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mercoledì 6 novembre 2013

Tu da che parte stai: Dallas è da playoff?

Perchè sì

Dopo un estate fatta di sogni naufragati i Dallas Mavericks sono comunque riusciti a costruire una squadra piuttosto talentuosa. Nonostante la maggior parte degli addetti ai lavori li abbia bollati come mediocri se non scarsi chi vi scrive ha sempre avuto fiducia in loro per una serie di motivi. Innanzitutto Dirk Nowitzki, al contrario delle ultime due stagioni, si è presentato al via in salute e quando sta bene è ancora uno dei migliori giocatori della Lega. Con lui c’è Shawn Marion, un difensore roccioso, che tira bene da 3 e che va rimbalzo come pochi. Sotto canestro, fallito il sogno Howard, è arrivato l’usato sicuro Dalembert, mai i veri colpi dell’estate sono stati Ellis e Calderon. I due sono giocatori di talento, ma che non hanno mai reso secondo le aspettative. Quest’anno sono chiamati all’ultimo treno per la redenzione e formano una coppia di assoluto valore. Ellis è in grado di segnare in tutti i modi, mentre lo spagnolo è uno dei playmaker più creativi della Lega. Non è quindi un caso che Dallas viaggi ad oltre 114 punti di media (seconda nella Lega) e con il 41.2% da 3 punti, senza contare che è seconda nella classifica di palle perse, con 13.9 perse ogni 100 possessi e quarta in quella degli assist con un rapporto assist/ palle perse di 1.81. Numeri destinati a scendere? Probabilmente, ma i Mavs restano una delle squadre con l’attacco più spumeggiante della Lega e solida a rimbalzo, sono infatti settimi per carambole catturate.

Non dimentichiamoci poi che in panchina siede Rick Carlisle, allenatore navigato, preparato e bravissimo nella gestione dei giocatori. Con lui più di una volta diverse squadre hanno reso anche oltre ai propri limiti. Vista la concorrenza ad Ovest l’accesso alla post season è decisamente alla portata.

Edoardo Lavezzari 

Perchè no

Quant’è lontano il 2011, l’anno dell’incredibile trionfo dei Mavs in una finale combattutissima contro i Miami Heat. Da allora il valore dei Mavs è crollato anno dopo anno, fino alla clamorosa mancata qualificazione ai playoff della passata stagione. Questo doveva essere l’anno del ritorno ad altissimi livelli grazie ad un buon bottino da utilizzare nel mercato dei free agent, ma il piano A (Howard) è saltato, così come il piano B (Paul), quello C (Smith) e quello D (Bynum). Jose Calderon e Monta Ellis, acquisiti quando ormai la dirigenza dei Mavs si stava facendo prendere dal panico, non appartenevano dunque ai piani originari della società. Questi due innesti contribuiscono senz’altro ad incrementare l’apporto offensivo della squadra, ma per quanto riguarda la metà campo difensiva ci sarà davvero da mettersi le mani tra i capelli. Ve lo immaginate Calderon a marcare Tony Parker per quattro partite all’anno? Oppure Monta Ellis a uomo su James Harden? Certo, in attacco si banchetta, ma l’NBA ci ha insegnato tante volte che le partite si vincono soprattutto in difesa… Il resto del roster è un bell'insieme di nomi altisonanti (qualcuno li chiamerebbe ex giocatori...) che hanno dato molto ma che difficilmente daranno altrettanto. Nowitzki sarà anche un ex MVP, ma è da tempo che non tocca più i livelli delle sue stagioni dorate. Dalembert come centro titolare farà sorridere i vari Howard, Gasol, Cousins, che se lo troveranno di fronte. Marion e Carter sono in evidentissima parabola discendente.

Il problema maggiore di questi Mavs infatti è senza dubbio la carta d’identità dei principali giocatori: Calderon 32 anni, Marion 35, Nowitzki 35, Dalembert 32, Harris 30… L’inizio di stagione è stato abbastanza positivo, ma una regular season logorante come quella NBA alla lunga rischia di sfiancare la squadra, anche perché la panchina non è certo all’altezza del quintetto titolare. L’impressione è che, qualora Dallas dovesse ritrovarsi a metà stagione nella parte bassa della classifica, si possa mollare un po’ la presa per puntare con maggiore ottimismo a ripartire da zero l’anno prossimo, anche perché i contratti di Nowitzki e Marion, del valore di 30 milioni l’anno in due, sono in scadenza. 

Come se non bastasse i Mavs si trovano nella Western Conference, storicamente crudele nei confronti di molte squadre abbastanza attrezzate, vista la concorrenza presente per agguantare gli ultimi due/tre posti validi per i playoff.

Stefano Panza


Edoardo Lavezzari 27 anni, milanese è appassionato di sport fin da quando ha memoria. Pazzo di Milan, è cresciuto con i miti di Van Basten, Maldini e Shevchenko. Il suo primo approccio con il basket, giocato e  non è arrivato a 7 anni, quando si è innamorato dell’Olimpia allora targata Stefanel. Patito di NBA dagli ultimi anni dello scorso millennio, ma il suo amore è sbocciato quando ha visto Allen Iverson scavalcare Tyrone Lue.  Scrive di NBA su Dailybasket.it, di calcio PianetaMilan.it e di Sport in generale su Sportnews.eu. Su Twitter è @Edolave

Stefano Panza 27 anni, dopo numerose collaborazioni per siti sportivi ha deciso di mettersi in proprio ideando il blog Puntosport24. E' autore del libro "Smetti di studiare! Smetti di lavorare! (O almeno smetti di farlo nel modo consueto)", edito da Albatros. vive a Roma ma ama Napoli ed il Napoli fin dai tempi di Daniel Fonseca ed Alfredo Aglietti. Amante del basket nostrano (anche qui il tifo per le rappresentanti partenopee è notevole) ma soprattutto quello targato NBA  

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