Una alla prima esperienza della sua storia nella massima serie, una tornata ai piani alti dopo una lunga, lunghissima militanza nelle serie inferiori, ed un’altra che vuole stabilirsi in Serie A senza fare l’ascensore, come successo in queste ultime stagioni. Tre storie diverse quelle di Sassuolo, Hellas Verona e Livorno, ma che in realtà hanno un finale comune, rimanere nella massima serie senza rovinare quanto di bello fatto la scorsa stagione. Vediamo come si sono mosse le tre neopromosse fino ad oggi.
Partiamo dal Sassuolo, ovvero i campioni della Serie B. I neroverdi sono riusciti a raggiungere l’obiettivo promozione dopo anni di tentativi. Per la squadra del patron Squinzi, la più grande novità riguarda lo stadio, visto che le partite non si giocheranno più a Modena ma a Reggio Emilia, dove ci sarebbe l’intenzione di acquisire lo stadio Giglio, struttura praticamente nuova, costruita quando la Reggiana esalava gli ultimi respiri nel calcio che conta. Nessun cambiamento in panchina, dove Eusebio Di Francesco, artefice della promozione, è rimasto saldo al suo posto, ma alcune novità, com’è logico che sia, sono state fatte all’organico. Sono partiti due giovani di belle speranze, Boakye, tornato alla Juventus, dove farà il quinto attaccante, e Chibsah, ritornato a Parma, ma sul quale si sta trattando per rivederlo a Sassuolo, ma la squadra punterà su buona parte dell’ossatura della scorsa stagione. Sono infatti rimasti alcuni eroi come Terranova, difensore rigorista, Missiroli, finalmente sbocciato in nero verde, capitan Magnanelli, figura storia di questa società, e Berardi, un classe ’94 che gioca da veterano, senza dubbio la più bella sorpresa della scorsa stagione. A rafforzare il gruppo sono arrivati anche Rosati, portiere che si giocherà il posto con un altro membro storico, Pomini, Francesco Acerbi, che avrà voglia di riscattarsi dopo una stagione opaca e in via di guarigione da una brutta malattia al testicolo uscita dalle visite mediche e Simone Zaza, attaccante ex Ascoli, tra i più prolifici nello scorso campionato cadetto. Da menzionare anche l’arrivo dell’ex Palermo Kurtic e del rumeno Alexe, che sta ben figurando nelle prime uscite. La squadra può ottenere la salvezza così com’è, ma mancano ancora un esterno e un attaccante. Per il primo tassello l’obiettivo è Biraghi, terzino del Cittadella scuola Inter, che ha puntati addosso gli occhi di squadre italiane e non, mentre per l’attacco la pista calda porta a Zapata dell’Estudiantes, con un occhio anche al costosissimo Pinilla.
Per l’Hellas Verona il ritorno in Serie A significa molto, sia perché la squadra campione d’Italia 84-85 si riaffaccia nel calcio che conta, sia perché c’è l’obiettivo di tornare ai vertici della città, dopo che l’ultimo decennio è appartenuto al Chievo. Per raggiungere l’obiettivo ci si è affidati all’allenatore della promozione, Andrea Mandorlini, e anche qui si è puntato a non stravolgere la squadra della scorsa stagione. Il reparto difensivo ripartirà da un nuovo portiere, il bulgaro Mihailov, che firmerà a giorni, se non a ore, e da Matteo Bianchetti, giovanissimo di belle speranze, tornato a Verona dopo un eccellente europeo Under 21. Le novità più grosse riguardano il centrocampo dove sono arrivati Massimo Donati, per il quale parla l’esperienza, Bosko Jankovic, sempre sul punto di esplodere al Genoa, in cerca di riscatto e soprattutto Cirigliano, uno dei prodotti più preziosi usciti negli ultimi anni dal River Plate. In attacco, ad affiancare Cacia, trascinatore nello scorso campionato, è arrivato Luca Toni, un altro che non ha bisogno di presentazioni. Per il mercato che verrà la società ha in piedi varie trattative con la Fiorentina: Romulo e Cassani arriveranno quasi sicuramente in cambio di Jorginho, rivelazione della scorsa stagione, che i viola vorrebbero subito, mentre i gialloblù vorrebbero trattenere ancora un altro anno. Serve anche un attaccante, e i nomi che si fanno sono quelli di Pinilla (per il quale vale lo stesso problema del Sassuolo) e l’interista Longo, che vorrebbe Verona anche se la società di appartenenza preferirebbe spingerlo a Livorno.
E proprio l’ex Espanyol ci dà l’aggancio necessario per parlare della terza neopromossa, il Livorno, salito dopo i playoff. Il presidente Spinelli ha detto di volere rimanere a lungo in Serie A, e per farlo punta ancora su Davide Nicola in panchina. Qui il mercato non ha portato grandi novità, anche se possiamo dire che la permanenza di Paulinho è forse l’acquisto più prezioso di questo Livorno. Il brasiliano farà reparto ancora una volta con Dionisi e Siligardi, non male per una neopromossa. A Livorno è arrivato, anzi tornato, il portiere di più belle speranze del nostro calcio: Francesco Bardi, insieme a Leandro Greco e un altro giovane scuola Inter, Matteo Benassi. E’ proprio sull’asse con l’Inter che Spinelli punta, visto che molti dei giovani che due anni fa vinsero la Next Generation Series (la Champions League giovanile) potrebbero arrivare con un prestito secco: Mbaye, Longo, Duncan (insime a Paulinho l’altro eroe della promozione della scorsa stagione) e due nuovi arrivati, Laxalt, tra i protagonisti dell’Uruguay che nel mondiale Under 20 si è arreso solo alla Francia in finale, e Botta, argentino ex Tigres che stava facendo faville nella scorsa Copa Libertadores, prima di un brutto infortunio che lo ha fermato. Essendo un cantiere ancora apertissimo la squadra amaranto è forse quella che delle tre offre meno certezze per la permanenza in Serie A, ma siamo ancora ad inizio Agosto, e bastano piccoli innesti per cambiare le cose, soprattutto in chiave salvezza, dove sono tante le squadre in lotta per evitare quei tre posti che rendono la stagione disastrosa.
Marco Bizzarri
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