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sabato 31 agosto 2013

Europei di basket, l'Italia ci prova

Si presenta come una vera e propria impresa quella a cui è chiamata l’Italbasket di Simone Pianigiani ai prossimi Europei, che partiranno il 4 settembre. E questo soprattutto a causa di un’incredibile serie di infortuni che stanno privando la nostra nazionale di quasi tutte le migliori pedine.

Dopo la grande impresa del girone di qualificazione della scorsa estate, affrontato e vinto con otto successi su otto, il futuro sembrava roseo per l’Italia: Belinelli e Bargnani, assenti l’anno scorso, avevano confermato la loro presenza quest’estate, ma poi sono iniziate le tegole. La prima, forse la più grande, è stato l’infortunio di Gallinari poco prima dell’inizio degli scorsi playoff Nba. E abbiamo visto quanto Denver l’abbia pagato. Fuori uno. Poi Bargnani è stato colpito da una bronchite all’inizio del ritiro azzurro, e non è riuscito a recuperare. Fuori due. In più abbiamo dovuto rinunciare a inizio estate pure a Daniel Hackett, Mvp delle ultime finali italiane, e notizia proprio degli ultimi giorni a capitan Mancinelli, che pur reduce da un’avventura negativa a Cantù portava sempre in dote un notevole bagaglio di esperienza. Fuori tre e quattro. E con il rischio, pare scongiurato, di perdere pure il futuro Nba Gigi Datome.

Il problema più grosso della nostra nazionale è senza dubbio quello dei lunghi. Con l’assenza di Bargnani, resta un solo centro di ruolo, Marco Cusin, reduce da un finale di stagione negativo a Cantù e inoltre spesso colpito da problemi di falli. Così spesso Pianigiani deve spostare nel ruolo di 5 Nicolò Melli o Angelo Gigli. Si vocifera che durante l’ultimo match amichevole contro la Lituania, l’ex Siena Lavrinovic sia andato da Pianigiani quasi a scusarsi per le continue schiacciate che eseguiva. Il reparto piccoli invece non fa certo invidia a nessuna rivale, nonostante le assenze. Belinelli deve però essere in grado di selezionare un po’ meglio i tiri (quante volte lo abbiamo visto chiudere con tanti punti ma anche percentuali non proprio esaltanti?), mentre il naturalizzato Travis Diener dovrà imparare a fare un po’ meglio la fase difensiva, perché il suo talento – e a Sassari lo sanno bene – è totalmente fuori discussione.

Insomma, come dice lo stesso ct Pianigiani, quello a cui l’Italia è chiamata è quasi un miracolo. Per passare il turno, in un girone da sei squadre nel quale solo tre avanzeranno, bisognerà necessariamente eliminare una big tra Turchia, Russia e Grecia. E non fare scherzi contro Svezia e Finlandia.

Forse, dando un occhio alle rivali, l’occasione propizia ci sarà già da subito. Nel primo match infatti l’Italia affronterà la Russia, che sarà priva di molte delle sue stelle, a partire da Andrei Kirilenko, per continuare con quelle di Khryapa, Mozgov, Kaun e Bykov. La stella sarà quindi Alexsey Shved, reduce da un anno a otto punti di media a Minnesota in Nba, ma ci sarà presente anche una scelta dei Cleveland Cavaliers, ovvero Sergey Karasev, figlio del ct Vasily. Sulla carta, questa sembra la più debole delle tre di punta, e forse l’occasione migliore per provare il colpaccio.

Anche perché le altre due big fanno paura. La Turchia, battuta due volte dagli azzurri la scorsa estate, è squadra completamente diversa da un anno fa, che può contare sull’esperienza di Tanjevic in panchina e su una coppia di lunghi formata dai pro Asik e ilyasova. E poi c’è grande curiosità per vedere cosa farà la Grecia di Andrea Trinchieri, che potrà contare, come quasi sempre per la nazionale ellenica, su una rosa di grande talento, nella quale spicca l’esperienza e la classe di Vassilis Spanoulis, bicampione europeo con l’Olympiacos, e la gioventù di Kostas Papanikolau, da poco passato dai campioni d’Europa al Barcellona.

Un’eventuale impresa contro uno di questi tre colossi rischierebbe comunque di essere vanificata in caso in cui gli azzurri non facessero il loro dovere contro gli altri due team del girone, ovvero le due nordiche Finlandia e Svezia. Gli svedesi sono di sicuro la squadra più debole, anche se possono contare sulla stella Jonas Jerebko, mentre la Finlandia resta comunque squadra ostica e da non sottovalutare, presentando in rosa vecchie conoscenze del basket italiano come Rannikko, Koponen e l’ex Nba Hanno Mottola.

Insomma, le premesse non sono troppo entusiasmanti, e sono state confermate dall’ultimo torneo dell’Acropolis, nel quale l’Italia è uscita contro due nette sconfitte, contro Lituania e Grecia e una sola vittoria contro la Bosnia. Ancora una volta, proprio come lo scorso anno nelle qualificazioni, dovrà essere il gruppo azzurro e la sua gran voglia di sacrificio a fare la differenza.

Luca Binda

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