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venerdì 8 marzo 2013

Il Punto NBA. Momento d'oro per i Boston Celtics; I Lakers si avvicinano ai playoff


Puntuali come sempre, andiamo ad analizzare un’altra elettrizzante settimana NBA. 

Cominciamo il nostro viaggio americano dalla East Coast, dove ormai i campioni in carica di Conference e dell’intera lega, i Miami Heat, hanno messo una seria ipoteca sulla prima posizione. Reduci da 16 vittorie consecutive, con le quali hanno fatto registrare un record per la franchigia della Florida, gli Heat hanno recentemente battuto Minnesota a domicilio ed Orlando in casa, faticando più del dovuto e dell’aspettato, ottenendo la W solo grazie ad un canestro in volata del solito James, tenendo in vita la striscia di vittorie. Ma la partita più importante era quella di domenica, al Madison Square Garden contro i diretti rivali di Conference, i Knicks, che nel primo tempo sembravano avere quantomeno in mano le redini della gara andando avanti agevolmente in doppia cifra. Nella seconda frazione è arrivata puntuale la veemente reazione di Miami grazie al solito duo Wade-James, limitando New York a soli 34 punti nel secondo tempo e portando a casa la contesa. I Knicks dividono la seconda posizione con Indiana, seppur a debita distanza (8 partite di differenza dagli Heat), ed in settimana hanno dovuto fare a meno di Anthony causa infortunio al ginocchio che lo ha costretto in borghese prima nella vittoria di Detroit e poi contro OKC, dove non è bastato un superlativo JR Smith a farne le veci (nonostante l’errore sulla sirena per la vittoria). I Pacers mantengono le distanze anche dopo la sconfitta casalinga per mano di Boston ed, inoltre, si sono visti privati nuovamente di Granger per un controllo a quel ginocchio che gli ha fatto saltare le prime 55 di Regular Season (non che sia un grave perdita per come stesse giocando in queste prime sue uscite…). 

Solito gruppetto più indietro per le posizioni 3-7 con, rispettivamente, Brooklyn (35-26), Atlanta (34-26), Chicago (34-27) e Boston (33-27). Non brillantissimo il momento sia dei Nets, con sole 2 W nelle ultime 6 gare, che per gli Hawks, vittoriosi nell’ultima contro Phila dopo 3 sconfitte (seppur tutte in trasferta). Sicuramente quella più in forma tra queste è Boston: i Celtics dall’infortunio di Rondo sono 13-4 e da ottava forza, ora fanno un pensierino anche alla quarta posizione. Oltre che nell’atteggiamento, i ragazzi di coach Rivers hanno cambiato modo di giocare: molta più pressione sulla palla grazie ad un giocatore come Bradley che in questo momento è uno dei (se non IL) migliori difensori perimetrali della NBA, molta meno palla ferma (senza Rondo ad incentrare l’attacco su di sé) e più circolazione “grazie” al fatto di non avere un vero e proprio play di ruolo, ma con giocatori che si dividono i minuti in quella posizione, tra Bradley, Lee, Terry ed il nuovo arrivato Jordan Crawford. Non stiamo certo dicendo che sia meglio non avere Rondo (anzi a lungo andare si dovrebbero avvertire le conseguenze, non necessariamente positive), ma di sicuro è cambiato il modo di giocare dei Celtics ed in questo momento sta producendo importanti dividendi. 

Ottava piazza per Milwaukee, sconfitta dopo 4 vittorie filate mantenendo sempre un rassicurante margine sulle inseguitrici. Tra queste le più vicine sono Toronto e Philadelphia, ma entrambe difficilmente rientreranno in discorsi playoff, specie se continueranno a non fare risultato: i Raptors hanno vinto dopo 5 L, mentre addirittura i 76ers vengono da un solo successo nelle ultime 11! 

Andiamo nella West Coast dove troviamo al comando sempre i soliti San Antonio Spurs. Nonostante la perdita di Parker, i texani continuano a macinare vittorie grazie alla loro solidità e panchina profondissima e vengono da 3 successi con scarto medio di oltre 28 punti! Non riescono quindi a rosicchiare terreno i Thunder che loro pure hanno messo in fila 3 W, contro avversari di grande spessore quali le due compagini di LA e i Knicks in trasferta, ma quantomeno riescono a scrollarsi di dosso i Clippers, ora lontani 2 partite e mezzo. CP3 e soci hanno una vittoria nelle ultime tre ed ora devono anche cominciare a guardarsi alle spalle dal prepotente ritorno dei Grizzlies, i quali hanno 10 vittorie negli ultimi 11 incontri (unica sconfitta arrivata a Miami in una gara decisa nel finale) e sembrano sempre più compatti e solidi, una delle 2-3 squadre più calde dell’intera lega con la quale sicuramente si dovrà fare i conti anche più in là in stagione. Se si aggiunge Denver a questo gruppo, le prime 5 posizioni sembra abbiano preso una direzione precisa. Più staccati con la sesta moneta troviamo Golden State, che di certo non pare più la formazione dei primi mesi in grado di stupire tutti, ma rimane una squadra da playoff e in grado di battere chiunque se in serata. Dopo 4 gare senza gioie caratterizzate anche da infortuni e squalifiche, i Warriors hanno ripreso la propria corsa con 2 vittorie casalinghe contro Toronto e Sacramento. 

Si accende decisamente la corsa per gli ultimi posti disponibili per la postseason, in questo momento occupati da Houston (33-29) e Utah (32-29) divise da mezza partita. Tra queste due sono i Jazz quelli più in difficoltà e più a rischio. La squadra di Salt Lake City viene da una vittoria in 6 gare e di certo non è aiutata dal calendario, che nelle prossime 8 le presenterà ben 7 squadre da playoff e 5 volte in trasferta, dove non hanno costruito di certo le proprie fortune. Di contro stanno risalendo sempre più i Lakers letteralmente trascinati da un ringiovanito Kobe. Il Black Mamba, o meglio “Vino” (nickname auto-imposto, perché come il vino diventa più buono con il passare degli anni, e sì…in italiano!) sta sfoderando ogni sera prestazioni eccellenti e con una continuità di rendimento impressionanti, soprattutto se a quell’età. Basti pensare all’ultima partita di LA che, sotto di 25 a New Orleans, è stata portata al successo dai 42 e 12 assist di KB24, coadiuvato da un finalmente ottimo Howard da 20 e 15 a cui ha aggiunto 4 stoppate, di cui una decisiva nel finale. Ora i playoff distano 1 gara e mezza e non sembrano più un’impresa impossibile per D’Antoni e soci. Più difficile invece che possano rientrare nel discorso Blazers e Mavs, seppur non lontanissimi (3,5 e 4,5 rispettivamente di distanza) ma in questa Western Conference così difficile e competitiva appare difficile una tale rimonta. 

Cominciamo a parlare degli italiani da Bargnani, tornato Mago per una notte nella gara persa contro i Warriors, con 26 punti (5 su 6 da oltre l’arco), per poi ritornare il giocatore visto nelle ultime settimane nell’incontro successivo, per giunta vinto contro i Suns, non raggiungendo la doppia cifra. Ma si cominciano a vedere segnali di crescita e speriamo che almeno in questo finale di stagione possa ritornare ai suoi livelli. Periodo piuttosto altalenante per i Bulls, reduci da 2 L in parquet difficili come quelli di Pacers e Spurs, dove, però, nelle fila dei Tori si è messo in mostra un ottimo Belinelli con gare da 20-5 e da 21-7, intesi come punti e assist. Il numero 8 di Chicago sta sfruttando al meglio le opportunità che gli vengono concesse da Thibodeau facendolo partire in quintetto, in mancanza di Hamilton, e l’italiano in queste gare viaggia a quasi 15 di media. Se possibile sta facendo ancora meglio Gallinari con gli eccellenti Nuggets di questo periodo. La franchigia del Colorado esce vittoriosa dal campo da ormai 7 partite, striscia positiva seconda al momento solo agli Heat. In questo filotto Denver ha preso lo scalpo di Lakers, OKC e dei Clippers, ultima fatica dei ragazzi di Karl. Dopo un paio di gare saltate per un problemino alla coscia e alcune dove ha giocando stringendo i denti e faticando più del dovuto, il Gallo si è messo in evidenza negli ultimi due confronti con prestazioni da 23 e 20 punti. I Nuggets giocano un basket elettrizzante e divertente soprattutto al Pepsi Center dove vantano il miglior record casalingo della Lega (insieme a Miami) con 27 successi su 30 partite e ora possono sperare e sognare di guadagnare ancora posizioni per poter avere il fattore campo nel primo turno di PO, dove poi sarebbe quantomeno complicato per chiunque venire in Colorado a strappare una vittoria. 

Francesco Di Cianni

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