione dei centrali “esterni” permette l’uscita sulle fasce con Sneijder pronto a ricevere palla, con la libertà di svariare, sapendo che alle sue spalle si propongono i due mediani (che siano De Jong, De Guzman o che può essere anche Clasie) pronti a ricevere e far girare la sfera dall’altra zona di campo, oppure ricevono per permettere allo stesso Sneijder di smarcarsi e riproporsi per la ricezione mediante triangolo. Avere Sneijder nel suo ruolo di trequartista puro, permette alla squadra di alzarsi, ma anche alle punte di poter fare movimenti a tagliare in velocità, poiché possono sempre ricevere una diagonale, un lancio lungo tra le linee di difesa così da concludere l’azione. Il diktat di Van Gaal è simile a quello di Popovich dei San Antonio Spurs (gli amanti del basket capiranno): La palla non deve mai arrestarsi, e deve andare quanto più avanti possibile, senza mai concedere alla squadra avversaria una perfetta allineazione dei difensori. Giocare con questo sistema permette anche a Robben di attaccare gli spazi lasciati dalla profondità che Van Persie da alla squadra, ed a loro volta, gli esterni, abilissimi con i piedi, riescono a servire e chiudere le possibili sovrapposizioni dell’esterno numero 11 oppure servire direttamente Van Persie che come detto, sa attaccare gli spazi in mezzo ai due centrali avversari.
Avere la possibilità di giocare a tre, permette al centrale di riferimento (Vlaar contro la Spagna), di attaccare la punta in uscita, tenerla spalle alla porta, e nel frattempo la linea di difesa Oranje riesce praticamente a passare a 4, stringendosi, e dando comunque la sensazione di restringimento degli spazi all’attacco avversario.
Avere un centrocampo a tre che tenga spalle alla porta l’avversario permette una diga in fase di non possesso, ed un allargamento del giro palla in fase di possesso o di recupero. La palla dalla zona di difesa Olandese che venga recuperata a centrocampo o parte dalla difesa, è un giro di tre giocatori, pronti a servire gli esterni o cercare il “cervello” di Sneijder pronto ad elaborare idee di gioco.
Quando comunque la palla è sulla trequarti, fondamentale per l’Olanda è attaccare la porta, ed infatti, spesso anche gli esterni incrociano in maniera tale da poter andare alla conclusione o di aprire uno spazio dato dall’uno contro uno. La palla però, non deve mai fermarsi, deve sempre girare, e deve sempre essere dalla propria parte.
In un solo caso, Van Gaal gradisce dare possesso agli avversari, quando questi si aprono per vie centrali. In questo caso, anche Sneijder si abbassa così da avere un “lanciatore” immediatamente dopo il recupero della sfera.
Dove può arrivare questa Olanda? Difficile dirlo con esattezza. Certo è che anche le 4 favorite di partenza, dovranno tenere gli occhi aperti perché magari ai “punti” le altre potranno possedere più talento, ma l’Olanda è una squadra che raramente rinuncia a giocare, ed per gli amanti del calcio, vedere maglie Oranje costruire gioco tecnico e veloce, è una gioia per gli occhi.
Ernesto D'Ambrosio
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