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domenica 3 marzo 2013

Il Punto sull'NBA. Si riapre la corsa alla vetta dell'ovest; Bargnani ormai ai margini a Toronto


E’ iniziata la seconda metà di Regular Season, quella che ci porterà dall’All Star Game all’inizio dei playoff, dove le squadre nelle prime 8 posizioni di Conference cercano il miglior piazzamento possibile, dove quelle a ridosso degli ultimi posti utili per la postseason cercano lo sprint decisivo e dove quelle nei bassifondi non si dannano l’anima alla ricerca di vittorie, per poi sperare in una scelta alta al prossimo draft. Ma andiamo a vedere la situazione attuale. 

Ad Ovest sempre al comando gli Spurs, che dopo aver macinato vittorie su vittorie tra gennaio e febbraio, nelle ultime 4 hanno un rendimento altalenante, soprattutto con la brutta sconfitta interna contro Phoenix, occorsa dopo un supplementare. La notizia più preoccupante arriva dall’infermeria per coach Pop: nell’ultima partita vinta dominando contro i Kings, l’MVP della squadra, Tony Parker, è incappato in un brutto infortunio alla caviglia e ne avrà per un mese. Di sicuro i neroargento sapranno districarsi bene da questa situazione, ma è davvero un peccato che proprio ora con Ginobili tornato a pieno regime (15 assists contro Sacramento, career high) si ferma un altro pezzo fondamentale, che può mettere in dubbio il primato di Conference. Primo posto che inseguono i Thunder, lontani 3 partite. OKC dopo 3 sconfitte a cavallo della pausa dell’All Star Game, hanno ripreso a correre vincendone 3 di fila, ma perdendo l’ultima in un campo difficile come quello di Denver. Dovranno essere bravi ora i giovani Thunder ad approfittare di eventuali passi falsi di San Antonio, anche se il calendario non gli viene certo incontro nelle prossime settimane, sebbene si avvicini lo scontro diretto proprio contro gli Spurs (11 marzo). 

Terzi sempre i Clippers, che nelle ultime 9 hanno ripreso a viaggiare, portandone a casa 8. Oklahoma è lì a mezza partita e già da stasera potrebbe esserci il sorpasso con il “big match” (se mi si passa il termine calcistico) allo Staples proprio contro Durant & Co. Anche i Grizzlies sono in un ottimo momento di forma. Dopo le prime esibizioni successive alla trade-Gay, Memphis ne ha infilate 8 di fila. Quasi tutte vittorie ottenute grazie ad una difesa che con l’innesto di Prince è diventata ancor più efficace. A raffreddarli ci hanno pensato gli Heat, in una gara punto a punto, giocata fino alla fine dai ragazzi di coach Hollins, grazie soprattutto ad un ottimo Gasol. 

Più indietro troviamo un terzetto che occupa le ultime tre piazze utili per i playoff. Sesti sono i Warriors, risucchiati in un vortice preoccupante di sconfitte (nelle ultime 13 sono 3-10). Dopo la pausa sembravano aver ritrovato lo smalto di inizio stagione, ma dopo 3 gare, hanno messo in fila 4 sconfitte, anche se tutte fuori casa, in campi tutt’altro che semplici, vedi Boston, Indiana e New York. Proprio nella grande Mela, Stephen Curry ha preso in mano la squadra sfoderando una prestazione fantascientifica: 54 punti con 11 su 13 da oltre l’arco!!! Massimo di punti stagionali per qualsiasi giocatore e a 1 tripla di distanza dal record NBA di 12 (detenuto da Kobe e Donyell Marshall). Ma non è bastata ai suoi, che dovevano fare a meno di Lee per la rissa scoppiata la partita precedente contro Indiana. Non stanno facendo faville dietro neanche Utah e Houston. I primi sono 1-3 nelle ultime 4, mentre i Rockets ne hanno vinta 1 delle ultime 3 nonostante avversari non proibitivi. Tre squadre racchiuse in 1 partita di distanza, che devono guardarsi alle spalle dall’esasperata rimonta dei Lakers. LAL da fine gennaio viaggia con un ottimo record di 12-5 ed ha messo nel mirino l’ottava piazza detenuta al momento da Houston, lontana 2 gare e mezzo. Sempre privi di Gasol che probabilmente rivedremo solo negli eventuali playoff, i Lakers sono sempre trascinati da un immenso Bryant, il quale sembra un uomo in missione, ancor di più dopo la scomparsa dello storico proprietario della franchigia Jerry Buss, pochi giorni fa. Ma la squadra sembra avere problemi soprattutto a infilare vittorie di “qualità” contro avversari più quotati. Probabilmente non sono ancora all’altezza delle superpotenze dell’Ovest, ma già vincere le partite “facili” sembra un passo avanti rispetto a 1-2 mesi fa. Non riesce ad uscire dal tunnel di sconfitte Minnesota, decimata dagli infortuni, che ormai può guardare alla prossima stagione e pianificare il futuro, nonostante un Rubio, in ripresa nelle ultime settimane, il quale sembra predicare nel deserto. 

Spostiamo nella Eastern Conference. Qui le cose sembrano essere un po’ più delineate con le prime 8 piazze già virtualmente assegnate. Resta solo da capire l’ordine. Anzi una posizione, la prima, sembra essere ipotecata fin da ora. I Miami Heat infatti hanno deciso di cambiare marcia e non perdono una partita da ormai un mese, conoscendo solo la vittoria da ben 13 gare. In settimana hanno rischiato di interrompere la striscia in casa contro dei sorprendenti Kings, che hanno trascinato gli Heat al doppio supplementare: lì sono usciti i due fenomeni di Miami che hanno confezionato una gara da 39, 7 assist e 8 rimbalzi, Wade, e 40 punti, 8 rimbalzi e ben 16 assist (massimo in carriera), LBJ. Quando i due sono in queste serate c’è veramente poco da fare. Tre giorni dopo hanno ospitato Memphis, anch’essa molto calda, decidendo la partita nel finale con un paio di accellerazioni del 6. Molto più staccato c’è un duetto che si contende la seconda posizione: Knicks e Pacers, a 6 partite e mezza. New York dopo 4 gare senza W, ha ritrovato il sorriso in casa contro i 76ers. Ne ha approfittato Indiana per rosicchiare partite ed agganciarli, con un record di 6-1 nelle ultime 7. Indiana sta cercando di reintegrare Granger, ritornato dopo mesi e mesi di assenza, che sta partendo dalla panchina e, dopo un paio di gare di adattamento, sembra migliorare e ritrovare la precisione di partita in partita. 

Dietro, un terzetto in mezza partita: Atlanta, Bulls e Nets. Gli Haws hanno vinto 4 delle ultime 5 e trascinate sempre più da Horford e Smith (libero di pensare solo al parquet passata la deadline per le trade) si candidano come quarta potenza ad Est. Anche perché dietro pare in difficolta Brooklyn, che dopo l’ottimo (nuovo)inizio con Carlesimo, è reduce da 4 L in 5 gare, ultima delle quali nell’importante gara dello United Center proprio contro i Bulls. 

A chiudere in settima e ottava posizione troviamo i Celtics, che vengono da un duro giro di 5 trasferte in 7 giorni con 2 sole W, e i Bucks. Milwaukee che si è mossa l’ultimo giorno di mercato andando a prelevare da Orlando l’ottimo JJ Redick, che va a dare qualità alla panchina e ad un attacco che già poteva contare su due esterni esplosivi come Jennings ed Ellis. Nelle ultime 3 sembrano aver trovato la quadratura del cerchio e un buon assetto andando a vincere su parquet difficili come Dallas e Houston e imponendosi in casa contro gli ottimi Raptors delle ultime settimane. 

Abbiamo detto virtualmente chiuso il discorso per le prime 8 posizioni perché la squadra più vicina è a ben 6 partita di distanza dai Bucks ed è Philadelphia che tutto sembra, tranne una squadra che dà l’impressione di poter svoltare la stagione mettendo insieme un importante filotto di vittorie. Anzi, questa squadra sembra più essere Toronto, che però è ormai lontanissima. 

E proprio con Toronto apriamo il capitolo degli italiani. La squadra canadese, dopo un periodo di 6 vittorie in 7 gare, sta arrancando con 4 L filate. Di certo però non sta brillando il nostro Bargnani, ai margini della rotazione partendo dalla panchina e anche quando coach Casey lo tiene in campo per oltre 30 minuti, fa fatica ad andare in doppia cifra, cosa che per un giocatore con le sue qualità offensive dovrebbe essere quasi scontato. Chicago occupa attualmente la quinta posizione, in lotta per la quarta, trascinata da un Noah che in settimana ha fatto registrare un tripla doppia da antologia con 23-21 (punti e rimbalzi) e 11 stoppate, numeri fatti segnare nella storia solo dai più grandi. Belinelli ultimamente, in contumacia Hamilton, sta partendo in quintetto, portando puntualmente il suo mattoncino alla causa dei Bulls, sempre in attesa e col fiato sospeso per notizie riguardanti Rose. Infine andiamo in Colorado, dove i Nuggets hanno ripreso la loro marcia da dopo l’All Star Game. Da allora hanno perso solo 1 partita, consolidando la quinta posizione ed, anzi, facendo un pensierino a scalzare i Grizzlies, ora ad 1 partita e mezza. Gallinari, causa un ematoma alla coscia, è stato costretto ai box per 3 gare, ritornando ad occupare il suo posto in quintetto nella gara casalinga contro OKC. Seppur ancora visibilmente acciaccato, il Gallo ha fatto il suo giocando anche nel finale i possessi decisivi. Gara decisa (quasi) allo scadere da un canestro di Lawson, che fa cadere i campioni di Conference in carica e preoccupa molto addetti ai lavori, che vedono i Nuggets crescere ogni partita. Probabilmente non saranno tra i favoriti per il titolo e neanche per arrivare alle finali all’Ovest, ma di sicuro tutti dovranno stare attenti nella postseason ad una squadra giovane e atletica come quella di Karl che in casa non ha veramente paura di nessuno. 

Francesco Di Cianni

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