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venerdì 22 marzo 2013

Il Punto sull'NBA. Miami e Denver sanno solo vincere. I Lakers attualmente in zona playoff


Come di consueto andiamo a ripercorrere la settimana targata NBA, ad 1 mese circa dalla prima palla a due della postseason. 

Cominciamo dall’Est, la Conference più tranquilla e definita, quantomeno per quanto riguarda le squadre che parteciperanno ai playoff. Sì, perché le prime 8 squadre sembrano ormai sicure (come da un paio di settimane), mentre vi è molta incertezza sulle posizioni che queste occuperanno in griglia. Il problema non sussiste certamente per la prima moneta che è pressoché cosa fatta per Miami. Gli Heat sono diventati i detentori della seconda striscia di vittorie più lunga della storia (24) e puntano dritti a quelle 33 consecutive dei Lakers (quelli di West, Chamberlain, ecc…) che li farebbe entrare di diritto nell’Olimpo delle squadre NBA ogni epoca. Ma la striscia è stata seriamente in pericolo per due volte questa settimana: prima a Boston contro dei Celtics che, nonostante l’assenza di Garnett, non ci stavano a fare da vittima sacrificale per gli acerrimi rivali e hanno tirato fuori il “Celtic Pride”, portando la gara all’ultimo tiro, preso dall’MVP con il numero 6 e puntualmente mandato a bersaglio, rendendo vani gli sforzi dei Verdi e di uno strepitoso Jeff Green da 43 (fa piacere vederlo a questi livelli dopo aver saltato la scorsa stagione per un intervento al cuore); 48 ore dopo Miami è volata in Ohio in quello che fino a poche stagioni fa era il regno di LeBron, per la sfida con dei rimaneggiati Cavs, che hanno disputato una delle migliori prestazioni dell’anno, raggiungendo addirittura il +27 a metà terza frazione, dove gli Heat hanno “acceso” e trascinati da quello che una volta chiamavano King da queste parti (tripla doppia tanto per gradire per lui) sono tornati prepotentemente in gara con un parzialone da 37-10 per poi andare a vincere nel finale. Ormai precipitati a 11,5 partite di distanza, seguono i Pacers, in vantaggio e favoriti per la seconda piazza, lottano con le due compagini newyorkesi. Delle tre la più in forma attualmente sembra essere Brooklyn, più continua in termini di risultati rispetto a qualche tempo fa, grazie soprattutto alla ritrovata ispirazione di Deron Williams, tornato finalmente a mostrare il suo talento nelle ultime gare. Con Deron i Nets diventano un cliente pericoloso anche in prospettiva PO. Arrancano un po’ i Knicks, che mantengono la testa della Division grazie alle ultime due vittorie, ma che hanno chiuso un disastroso giro di 5 trasferte con una sola W, acciuffata all’ultima gara. Problemi evidenti nella fase che paradossalmente è il punto di forza di New York, cioè l’attacco, dove recentemente hanno fatto segnare la miseria di 63 punti! Ma è giustificabile dai tanti infortuni di questo periodo, che hanno obbligato coach Woodson a ridisegnare più volte le rotazioni. 

Quinta posizione attualmente occupata da Atlanta, complice un bel periodo con 5 partite e 4 vittorie, che aiutano gli Haws a prendere un minimo vantaggio sulle inseguitrici a 1 partita e mezza di distanza: Bulls e Celtics (record 36-31). La Chicago del nostro Belinelli non sta attraversando nelle ultime settimane un ottimo periodo, anzi: nel mese di marzo sono arrivate fin qui solo 3 vittorie a fronte di 6 sconfitte. Non un record esaltante per una squadra chiamata a cambiare marcia in questo finale di stagione per cercare di guadagnare 1-2 posizioni per i PO. Ma in questi ultimi anni la squadra allenata da Thibodeau si è sempre contraddistinta per la propria solidità e siamo sicuri che saprà riprendersi. Una spinta in questo senso potrebbe arrivare da Derrick Rose: le voci e le speculazioni su un possibile rientro si fanno sempre più insistenti, mentre lui dichiara che si sente a posto fisicamente ma “solo Dio conosce la data del rientro”, che potrebbe essere domani, tra 1 settimana o l’anno prossimo. Intanto il Beli continua ad essere uno dei protagonisti e uno dei più utilizzati da coach Tibs: in settimana è andato in scena a Chiacago il derby tutto italiano con Gallinari, finito all’OT e tra mille polemiche, dove Belinelli è rimasto sul parquet per ben 51 minuti, collezionando anche 18 punti, 8 rimbalzi e 2 assist (4 recuperi e 0 turnovers) vincendo lo scontro diretto con il connazionale. Boston è anch’essa reduce da 2 sconfitte, arrivate, però, sul filo di lana: nella prima già citata sfida contro gli Heat, si è dovuta inchinare al numero 6, mentre nella seconda è stata punita in trasferta da un tap-in vincente a 3 decimi dalla sirena della prima scelta assoluta Davis a New Orleans. 

Ottava posizione al sicuro per i Bucks, che viaggiano intorno al 50%, non lontanissimi da chi li precede. Continua il periodo nero dei Pistons, ancora senza vittorie a marzo, mentre sono da segnalare le 2 W di fila di Charlotte, evento che non accadeva da metà Novembre! 

Spostiamoci a Ovest. Qui la situazione si fa più interessante, con le 8 ancora da decidere e tutto ancora in bilico. Sempre al comando troviamo gli Spurs che sembrano aver risentito relativamente dell’assenza di Parker (dovrebbe rientrare a breve) e continuano a macinare vittorie su vittorie, con un ringiovanito Duncan a guidare un roster profondo con ogni sera un protagonista differente. Dietro ancora OKC, che non riesce a insidiare la leadership degli Spurs in maniera seria. Dopo 11 W in 13 gare, i Thunder si sono visti sbarrare la strada due volte consecutive da due squadre, Denver e Memphis, dirette inseguitrici, che al momento, però, non sembrano preoccupare coach Brooks. In realtà qualche granellino sembra essere entrato negli ingranaggi di OKC, soprattutto in vista PO, dove queste sconfitte potrebbero pesare da un punto di vista psicologico (1-2 nella serie di partite contro Memphis, 1-3 contro Denver). Anche le percentuali di Durant sono un po’ in calo dall’All Star Game e con lui ne risente, ovviamente, tutta la squadra. 

Per il terzo posto si è aperta una grande bagarre comprendente tre squadre: Memphis, Clippers e Denver. I Grizzlies attualmente sono terzi e vengono da due vittorie, l’ultima delle quali molto importante contro i Thunder arrivata all’OT con la provvidenziale deviazione vincente di Marc Gasol sull’errore di Randolph ad una manciata di secondi dalla sirena. Marzo difficile, invece, per i Clippers, dove alternano puntualmente una vittoria ad una sconfitta e da favoriti alla terza piazza si ritrovano ora risucchiati nella lotta per non perdere il fattore campo al primo turno dei playoff. CP3 e soci dovranno darsi una svegliata, quando manca una 30ina di giorni mal contati alla fine della regular season, perché gli avversari scappano. E scappano in particolar modo i Nuggets: squadra più calda della Western Conference con una striscia aperta di 14 vittorie, fortificata in settimana dalle preziose ed importanti W contro Memphis prima e Chicago e OKC poi, entrambe in trasferta in campi difficilissimi. Sembrava conclusasi allo United Center con la deviazione in volo di Noah sul tiro di Belinelli per il sorpasso Bulls nel finale, per gli arbitri, però, occorsa con la palla nel cilindro (cosa non permessa in NBA). Decisione che ha tolto i due punti ai Bulls e mandato su tutte le furie Thibodeau (vista la convalida poco prima di una deviazione di Koufos che sembrava sul cilindro). Nonostante fosse seconda partita di un back-to-back, invece, quella contro OKC si è rivelata una vittoria abbastanza netta e autoritaria, emblematica soprattutto per il valore degli avversari. La 14esima soffertissima W è arrivata nella notte contro una Philadelphia avanti di 5 con 10 secondi da giocare: ci ha pensato Brewer con 6 punti (tripla e 3 liberi) a mantenere viva la striscia. Gallinari sempre protagonista per intensità messa sul parquet, difesa, piccole cose sempre a messe dentro la partita, nonostante un periodo non esaltante in termini di percentuale dal campo. 

Staccata a 9 partite di distanza, Golden State riesce a mantenere la sesta posizione, nonostante cominci a sentire il fiato sul collo dei Rockets, tenuti dietro grazie allo scontro diretto di pochi giorni fa a Houston risolto in favore dei Warriors piuttosto facilmente con 30 punti di scarto e con il “Barba & Co.” tenuti a soli 78 punti, non usuale per il secondo miglior attacco della Lega (106.4). 

Ultima posizione valida per i PO occupata ancora dai Lakers, che nonostante l’assenza di Kobe riescono a portare a casa 2 vittorie su 3 partite. In realtà il 24 aveva anche provato a tornare in campo contro Indiana dopo sole 48 dalla brutta distorsione presa, ma dopo aver giocato l’intero primo quarto, non ha più preso parte alla gara, “vestendo i panni di coach”. Rientro previsto nella notte contro Washington, insieme al lungodegente Gasol: sarà interessante vedere ora (sperando non ci siano altri infortuni a tartassare LAL) come D’Antoni gestirà i suoi, ad 1 mese dalla postseason. A 1,5 gare troviamo Utah, la quale, complice un calendario complesso, non riesce a farsi sotto e recuperare. Più dietro sembrano quantomeno defilate Portland e Dallas, entrambe con 3,5 gare da recuperare. 

E mentre entriamo in quest’ultima fase di stagione regolare, decisiva in vista degli accoppiamenti playoff, in America impazza la “March Madness”: è iniziato il torneo NCAA che vedrà impegnati quasi tutti i giocatori che vedremo essere chiamati al prossimo draft, i talenti di domani, e tutti, ma proprio tutti (Obama compreso) compilano il proprio “bracket” con i pronostici delle gare. Arene strapiene, tifo assordante e gli occhi di tutta l’America puntati su uno degli eventi sportivi più elettrizzanti dell’anno. Se non ci credete, date un’occhiata…se non altro per ammirare quelli che poi diventeranno il futuro della NBA. 

Francesco Di Cianni

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