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venerdì 28 giugno 2013

Prime considerazioni sugli scambi che hanno movimentato la notte del draft NBA

La notte del draft 2013 sarà ricordata, oltre che per la scelta di Anthony Bennett al numero 1, anche per alcune trade di un certo interesse. Andiamo ad analizzare le conseguenze che tali scambi potrebbero apportare alle squadre coinvolte.

Partiamo dai Memphis Grizzlies, che hanno scambiato Darrell Arthur e la 55esima scelta per Kosta Koufos, centro greco autore di 8 punti e 7 rimbalzi di media nei 22 minuti giocati a partita nella stagione appena trascorsa. L’ex Nuggets è partito titolare in tutte le 81 partite da lui giocate, venendo spesso preferito a Javale McGee. Difficile dunque pensare che un giocatore di questo livello, non esplosivo atleticamente ma molto utile dal punto di vista tattico, possa fare l’ombra di una star come Marc Gasol: improbabile vederli in campo insieme, più plausibile invece che il greco debba accontentarsi di giocare quei 10/15 minuti a partita quando lo spagnolo siederà in panchina. Un po’ sprecato a nostro avviso…che sia soltanto il primo passo per inserire Marc Gasol in qualche trade?

Ha fatto molto scalpore la cessione di Jrue Holiday ai New orleans Pelicans in cambio della sesta scelta Nerlens Noel e di una prima scelta 2014. In effetti sacrificare uno dei migliori 6/7 playmaker della lega, peraltro in continua ascesa, è sembrato un chiarissimo autogol da parte dei 76ers. Eppure tutto ciò ha molto senso. Intanto Philadelphia ha pescato, con la scelta numero 11, Micheal Carter-Williams, promettente playmaker da Syracuse. Meno attaccante di Holiday, ma un grande fisico ed un’eccellente abilità difensiva sono ottime basi da cui ripartire in cabina di regia. Con Noel (a patto che i suoi problemi fisici vengano risolti per bene) sotto le plance si aprono per i 76 due possibilità: tentare di rifirmare Bynum, schierando la coppia Noel-Bynum, un duo incredibilmente efficace in difesa, oppure cercare un altro lungo di spessore nel mercato dei free agent, forti di circa 23 milioni di spazio salariale (perché la cessione di Holiday ha liberato ulteriori 9 milioni). Senza contare che l’anno prossimo i 76ers avranno due prime scelte (a prima vista medio-alte) in un draft che si annuncia ricchissimo di talento….

New Orleans di rimando riceve un playmaker di alto livello, Jrue Holiday appunto, che formerà con Anthony Davis uno degli assi play-pivot più interessante della lega. Ci dispiace però sottolineare che l’arrivo di Holiday toglierà inequivocabilmente spazio a Greivis Vazquez, forse l’unica nota lieta della passata stagione degli allora Hornets. Peccato perché Vazquez ha dimostrato di meritare lo status di play titolare (13 punti e 9 assist di media) nonostante il bassissimo costo (poco più di 2 milioni l’anno prossimo). Probabile a questo punto una sua cessione. Avremmo compreso maggiormente, ad essere sinceri, una trade che coinvolgesse Taddheus Young, giocatore che ricopre un ruolo totalmente scoperto tra i Pelicans. 

Veniamo allo scambio principale della notte: Con l’acquisizione di Kevin Garnett e Paul Pierce i Brooklyn Nets hanno completato un quintetto notevole che comprende anche Deron Williams, Joe Johnson e Brook Lopez. Ok, e poi? La panchina lascia alquanto a desiderare: Jason Terry perde colpi, Mirza Teletovic non ha praticamente mai ingranato, Mason Plumlee è stato appena scelto al draft. Troppo poco per una panchina che, data l’età avanzata e la propensione agli infortuni del quintetto titolare, si teme debba dare un contributo decisamente superiore alle sue reali possibilità. E le tre prime scelte dei prossimi 5 anni cedute ai Celtics non aiuteranno certamente a ricostruire….

Crediamo invece che i veri vincitori della nottata siano i Boston Celtics. Hanno smembrato definitivamente un nucleo che, ormai era palese, non sarebbe stata più in grado di vincere il titolo. Ecco dunque la ricostruzione, che partirà da Gerald Wallace, un giocatore che ha espresso il massimo quando è stato la prima punta di una squadra (ad esempio a Charlotte), anziché il quarto violino (come ai Nets). È un attaccante puro, un punto fermo de nuovi Celtics. Humphries è un ottimo rimbalzista e discreto tiratore, ma il suo pregio maggiore è senz’altro il contratto da 12 milioni in scadenza nel 2014, quando Boston avrà anche 2 prime scelte da spendere in un draft che, come detto, si preannuncia scoppiettante. Si ripartirà dunque da Rondo, Green e Wallace, una squadra complessivamente più giovane e decisamente più lunga (da non sottovalutare l’innesto, incluso nella trade, di Reggie Evans, rimbalzista senza eguali in NBA).

Stefano Panza

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