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domenica 16 giugno 2013

Il Punto sulle Finals NBA dopo gara 4


Le Finals NBA sono finalmente entrate nel vivo, dopo 4 gare intense ed emozionanti, siamo arrivati alle fasi finali della serie e dell’intera stagione, dove comincia a fare veramente caldo (non solo per la temperatura in risalita) e dove solo i giocatori con una certa dose di attributi possono prendere parte alla diatriba. Ma in attesa delle 2/3 partite finali, andiamo a ripercorrere cosa è successo finora, come siamo arrivati, dopo 4 gare, sulla parità.

- Come è stato

Prime due gare svoltesi a Miami, con gli Heat, dunque, con il fattore campo dalla propria. Pronti, via e subito la serie si accende con San Antonio capace di “rubare” partita all’American Airlines Arena e vantaggio di campo a James e compagni. Gara 1 che è, ad ora, a mani basse la partita più bella ed emozionante della serie finale, con gli Spurs per la maggior parte della disputa ad inseguire e a riacciuffare gli Heat solo nell’ultima frazione. Partita decisa nel finale, nell’ultimo possesso degli Spurs con una “porcheria” trasformatasi in magia di Tony Parker: il francese, che dopo aver tenuto per metà del tempo la palla nelle mani, si è avventurato in palleggio tra una selva di braccia avversarie perdendo e recuperando il possesso per 3-4 volte, mettendo a terra un ginocchio e nel rialzarsi, con addosso LeBron, avendo la freddezza di girarsi sul perno, fare una finta e lasciare andare la sfera letteralmente 1 millesimo prima che la sirena dei 24 suonasse, trovando uno dei canestri più incredibili della storia delle Finals e regalando agli Spurs la prima vittoria e il vantaggio nella serie. In tutto questo è passata quasi inosservato la tripla doppia di un James capace di catturare ben 18 rimbalzi! Gara 2 sempre a Miami con gli Heat già spalle al muro, non potendo permettersi di perderne due di fila in casa. Ed infatti dopo oltre metà gara equilibrata, a fine terzo quarto i ragazzi di coach Spoelstra prendono il largo con un Mario Chalmers sugli scudi e top scorer della gara. Vera differenza dalla partita precedente sono state le palle perse (17 a 6 a favore degli Heat) dopo che gli Spurs nel primo capitolo della serie erano riusciti nell’impresa di perdere appena 4 palloni!

Serie che per gara 3 si sposta in Texas, e partita diametralmente opposta alla precedente. Dopo il dominio Heat, i tiratori in maglia neroargento, tornati tra le mura amiche, sono diventati pressoché infallibili: il 7 su 9 di Green e il 6 su 10 di Neal dalla lunga distanza hanno guidato San Antonio ad un sonoro +36 finale, facendo registrare il record NBA per le Finals di 16 triple in una singola gara! A fare la differenza, oltre alla pioggia di triple, l’ottimo partita di Leonard, che con 4 recuperi ed una delle migliori difese individuali sul numero 6 di Miami da ché si ha memoria, ha portato ai suoi punti facili in contropiede e ha limitato il Prescelto ad una partita decisamente sotto il par, senza mai andare in lunetta, caso più unico che raro per l’MVP della lega. Gara 4 ancora all’AT&T Center, con un James pronto a rifarsi dalla disastrosa (per lui) prestazione precedente. Subito più aggressivo il talento di Akron che a fine gara farà registrare 33 punti ed una prestazione che non ha niente a che vedere con quella di gara 3. Ma il vero dominatore della partita è senza dubbio alcuno Wade, che sembrava essere uscito dalla macchina del tempo, direttamente dal 2006, quando dominava le Finals. Gara inspiegabile per il chicagoano, che da una decina di gare (escludendo gara 7 contro Indiana) a questo parte, vittima di problemi alle ginocchia, mostrava solo a tratti ed in piccola dose il proprio talento. 32, 6 rimbalzi e 6 recuperi ed il pieno possesso della gara, soprattutto ad inizio quarto periodo, quando, con in panchina LeBron, ha preso in mano la squadra dando lo strappo decisivo alla partita.

- Com’è

Fin qui dunque, mai una squadra capace di bissare il proprio successo della gara precedente, ed una serie che ha dato tante indicazioni, ma al contempo ha tolto anche tante certezze. Mai una gara simile ad un’altra, giocatori sugli scudi una sera ed inesistenti alla gara successiva, una squadra che attua un piano partita una volta e scombussola le carte la volta dopo…Insomma una serie finale incerta e forse per questo ancor più bella, anche se ad ora abbiamo potuto godere di una sola gara tirata fino al 48esimo.

A giudicare dalle dichiarazioni postpartita, LeBron promette battaglia per gara 5, intenzionato a vincere consecutivamente per la prima volta dopo 10 incontri (nella serie precedente ad una vittoria era sempre seguita una sconfitta e viceversa), ipotecando la serie che poi tornerà a Miami per le due gare conclusive

- Come sarà

Per San Antonio i problemi principali vengono da due dei suoi giocatori chiave: Ginobili e Parker. Il francobelga dopo gara 3 ha accusato un lieve stiramento al bicipite femorale della gamba sinistra ed ha strinto i denti per essere in campo in gara 4: dopo un primo tempo ad alti livelli, il rendimento del numero 9 è drasticamente calato nella seconda metà. Se fossimo in regular season si sarebbe fermato per una decina di giorni, ma queste sono le Finals e si DEVE giocare sopra il dolore. Gli Spurs sperano che dopo un giorno di riposo in più e passando le giornate immerso nel ghiaccio, la situazione possa migliorare e il play possa essere almeno vicino ai suoi standard abituali, anche perché altrimenti sarà durissima per San Antonio. Come se non bastasse si devono fare i conti anche con le grandi difficoltà in queste Finals di Ginobili. L’argentino sta tirando in maniera pessima, non raggiungendo neanche lontanamente i 10 punti a gara. Il 20 si sta dedicando maggiormente a mettersi al servizio dei compagni, portando palla e giocando da palleggiatore il pick and roll per trovare il tagliante o i tiratori sul perimetro. Peccato, però, che i suoi non stiano dandogli una grande mano da questo punto di vista, non capitalizzando alcuni suoi assists al bacio, primo fra tutti Splitter, in gravi e crescenti difficoltà lui pure, soprattutto dopo taglio a canestro e ricezione, venendo aggredito e spesso scippato del pallone dagli aiuti a centro area degli Heat. Quindi si fa dura, durissima per San Antonio se Ginobili è questo e se Wade è anche solo vicino al Wade visto in gara 4. Miami spera che Flash sfoderi altre prestazioni del genere e che il ginocchio non torni a limitarlo troppo, come nelle prime 3 uscite. Una mano è arrivata anche dall’altro membro dei Big 3, Bosh, che, dopo le accuse mossegli dopo l’inizio delle Finals per la scarsa aggressività e le basse percentuali, si è preso la sua rivincita con una gara 4 ad altissimi livelli, doppia doppia da 20 e 13 e grande presenza sotto le plance.

Mossa decisiva, però, potrebbe essere stata quella di Spoelstra, che ha “promosso” in quintetto Miller. Decisiva non tanto per l’apporto del tiratore ex Memphis, ma quanto per l’abbassamento del quintetto ed il conseguente allargamento del campo, aprendo l’area per Miami e che ha permesso agli Heat di giocare un basket a loro più congeniale. Popovich è stato subito costretto ad adeguarsi a questo tipo di gioco per una questione di accoppiamenti difensivi, togliendo Splitter fin da subito e giocando spesso e volentieri a 4 piccoli: non il tipo di gioco che San Antonio ha utilizzato di più durante l’anno e non il tipo di gioco che vuole usare contro Miami.

Il vero ago della bilancia, come predica da sempre Pop a ragion veduta, sono le palle perse che generano tanti punti facili al contropiede micidiale di James e Wade. Non a caso nelle due vittorie (4 e 13) e nelle due sconfitte (17 e 19) i dati parlano chiaro.

Aspettiamo con ansia gara 5, quella che in America chiamano “pivotal”, quella su cui molto probabilmente girerà la serie. Una sconfitta per i neroargento potrebbe risultare fatale, visto che poi ci si sposterà a South Beach per gara 6 e 7 ed è quantomeno difficile da immaginare due sconfitte per gli Heat nel parquet di casa. Nella sua storia, inoltre, gli Spurs non sono mai stati indietro in una serie finale! Che dire…gli ingredienti per assistere ad una partita emozionante, intensa ed equilibrata ci sono tutti. Non ci resta che aspettare qualche ora e goderci lo spettacolo del basket al suo meglio, al massimo livello mondiale.

Francesco Di Cianni

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