Buona la prima… O almeno il risultato. L’1-2 di Inghilterra Italia in scena a Manaus porta gli azzurri a quota tre punti, dando così la possibilità agli azzurri di poter chiudere la pratica girone, tra sei giorni contro il Costa Rica, che a sorpresa, ha battuto l’Uruguay con un netto 3-1.
Le reti di Marchisio e Balotelli però, non devono coincidere con il gesto finale di Mario (1-2, zitti tutti); Ancora non è stato fatto nulla, ancora abbiamo tanto da migliorare.
La scelta del 4-1-4-1 del ct Prandelli trova ragion d’essere in linea generale. La squadra è compatta, si allinea bene, ed il perno di centrocampo, De Rossi, riesce a garantire un’uscita della palla in linea a tre (si frappone tra i due centrali di difesa), garantendo ampiezza, e possibilità di lasciare Pirlo libero di interagire quantomeno laterale alla porta avversaria, dando così continui triangoli di gioco che con la qualità, riescono ad essere efficaci anche in contesti difficili.
Della vittoria di ieri però, bisogna analizzare soprattutto le cose che non vanno: Il primo punto è la difesa. Ieri Sterling ci ha fatto letteralmente ammattire, imbeccando sempre Chiellini fuori ruolo. Il centrale Juventino non gioca più sulla fascia da tempo immemore, ormai è un centrale e lo si è visto e nella fase offensiva (mai una sovrapposizione) e in fase difensiva (ha sbagliato ogni tipo di diagonale, costringendo Marchisio a spegnersi per via del troppo impiego di energie nel dover fare il terzino). Chiellini è un centrale abile nelle marcature, e lì deve stare, al posto di un Paletta che ieri ha dimostrato di non essere all’altezza delle grandi sfide. Un buon giocatore da Parma si, ma non adatto a match dove anche un errore costa caro. Nell’azione del gol, Chiellini sbaglia la diagonale si, ma c’è solo Sturridge a seguire l’azione di Rooney ed in area, parafrasando il grande Walter Samuel, non esiste zona, si marca a uomo. Punto.
Altro aspetto da valutare è l’impiego Marchisio-Verratti. Uno esclude l’altro in questo contesto di gioco: Mi spiego. Verratti, per tipologia di movimenti non garantisce spazi a De Rossi e Pirlo, poiché svolge gli stessi movimenti del numero 21 italiano. Quando ci sono due movimenti simili, gli avversari tendono a stringere evitando così possibili incursioni e ripartenze che, si limitano sono sugli esterni. Bene Thiago Motta quindi, ma ancor meglio magari Marchisio accanto a Pirlo e De Rossi metodista, così da avere una mezzala abile nel liberare gioco e dare ritmo al pressing in fase di difesa. Spostando Marchisio al centro si potrebbe sfruttare o Cassano (accettando un uomo in meno in fase di non possesso si, ma avendo così molta più imprevedibilità negli ultimi trenta metri) alle spalle di Balotelli, con magari Candreva in posizione larga, oppure basando il proprio gioco sulle fasce, scegliendo Cerci-Candreva, in modo da avere possibili sovrapposizioni ma soprattutto maggiori 1contro 1 da sfruttare. Ieri all’Italia sono mancate le sovrapposizioni in fase di transizioni, ed infatti, le ripartenze, sono state minime. Il solo Darmian ha dato superiorità, in raccordo a Candreva che comunque riusciva a portare sempre via il centrocampista avversario pronto a scalare. Inoltre, il solo Balotelli in attacco non basta. Tolto lui, bravissimo spalle alla porta, l’Italia si è schiacciata di 25 metri, ha lasciato campo agli Inglesi, per via del fatto che Immobile, per quanto apprezzabile possa essere, non ha la capacità di difendere palla spalle alla porta, prendersi buoni falli e far salire il baricentro della squadra tutta.
Paghiamo ergo, la mancanza di un ariete, e si, anche di un terzino sinistro puro che eviti di stringere, in fase di possesso, il campo di 5 metri, utili comunque a garantire inserimenti spalle ai difensori.
Nonostante ciò comunque, bisogna lodare la qualità del centrocampo italiano, abile nel dettare ritmi e tenere testa in ogni contesto di gioco. L’Italia palleggia bene, riesce a trovare ottime trame per le sovrapposizioni, e questo grazie appunto ad una qualità eccelsa nei piedi dei vari De Rossi, Pirlo, Motta.
Bisogna lavorare su questi “difetti”, specie in difesa, che dovrà essere la vera forza di questa squadra, il resto è nei piedi del nostro centrocampo, vero punto di forza tattico di una Nazionale, che visti i risultati attorno, può dire la sua.
Le reti di Marchisio e Balotelli però, non devono coincidere con il gesto finale di Mario (1-2, zitti tutti); Ancora non è stato fatto nulla, ancora abbiamo tanto da migliorare.
La scelta del 4-1-4-1 del ct Prandelli trova ragion d’essere in linea generale. La squadra è compatta, si allinea bene, ed il perno di centrocampo, De Rossi, riesce a garantire un’uscita della palla in linea a tre (si frappone tra i due centrali di difesa), garantendo ampiezza, e possibilità di lasciare Pirlo libero di interagire quantomeno laterale alla porta avversaria, dando così continui triangoli di gioco che con la qualità, riescono ad essere efficaci anche in contesti difficili.
Della vittoria di ieri però, bisogna analizzare soprattutto le cose che non vanno: Il primo punto è la difesa. Ieri Sterling ci ha fatto letteralmente ammattire, imbeccando sempre Chiellini fuori ruolo. Il centrale Juventino non gioca più sulla fascia da tempo immemore, ormai è un centrale e lo si è visto e nella fase offensiva (mai una sovrapposizione) e in fase difensiva (ha sbagliato ogni tipo di diagonale, costringendo Marchisio a spegnersi per via del troppo impiego di energie nel dover fare il terzino). Chiellini è un centrale abile nelle marcature, e lì deve stare, al posto di un Paletta che ieri ha dimostrato di non essere all’altezza delle grandi sfide. Un buon giocatore da Parma si, ma non adatto a match dove anche un errore costa caro. Nell’azione del gol, Chiellini sbaglia la diagonale si, ma c’è solo Sturridge a seguire l’azione di Rooney ed in area, parafrasando il grande Walter Samuel, non esiste zona, si marca a uomo. Punto.
Altro aspetto da valutare è l’impiego Marchisio-Verratti. Uno esclude l’altro in questo contesto di gioco: Mi spiego. Verratti, per tipologia di movimenti non garantisce spazi a De Rossi e Pirlo, poiché svolge gli stessi movimenti del numero 21 italiano. Quando ci sono due movimenti simili, gli avversari tendono a stringere evitando così possibili incursioni e ripartenze che, si limitano sono sugli esterni. Bene Thiago Motta quindi, ma ancor meglio magari Marchisio accanto a Pirlo e De Rossi metodista, così da avere una mezzala abile nel liberare gioco e dare ritmo al pressing in fase di difesa. Spostando Marchisio al centro si potrebbe sfruttare o Cassano (accettando un uomo in meno in fase di non possesso si, ma avendo così molta più imprevedibilità negli ultimi trenta metri) alle spalle di Balotelli, con magari Candreva in posizione larga, oppure basando il proprio gioco sulle fasce, scegliendo Cerci-Candreva, in modo da avere possibili sovrapposizioni ma soprattutto maggiori 1contro 1 da sfruttare. Ieri all’Italia sono mancate le sovrapposizioni in fase di transizioni, ed infatti, le ripartenze, sono state minime. Il solo Darmian ha dato superiorità, in raccordo a Candreva che comunque riusciva a portare sempre via il centrocampista avversario pronto a scalare. Inoltre, il solo Balotelli in attacco non basta. Tolto lui, bravissimo spalle alla porta, l’Italia si è schiacciata di 25 metri, ha lasciato campo agli Inglesi, per via del fatto che Immobile, per quanto apprezzabile possa essere, non ha la capacità di difendere palla spalle alla porta, prendersi buoni falli e far salire il baricentro della squadra tutta.
Paghiamo ergo, la mancanza di un ariete, e si, anche di un terzino sinistro puro che eviti di stringere, in fase di possesso, il campo di 5 metri, utili comunque a garantire inserimenti spalle ai difensori.
Nonostante ciò comunque, bisogna lodare la qualità del centrocampo italiano, abile nel dettare ritmi e tenere testa in ogni contesto di gioco. L’Italia palleggia bene, riesce a trovare ottime trame per le sovrapposizioni, e questo grazie appunto ad una qualità eccelsa nei piedi dei vari De Rossi, Pirlo, Motta.
Bisogna lavorare su questi “difetti”, specie in difesa, che dovrà essere la vera forza di questa squadra, il resto è nei piedi del nostro centrocampo, vero punto di forza tattico di una Nazionale, che visti i risultati attorno, può dire la sua.
Ernesto D'Ambrosio
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