San Antonio (Texas), At e T Center, sono le 5:30 passate (ora Italiana), quello che accade è storia. I San Antonio Spurs firmano il 4-1 nella serie demolendo i Miami Heat di Lebron, Wade e Bosh, vendicando ampiamente il dramma sportivo dello scorso anno e dimostrando al mondo una superiorità schiacciante sugli avversari. Campioni della Western Conference ma soprattutto Campioni Nba per la quinta volta dal 1999. Vero è che ci aspettavamo qualcosa in più da Miami ma questi Spurs sono ingiocabili e non c’è tempo per fare questi discorsi. Bisogna celebrare i 5 titoli, impresa enorme considerando che in tutti questi anni si sono susseguiti avversari eccezionali e che anche loro hanno fatto la storia. Tim Duncan si riempie una mano, niente male per uno che nella sua carriera ha avuto l’onore e il privilegio (ricambiato certamente) di affrontare epoche favorevoli e sfavorevoli vedi epopea Lakers di Kobe e Shaq e tante altre squadre competitive che ovviamente trovi nell’arco di 15 anni. Gli Spurs sono al momento la massima espressione del Basket a livello mondiale, il gioco più bello che si possa vedere, sempre alla ricerca del tiro migliore con un giro palla esaltante, spaziature sempre perfette, un grande allenatore, grandi giocatori e una professionalità esasperante che permette tutto questo.
Un’orchestra diretta da un ex agente della CIA, tale Gregg Popovich, una mente del Basket e un finissimo psicologo che tantissimo pretende dai suoi giocatori ma tantissimo da. Parliamo di Ginobili: un passatore magnifico, un modo di interpretare il basket a modo suo (per esempio mette triple che a volte sembrano senza senso ma poi le tramuta spesso ed il senso lo prendono subito), un abilità di passaggio fuori dal comune e capacità di far scomparire il pallone. Stanotte la schiacciata in faccia a Bosh è qualcosa di sublime.
Il titolo di Mvp viene vinto da Kawhi Leonard, un ragazzo di 22 anni con una storia difficile alle spalle ed una personalità veramente accentuata che lo ha portato già l’anno scorso a giocarsi le Finals e incidere con le sue prestazioni, quest’anno invece è stato veramente decisivo a tutto campo, in difesa e in attacco ed ha meritato pienamente il titolo di Mvp. Media serie: 17.8 punti, 6.4 rimbalzi, 2.0 assist, 1.6 rubate e 1.2 stoppate ma radicalizzando il discorso nelle partite decisive (gara 3 e gara 4) è risultato Stradecisivo annullando totalmente le prove opache di gara 1 e gara 2 e dominando in attacco e in difesa, mettendo triple da ogni dove, schiacciando a rimbalzo, difendendo alla grande su tutti, sopra i 20 punti (29 in gara 3) nelle ultime 3 partite della serie con i 20 di gara 4 conditi da 14 rimbalzi, 3 assist, 3 rubate e 3 stoppate oltre a quella perla di schiacciata che fa saltare i tifosi sul divano. Mvp ultrameritato!
Adesso è il turno di Boris Diaw, un uomo che di certo non fa dello sforzo e del sacrificio il suo punto di forza. Talento enorme, ha delle mani da artista ed una comprensione del gioco elevatissima tanto è vero che risulta decisivo nell’economia degli Spurs e l’anno scorso che, per ovvi motivi, ha potuto giocare meno si è pagata la sua minor presenza. Uno di quei giocatori che quando fa andar via la palla lo fa con una raffinatezza che è un piacere per gli occhi. I Francesi degli Spurs sono 2 e oltre a Boris c’è Tony Parker, di certo non meno importante del suo connazionale. Nonostante i continui problemi fisici quando dirige lui il gioco è una garanzia e si creano situazioni davvero belle, peccato veramente che non è mai al massimo ma è un mago.
Si riscatta anche Danny Green, scomparso l’anno scorso dopo gara 5 e autore di un paio di errori decisivi nel finale di gara 6, quest’anno ha messo bombe con regolarità e si è dimostrato un giocatore importantissimo negli schemi dei Texani. Ci sono anche i vari Mills (stasera indemoniato ma comunque già nell’ultimo periodo aveva fatto vedere delle buone cose), Splitter e Bonner che anche se impiegati meno fanno gruppo e a questi livelli è importante.
Ne sono rimasti due. C’è Tim Duncan, giocatore di una intelligenza fuori dal comune, la sua laurea in psicologia lo aiuta sicuramente perché è veramente di una perfezione disarmante. Batte ogni record: primo per minuti giocati nei playoff, primo in doppie doppie realizzate nella storia dei playoff e infine lui, Parker e Ginobili sono il trio che ha vinto più partite di play off. Ala grande/centro, è la pedina più importante del gioco di Pop, fortissimo in difesa con la sua estrema capacità nel leggere le situazioni, fortissimo in attacco in post basso, sotto il canestro, a rimbalzo…un po’ ovunque. È l’unico che ha vinto tutti e 5 i titoli perché c’era anche nel 1999 quando insieme a Robinson il giovanissimo Timmy decise che gli Spurs dovevano vincere l’anello e così fu. Due volte Mvp in Regular Season, tre volte nelle Finals, è l’ala grande, a mio giudizio, più forte della storia. Esempio di umiltà e correttezza è il giocatore che tutti gli allenatori vorrebbero avere e poi sa decidere le partite come pochi altri. Leggenda.
E poi come non celebrare il nostro Marcone Belinelli, sempre pronto quando Pop glielo ha chiesto, ha messo una tripla decisiva in gara 3 per tamponare la rimonta Heat, e ha complessivamente giocato bene ogni volta che è entrato in campo. Il primo Italiano Campione Nba, un evento storico. È sicuro che Marco questa stagione (tra acquisto Spurs all’inizio, vittoria gara da 3 punti negli All Star Game in mezzo all’anno e anello a fine stagione) non se la dimenticherà mai, e come potrebbe d’altronde?? Orgoglio Italiano.
Tutti grandissimi, una franchigia veramente da prendere come esempio; complimenti agli Spurs e onore comunque agli sconfitti che dopo tre Finals e due titoli consecutivi devono arrendersi al dominio Texano. Lebron da solo non basterà mai contro una squadra così! Che dire comunque: l’Nba è davvero uno spettacolo favoloso.
Tommaso Vutano
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