Ci eravamo lasciati con la promessa di focalizzarci sulle mosse di mercato di cui non avevamo ancora trattato, ed eccoci qua (clicca qui per leggere l'ultimo articolo sul mercato NBA).
Vogliamo però iniziare con uno scambio importantissimo che ha movimentato gli ultimi giorni, ovvero quello che ha portato Brandon Jennings ai Detroit Pistons in cambio di Brandon Knight, Khris Middleton e Viacheslav Kravstov. Jennings aveva appena firmato un triennale da 25 milioni con i Bucks, prima di essere spedito tramite una sign and trade proprio ai Pistons.
Detroit archivia così un mercato davvero scoppiettante, che ha visto il suo apice con l’innesto di Josh Smith ma anche di altri elementi interessanti, non ultimo proprio Gigi Datome, che secondo molti ha numerose chance di partire nel quintetto base già da subito. Ricordiamo infatti che Detroit dovrebbe partire con Jennings, Caldwell-Pope (con Billups pronto a subentrare ad uno dei due….), Smith, Monroe e Drummond, ma è molto probabile che J-Smoove sarà impiegato la maggior parte del tempo da ala forte, liberando quindi lo spot di ala piccola probabilmente proprio all’ultimo MVP del campionato italiano. I Pistons attualmente mantengono il proprio salary cap intorno a quota 60 milioni, dunque esattamente al limite, ma dall’anno prossimo Stuckey e Villanueva libereranno nientemeno che 17 milioni di dollari in due; è dunque pronosticabile che, se ora i Pistons sono in lizza per uno dei primi 5/6 posti ad est, dal 2014 potranno puntare molto molto più in alto.
Per quanto riguarda Milwaukee, ecco una squadra che, a nostro parere, ha messo in piedi un roster senza un preciso criterio. La quantità di guardie sotto contratto è impressionante (Knight, Ridnour, Mayo, Neal, Delfino, solo per citare i più noti), nessuna delle quali particolarmente talentuosa. L’obiettivo, neanche troppo nascosto, è di puntare ad una chiamata altissima al prossimo draft, e di utilizzare questa stagione per stabilire su chi puntare in futuro e su chi no.
Occupiamoci degli Atlanta Hawks, squadra che, si pensava, avrebbe dovuto rifondare. Invece i rinnovi di Jeff Teague (32 milioni per 4 anni) e Kyle Korver (24 in 4 anni) offrono un discreto margine di continuità. Con il prossimo rientro di Lou Williams, micidiale nella scorsa stagione fino al momento dell’infortunio, e soprattutto con l’innesto di Paul Millsap (19 milioni in 2 anni), in Georgea potrebbero divertirsi anche quest’anno. La coppia Millsap-Horford è sicuramente una delle più interessanti del lotto, anche considerando che alle loro spalle figurano Elton Brand e l’interessantissimo giovane Noguera, selezionato con la 16esima chiamata all’ultimo draft. Riteniamo tuttavia che ad Atlanta manchi ancora qualcosa per poter dire la sua, e la cessione di Smith peserà come un macigno. Ma negli ultimi anni gli Hawks ci hanno sempre stupito, dunque mai sottovalutarli.
Un’altra squadra che ha cambiato moltissimo è Denver. Sono arrivati Hickson (15 milioni in 3 anni), Nate Robinson (4 in 2) e Foye (nella trade a tre squadre che ha portato Iguodala a Golden State). Riteniamo però che la perdita di Iguodala sia sanguinosa per gli equilibri di questa squadra, e l’imprevedibilità di Robinson garantirà senz’altro qualche exploit, ma alla lunga difficilmente si farà meglio del recente passato.
Andrew Bynum a Cleveland (24 milioni in 2 anni) potrebbe rivelarsi il colpo del secolo così come un mega flop, ma la ridotta durata del contratto offre ai Cavs un cuscinetto sufficiente contro eventuali ulteriori infortuni dell’ex centro dei Lakers. Ma se Bynum dovesse presentarsi in forma ai nastri di partenza della prossima stagione, crediamo che - ci sbilanciamo - Cleveland possa a tutti gli effetti essere considerata una contender per la vetta della Eastern Conference: Irving, Waiters, Gee, Bennett e Bynum oltre a Jack, Miles, Clark, Thompson, Zeller e Varejao (il brasiliano però, secondo noi, andrebbe ceduto per ricavare spazio salariale e magari qualche scelta futura) ci fanno pensare che il periodo delle umiliazioni per i tifosi dei Cavs sia finalmente terminato. E la tavola sembra imbandita per il ritorno di Lebron tra 12 mesi….
Da chi ride a chi piange: I Lakers hanno dovuto rattoppare una squadra che, a detta di D’Antoni e della dirigenza, punterà ancora al titolo, ma non ci crede nessuno. Sono arrivati Chris Kaman, Nick Young, Wesley Johnson e Jordan Farmar, obiettivamente elementi che non possono assolutamente fare la voce grossa. Considerando che Nash, Gasol e Bryant hanno un anno in più, e che il rientro del Mamba sarà un’incognita, osiamo ipotizzare che per i gialloviola i playoff saranno soltanto una chimera. Non se la passano meglio i Dallas Mavericks che, non essendo riusciti ad ingaggiare Paul, Howard e Bynum, hanno frettolosamente dovuto ripiegare su Calderon e Dalembert, con l’unico risultato di strapagare (29 milioni in 4 anni il primo, 7.5 in 2 anni il secondo), temendo di restare realisticamente a corto di giocatori, due elementi che ormai hanno avuto il loro tempo. Interessante la firma di Monta Ellis, ma in una squadra in cui l’età media del quintetto base toccherà vette quasi inesplorate (32 anni Calderon e Dalembert, 35 Nowitzki e Marion) temiamo che l’ex giocatore di Milwaukee si ritroverà a brancolare nel deserto.
Vogliamo riservare le ultime righe alle due franchigie di New York. I Nets sono riusciti a mettere sotto contratto Andrei Kirilenko per 3 soli milioni in un anno. Per rendere l’idea, non ci saremmo stupiti se il russo ne avesse ottenuti una decina altrove: è chiaro l’intento di Kirilenko e della proprietà di puntare al titolo. Obiettivo che ci sembra tuttavia difficile, ma non impossibile. Per quanto riguarda i Knicks, sono riusciti tutto sommato a migliorare la squadra senza spendere praticamente nulla. Abbiamo già parlato di Bargnani, che riteniamo un discreto acquisto, specialmente se dovesse partire dalla panchina; ma Kenyon Martin e Metta World Peace, se andranno in campo con la giusta mentalità, potranno decisamente far sognare i tifosi della Grande Mela.
Stefano Panza
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