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lunedì 19 agosto 2013

Cosa manca all'Inter di Mazzarri per puntare allo scudetto?

L'avvento di Mazzarri sulla panchina interista ha di fatto cambiato il modo di giocare della squadra nerazzurra. In questo pre-campionato abbiamo avuto modo di notare come la squadra nonostante avesse già utilizzato la difesa a tre, ha fatto i conti con nuovi schemi tattici, cari a Mazzarri fin dai tempi di Reggio.

Molti credono che il gioco del mister di San Vincenzo dipenda molto dalle fasce e dagli esterni in grado di dare la superiorità nell'uno contro uno. Questa a nostro modo di vedere resta una mera credenza in quanto il gioco di Mazzarri ha sempre tratto luce dalle ripartenze che si consumano per vie centrali, sfruttando la velocità degli esterni per dare ampiezza e non per cercare cross dal fondo.


Gli schemi sembrano essere assimilati giorno dopo giorno: Ranocchia da difensore centrale risponde molto bene e appare più sereno, Campagnaro è stato forse il colpo di mercato migliore, congeniale e low cost; Alvarez sembra essere diventato un altro giocatore, più cattivo, più veloce nell'esecuzione e molto più attento alla fase difensiva; Jonatahn sembra molto più affidabile e concentrato di Pereira che si sta rivelando sempre più un acquisto sbagliato. Inoltre Palacio ha ulteriormente migliorato il suo gioco, riuscendo ad andare alla conclusione con ancora più frequenza.

Ma cosa manca alla squadra di Mazzarri per essere competitiva e pronta alla lotta al titolo?

Partendo dal reparto difensivo, manca solo un giocatore che completi numericamente la rosa con qualità, magari giovane (Dragovic andava preso) che dia tranquillità agli eventuali acciacchi di Samuel, Chivu (ormai non si può prendere in considerazione) ed ai momenti di black out di un ancora acerbo Juan Jesus. La difesa però nel suo complesso sta assimilando i dettami tattici, e Ranocchia come detto, sembra aver trovato il suo ruolo, che gli permette di giocare più di posizione e quindi di essere più attento. Spesso però la difesa soffre le verticalizzazioni a squadra schierata, ma crediamo sia solo un problema di preparazione e non tattico. I problemi sono soprattutto nell'uno contro uno, ma questi devono essere imputati al centrocampo.

Nel gioco di Mazzarri è sempre stato necessario un mediano dotato di corsa, piedi buoni ed in grado di portare alto il baricentro della squadra,Tedesco, Franceschini (a volte Palombo con due mediani a fianco), Gargano prima Behrami poi, insomma, calciatori dotati di passo, abili nel recuperare la sfera e rilanciarla in avanti in profondità per la punta di movimento o per gli inserimenti senza palla. Attualmente nell'Inter quel ruolo è affidato ad Esteban Cambiasso.

Il giocatore è indiscutibile, ed in forma sarebbe titolare in qualsiasi squadra del mondo, ma come calciatore di posizione. Già Mourinho lo definì in questo modo nel 2010, anno di grazia, specificando quanto Cambiasso influenzasse le ripartenze ed i recuperi, giocando però schiacciato, davanti la difesa, senza difficoltà poiché schiacciato non ha difficoltà a bloccare l'avversario (meno spazi ovviamente). Con Mazzarri il vice capitano nerazzurro gioca 20 metri più alto, e questo causa un dislivello nel baricentro nerazzurro dando la possibilità agli avversari di andare nell'uno contro uno contro i tre centrali con troppa facilità.

In questo senso quindi urge dal mercato un giocatore in grado di dare equilibrio e stabilità alla manovra nerazzurra in fase di transizione difensiva ed in fase di possesso. Taider è solo un completamento o un adattamento a quel ruolo, ergo servirebbe un giocatore della tipologia di Fernando (Porto) in grado di stazionare davanti la difesa e capace di andare con scioltezza in avanti permettendo quindi a Kovacic e Guarin un gioco più profondo e senza palla nella fase di transizione offensiva.

Qui inoltre urge un acquisto sulle fasce; Isla è il preferito, Van der Wiel è l'alternativa praticamente in pugno, ma forse più che un esterno destro all'Inter servirebbe un esterno sinistro. Avendo preso Wallace, l'Inter sulla destra risulterebbe coperta avendo Nagatomo e Jonathan (questo Jonathan è un buon rincalzo). Riteniamo che Nagatomo a sinistra limiti e rallenti le ripartenze ed il gioco di possesso nerazzurro. Avendo un destro, impiegato sulla fascia sinistra vuol dire avere un giocatore che tende sempre a rientrare per portare la palla sul piede preferito; questo permette alla difesa avversaria di avere trame più strette, ergo permette al centrale destro della difesa avversaria di poter chiudere in libertà gli inserimenti dei centrocampisti o andare al raddoppio a seconda della zona della palla. Ergo questo crea un rallentamento offensivo della manovra. Un giocatore sinistro naturale garantirebbe quell'ampiezza necessaria tanto cara a Mazzarri per lasciar partire le due mezzale con ampi spazi.

Infine, servirebbe una punta dotata di corsa nelle ripartenze. Belfodil appare più adatto al gioco di Mazzarri, essendo più bravo nelle trame di gioco e meno uomo d'area di Icardi (hanno caratteristiche diverse), ma essendo un giocatore giovane seppur di prospettiva, avrebbe bisogno di un calciatore esperto davanti a lui. Certo, con un Principe Milito in piena forma non ci sarebbe nessun problema, ma l'infortunio grave dello scorso febbraio tira fuori molti dubbi e forse una punta più "Mazzarriana" servirebbe.

Di fatto quindi mancano ancora 4 elementi alla squadra di Mazzarri per poter essere competitiva; l'occasione è ghiotta, giocare una volta a settimana è un vantaggio importante. Il mercato è ancora lungo e la squadra sta assimilando bene i dettami tattici del mister. Manca il passo societario per far tornare l'Inter ai fasti che merita. Al resto poi, probabilmente ci penserà Thohir.

Ernesto D'Ambrosio

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