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giovedì 21 novembre 2013

L'angolo della tattica. Alla scoperta del sorprendente Southampton di Pochettino

Il premio come squadra rivelazione di questa prima parte della stagione, nel calcio del vecchio continente, non può che andare al Southampton di Mauricio Pochettino che, a sorpresa, sta conducendo la squadra con 22 punti, in terza posizione.

Durante i pronostici estivi, credo nessuno si sarebbe aspettato questo exploit del tecnico ex Espanyol che ha deciso di mettersi alla prova in terra inglese compiendo un salto ulteriore nella sua giovane carriera.

La squadra del St. Mary's Stadium, fin dalla sessione estiva di mercato, ha impressionato per la disponibilità nell'accontentare il mister argentino: Sono arrivati alla corte dei Saints, Daniel Osvaldo, Victor Wanyama, Dejan Lovren, e portando in prima squadra l'interessante prospetto Calum Chambers per un totale di 35 milioni spesi per rinforzare una rosa già interessante.

Mister Pochettino ha impostato un gioco offensivo, su un 4-2-3-1 che in fase di possesso diventa 4-2-4 ed in fase di non possesso diventa 4-4-1-1, sfruttando quindi la linea a tre davanti solo per le transizioni.

Tirando fuori la lavagna tattica spieghiamo quindi i motivi che hanno condotto il Southampton ad avere così tanti punti con 15 gol, e soprattutto con soli 5 gol subiti, mantenendo quindi il primato di miglior difesa della Premier.

La difesa parte dall'impostazione di gioco di Artur Boruc, ex portiere della Fiorentina. Mandato via con estrema facilità (se pensiamo che ora i viola hanno un problema importante tra i pali), il portiere polacco sta mantenendo alto il livello di protezione della porta, ed inoltre, mister Pochettino, desidera, come ormai quasi tutti gli allenatori, che il portiere riesca a giocare la palla immediatamente e collabori 2-3 metri più su nella rotazione del possesso attivo. Boruc quindi spesso vediamo rimettere in gioco la palla sui centrali Fonte e Lovren, piazzatisi preventivamente larghi, così da permettere ai terzini Clyne e Show di avere 5 metri d'altezza in più per ricevere. Questo permette a Lovren di poter giocare la palla sul rilancio, sulla diagonale a cercare il terzino più libero, o di aspettare il movimento di Morgan Schneiderlin che spesso vediamo abbassarsi e giocare formando un triangolo ed avere un'uscita della palla rapida, a due tocchi, o che sfrutti il rilancio di Lovren o di Schneiderlin tecnicamente abili. Quando rilancia Lovren in genere il centrocampista francese si stacca per seguire l'azione senza palla in profondità, percorrendo e giocando nello spazio di 50-60 metri sempre ad alta intensità; Qualora sia Schneiderlin a giocare la sfera in diagonale, è per cercare l'inserimento di Lallana su sponda di Lambert, anticipando così la risistemazione della diagonale difensiva.

In fase di non possesso invece, la difesa che non gioca di per se alta, temporeggia senza tentare l'anticipo (per via anche della stazza fisica, che può pagare se la linea è alta, ma mai se la linea resta d'attesa), aspettando che i terzini compiano la diagonale, e lasciando al mediano Wanyama il compito di andare a recuperare la sfera. Quando la sfera la recupera il Kenyota, questi crea gioco con i terzini attraverso passaggi corti di 6-7 metri medi, mandando così la squadra in una transizione lanciata dai terzini e che viva di sovrapposizioni centrali che nascono dalle sponde. Le situazioni di lancio lungo è una cosa che vediamo spesso, ma ciò non vuol dire che i Saints non giochino la palla. Quando per diversi motivi, l'avversario tiene meno campo rispetto al solito, Wanyama e Schneiderlin, centrocampo titolare della squadra, riescono a giocare in palleggio e costruire trame accompagnate dagli esterni. Quando si tratta di avere il possesso, i terzini a volte restano un po' troppo schiacciati e tocca agli esterni d'attacco, Rodriguez e Ward-Prouse, abbassarsi e giocare la sfera; Questo da si più gioco alla squadra, ma anche meno possibilità che gli esterni vadano al gol, e su questo mister Pochettino sta molto lavorando. Intanto però, avere un possesso in linea che possa dare verticalizzazioni improvvise che facciano guadagnare 30 metri improvvisi è un'arma da non sottovalutare e questo lo si deve soprattutto al francese numero 4, mediano metodista in grado di riversarsi senza palla grazie alla protezione che il kenyota fratello di Mariga però riesce a fornire; Quando Schneiderlin rilancia, si riversa immediatamente a limite dell'area schiacciando la difesa avversaria per poter coordinare l'attacco. Quello che compie in 50 metri di campo questo giovane prospetto è davvero fondamentale, ed è grazie a lui che il Southampton riesce a variare gioco nel corso della stessa gara; Il ragazzo alza ed abbassa i ritmi, decide il palleggio o la verticalizzazione, e riesce a stringersi per fare densità e far entrare in campo centrale, durante il non possesso, gli esterni d'attacco, in modo che, qualora ci sia un ingresso esterno, difficilmente ci sarà quello centrale, poichè ci saranno ben 7-8 giocatori schiacciati in area senza concedere inserimenti.

Quando la squadra attacca, abbiamo detto che si schiera con il 4-2-3-1 in transizione e con il 4-2-4 in possesso. La differenza sta nel lavoro che compiono gli esterni; Quando questi ricevono palla dopo la riconquista, dettano gioco centripetamente, ergo dalla metà campo partono larghi per poi tagliare in area sfruttando l'inserimento di Lallana e la sponda di Lambert, poiché il contropiede di Pochettino deve essere sempre per vie centrali perché più difficile, come sappiamo, da contrastare e limitare. Quando invece la squadra ha il possesso, Lallana anzichè giocare da trequartista, svolge un ruolo da seconda punta di movimento, andando a spingere su tutti gli spazi vuoti, lasciando quindi il compito a Rodriguez e Ward-Prouse, di andare al cross su Lambert che si inserisce grazie ai tagli di Lallana. Il cambio di modulo nelle due fasi ha ragion d'essere anche grazie a Lallana, che, nascando da esterno, poi adibito a trequartista, riesce a fare 3 fasi con diverse doti senza abbassare il proprio livello. Se gioca Lallana, e non Gaston Ramirez (che tanto bene ha fatto in Italia) è perché l'uruguayano non compie le tre fasi con tre diversi compiti. Quando la squadra ha il possesso Lallana è quello che entra e svolge il ruolo della seconda punta, mentre Ramirez si limita a stare a limite dell'area. Quando c'è la transizone offensiva, Ramirez si schiaccia troppo mentre Lallana riesce a portarsi alto per giocare la sponda; Ancora, mentre nella transizione difensiva, Lallana si schiaccia per giocare il primo pressing sul portatore portando la squadra a giocare bassa in 25 metri, Ramirez si limita a pressare sulla prima uscita senza schiaccarsi dando così fin da subito la densità.
Infine, Lallana svolge il supporto al terminale, goleador della squadra Lambert, che con 4 reti all'attivo, sta trascinando i suoi compagni con esperienza e forza. Lambert è colui che ha tolto il posto a Daniel Osvaldo. Spieghiamo perché: Rickie oltre ad essere l'idolo indiscusso della squadra, che ha trascinato dalla Ligue One alla Premier, da un apporto tattico e di abnegazione che Osvaldo fatica a garantire. Nonostante i suoi 31 anni, la torre inglese che da poco ha guadagnato la nazionale, corre, chiude le linee di passaggio ai difensori che quindi devono rallentare l'impostazione, crea sponde per i compagni lasciando spazi di 4-5 metri per entrare in area, ed inoltre riesce ad andare in rete in diversi modi, sfruttando il buon fiuto del gol che possiede, e di testa e con i piedi. L'attaccante inglese esce spesso dall'area approfittando della superiorità fornita dai dribbling degli esterni per giocare i triangoli, gioca la sponda con Lallana, e raccoglie ogni palla, anche sporca nel suo raggio d'azione. Quando Osvaldo capirà di avere le stesse possibilità ma con una tecnica superiore allora diventerà un calciatore diverso; Intanto Pochettino preferisce un elemento magari sulla carta inferiore, ma che tatticamente dia le adeguate garanzie.

Difficile fare pronostici futuri sulla squadra dei Saints, perché comunque tenere il passo di quelle davanti e respingere gli attacchi di quelle dietro, è compito arduo; Certo è che i risultati parlano della squadra con meno sconfitte e meno gol subiti, numeri che testimoniano che Mauricio Pochettino in poco tempo è riuscito ad ottenere il consenso dei suoi uomini, che riescono a giocare un calcio pragmatico versatile in ogni situazione.

Se a fine campionato resteranno dietro alle Big (anche per fattori economici) vorrà dire che avranno svolto già un ottimo campionato, sulla strada di queste undici partite. Se invece, riusciranno a star davanti a qualcuna delle 7 potenze, allora Louis Armstrong potrà risuonare per tutta la città di Southampton, perché forse avranno marciato davvero dei "Saints".

Ernesto D'Ambrosio

Ernesto D’Ambrosio 22 anni, studia Giurisprudenza a Firenze e sogna da giornalista. Appassionato di calcio, poi basket e tennis, ama l’Inter fin dai tempi di Djorkaeff e della sua indimenticabile rovesciata, ed i metodi di Mourinho dentro e fuori dal campo. Vive di tattica calcistica,italiana ed europea. Ama il calcio verticalizzato e veloce più del tiki-taka. Fuori dal contesto nerazzurro venera il numero 8 del Liverpool. Scrive inoltre di tattica per ilnerazzurro.it, e di storia del calcio per il blog TatticamenteParlando. Twitter: @ErnestSeth

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