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sabato 14 giugno 2014

L'angolo della tattica. Quanto è importante Fred nel gioco del Brasile?

Contro la Croazia, indipendentemente dal rigore (inesistente) è balzato agli occhi di tutti il fatto che il Brasile, non è così irresistibile sul piano del gioco. Spesso i brasiliani cercano la conclusione rapida e solitaria, faticano a costruire gioco dal basso (in questo caso, il pressing di Kovacic su Luiz Gustavo è stato ben fatto ed intelligente), e soprattutto, la critica mossa da opinionisti e non, è stata: Perché in questo Brasile gioca Fred come terminale offensivo? La gara d’esordio certamente per il brasiliano non è stata esaltante, ed è entrato in partita solo per il tuffo molto poco spettacolare che ha sbloccato la gara in favore dei verdeoro. Molto poco per un titolare della nazionale favorita (per ovvi motivi) alla vittoria finale.

Quando in panchina si ha a disposizione gente del calibro di Willian, Hernanes, o in certi contesti di gioco, Ramires, si potrebbe pensare di fare a meno del trentenne in forza alla Fluminense. Basterebbe delineare di nuovo la squadra con un attacco “leggero” ma veloce ed imprevedibile, con le punte mai punte d’area e sempre pronte a non dare riferimenti.

Questa lettura, in tutta onestà non mi trova d’accordo. L’importanza di Fred, nel contesto di gioco Brasiliano, è fondamentale nell’interezza della gara, e nel contesto offensivo quanto difensivo.

Partendo dal contesto principale per una punta, quello offensivo, vediamo come il numero nove verdeoro permetta al Brasile un contesto di gioco pieno di spazi da attaccare. L’ex Lione è molto bravo spalle alla porta, e per via del suo fisico importante, riesce a giocare sponde utili a portare fuori dall’area il centrale avversario di riferimento, e mandare dentro, l’esterno d’appoggio (che sia Neymar Hulk o Oscar che scambia con il numero 10 spesso posizione) che così non solo prende 5 metri di rapidità indisturbato, ma può andare nell’uno contro uno libero dalle possibilità di un raddoppio in chiusura del centrale che è stato indotto ad uscire proprio dalla punta brasiliana. Un Lovren ad esempio è portato a seguire la punta di peso che da riferimento, piuttosto che una punta “leggera” che fa dell’uscita dall’area e del continuo movimento, il suo gioco. Levare un giocatore in grado di fare la sponda vuol dire levare riferimento offensivo, e levare appunto uno che apra la diagonale avversaria. Il Brasile in attacco ha bisogno di fraseggiare con un riferimento, e se questi viene levato dal campo, si ridurrebbe tutto ad un continuo uno contro uno che di fatto, può essere annullato dal raddoppio del centrocampista che anziché inseguire (quello che avviene nelle triangolazioni) si limita a posizionarsi in maniera tale da chiudere e la linea di passaggio e lo spazio di dribbling.

Inoltre, Fred è abile nel giocare laterale alla porta, in modo da poter ricevere anche il passaggio tra i due centrali, in movimento, sul filo del fuorigioco. 33 presenze e 17 reti, sono anche una spiegazione statistica non esaustiva certo, ma quanto meno chiara.

In fase difensiva inoltre, Fred gioca un ruolo decisivo per i tre che stanno dietro di lui. Giocando senza una punta come lui, i 3 d’attacco faticherebbero a rientrare (spesso li vediamo non seguire l’uomo che gli ha rubato palla, o l’uomo che li anticipa e gli sfugge sul primo passo) lasciando così scoperta tutta la fase di transizione difensiva brasiliana. Invece Fred, ogni qual volta il Brasile perde palla, “spinge” i compagni, scalando di ben 25 metri dall’area avversaria, mettendoli così nella condizione di essere tatticamente, e fisicamente obbligati a rientrare. Se la punta scala, i tre non possono restare in linea e sono propensi a riportarsi sulla linea di centrocampo, o gli esterni, accanto ai mediani, tenendo così, una linea di difesa (intesa come blocco di squadra, come momento difensivo corale) compatta e ordinata.

Se Scolari sceglie Fred è perché sa che questo Brasile per quanto forte, non è irresistibile,e necessita di tutti gli uomini in fase di non possesso, così da poter far male anche nelle ripartenze. Avere una punta che detta i movimenti, nelle ripartenze, apre spazi di 8-10 metri utili agli inserimenti da dietro, o dalla parte opposta, che permettono anche lo sviluppo della transizione con pochi tocchi.

Certamente, non parliamo della stella del Brasile, del fattore decisivo, ma sicuramente si parla di un ottimo attaccante, utile a “normalizzare” ed “utilizzare” tatticamente, i tre attaccanti alle sue spalle. Certamente la gara contro la Croazia non è uno spot per lui e per il Brasile tutto, ma statene certi, i tre davanti,ed il ct Scolari, hanno necessità di avere una punta di peso che gli permetta determinati movimenti in determinati momenti e contesti di gioco. Poi, avesse avuto Diego Costa non staremmo qui a discuterne, ma vista la prestazione “Spagnola”, forse un sorriso ironico, a Fred e Scolari, sarà anche venuto.
 
Ernesto D'Ambrosio

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