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lunedì 11 marzo 2013

Il Punto sul campionato. La Juventus ipoteca lo scudetto; Milan ad un passo dal secondo posto


La ventottesima giornata ha chiuso quasi definitivamente i giochi per lo scudetto. 9 punti di vantaggio sul Napoli sembrano tanti, troppi. Se anche gli azzurri riuscissero a vincere tutte e 10 le partite rimanenti, è difficile pensare che comunque i bianconeri possano lasciare per strada 10 punti. Tricolore dunque quasi assegnato grazie al gol di Giaccherini, un po’ l’emblema di una Juve operaia, di una Juve composta anche da elementi molto professionali che vengono chiamati in causa molto raramente, ma in quelle poche volte riescono comunque ad essere decisivi. 

Se la lotta al vertice appare ormai chiusa, questa giornata ha riaperto prepotentemente alcune contese che sembravano già archiviate, ovvero quella per il secondo posto e per la salvezza. 

Il Napoli è in profonda crisi. Nelle ultime 5 partite ha raccolto solo 4 punti, una media da retrocessione. Se consideriamo anche lo 0-5 incassato dal Viktoria Plzen tra andata e ritorno di Europa League, si evince che nella squadra di Mazzarri ci sia qualcosa che non va. Al Milan, di contro, va tutto bene, e sembra aiutato anche dalla dea bendata: i gol che hanno permesso alla squadra di Allegri di affondare il Genoa sono giunti dai piedi di Pazzini e Balotelli, entrambi infortunati e prossimi alla sostituzione. Un’eventuale passaggio del turno in Champions League ai danni del Barcellona, anziché rubare energie ai rossoneri, probabilmente contribuirebbe a galvanizzare ulteriormente un ambiente con il morale già alle stelle. 

Due lunghezze di distacco dai partenopei sono un’inezia, specialmente se si pensa che appena cinque giornate fa le due squadre presentavano 9 punti di differenza. Tra un mese a San Siro sarà Milan-Napoli, chissà con quale classifica e soprattutto con quale stato d’animo ci arriveranno le due squadre. 

Alle spalle di questo due ecco la straordinaria Fiorentina, una squadra estremamente discontinua ma che, quando imbecca una di quelle serate, è paragonabile al Barcellona della gestione Guardiola. La Lazio, che fino ad ora aveva dimostrato di saper tenere testa a chiunque (la Juventus in primis), ha alzato bandiera bianca senza neanche combattere, un po’ come accadde all’Inter un paio di settimane fa. Nell’ultimo mese abbiamo assistitito al riscatto completo di Liajic, ancora oggetto misterioso fino a qualche tempo fa ma finalmente giunto alla ribalta mostrando tutto il talento di cui è in possesso, oscurando per larghi tratti il ben più pubblicizzato Jovetic. Dopo El Hamdaoui, Toni e Larrondo, finalmente Montella ha trovato il compagno di reparto giusto per il montenegrino. 

Lazio e Inter, in lotta per lo scudetto fino a qualche settimana fa, stanno lentamente mollando la presa in campionato, rischiando addirittura di precipitare fuori anche dalle posizioni valide per la qualificazione alla prossima Europa League. La Lazio potrebbe ancora consolarsi con il probabile approdo ai quarti di finale dell’edizione attuale di Europa League, oltre che con la finale di Coppa Italia; al contrario l’Inter ha perso la gara d’andata in entrambe le competizioni, contro Roma e Tottenham. La stagione rischia di andare farsi benedire anzitempo, e con essa Stramaccioni, allenatore in totale confusione. Mai infatti, neanche nel periodo positivo dei neroazzurri, si è intravisto uno straccio di gioco da parte della sua squadra. Attaccarsi all’infortunio di Milito è ridicolo per una formazione come l’Inter. 

Chi si rivede!? Amauri, dopo un’annata decisamente opaca, regala al Parma una strepitosa tripletta grazie alla quale la sua squadra ritrova i 3 punti dopo tre sconfitte consecutive. Qualche barlume dell’ex grande giocatore dei tempi del Palermo riaffiora di tanto in tanto. 

A proposito di Palermo, la sconfitta interna contro il Siena ha sancito quasi certamente la retrocessione dei siciliani in serie B. La quota salvezza è ancora relativamente vicina, a soli 5 punti, ma per una squadra che non vince dal 24 novembre appare comunque una distanza enorme, anche perché le squadre che la precedono, Siena e Genoa, hanno decisamente una marcia in più.

Stefano Panza

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