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venerdì 14 dicembre 2012

Il Punto sull'NBA. Golden State fa paura, New York è incontenibile


Riprendiamo da dove ci eravamo lasciati…e cioè dall’Oklahoma! Perché i Thunder erano e rimangono la squadra più calda dell’NBA, con una striscia aperta di 9 vittorie e sempre più in vetta alle classifiche. In questo momento KD e soci sembrano avere veramente una marcia in più rispetto a tutti e soprattutto, dopo un periodo di naturale adattamento, sembrano non risentire più di tanto della mancanza del “barba”. Il loro attacco è letteralmente non stoppabile dagli avversari, anche grazie ad un sesto uomo di lusso come è Kevin Martin, che se si fa una questione di mettere punti a referto è al top della lega. Bisognerà vedere se lo stesso discorso si potrà fare ai playoff (l’anno scorso il barba aveva dato una “discreta” mano nella cavalcata fino alle Finals), ma in questo momento, con i ritmi e le pressioni della Regular Season sono una (se non due) spanne su tutti. 

OKC è in vetta alla Western anche grazie alle due sconfitte consecutive rimediate dagli Spurs, sempre privi di due pedine importanti come Jackson e Leonard. La cosa non sarà andata giù a Pop che ha visto i suoi perdere consecutivamente per la prima volta in stagione, specialmente dopo che la prima di queste è arrivata, seppur in un campo difficile come quello di Utah, ma alla scadere grazie ad una tripla da oltre 8 metri con mano in faccia di Mo Williams, e la seconda al Rose Garden di Portland per mano del rookie delle meraviglie Damian Lillard. Due sconfitte consecutive anche per gli ottimi Memphis Grizzlies di inizio stagione, che si trovano ora terzi ad Ovest. 

Incandescente è, invece, Golden State. I Warriors sono reduci da 5 W filate, ultime delle quali presa di forza a Miami, in casa dei campioni in carica, grazie ad un canestro allo scadere di un altro rookie, Draymond Green, dimenticato a meno di 1 secondo dalla sirena solo soletto sotto canestro. Vittoria che fa capire che la squadra di Mark Jackson fa sul serio e non è un caso se si trova con un record che recita 15 vittorie a fronte di sole 7 sconfitte, arrivato nonostante siano praticamente dall’inizio senza il loro centro titolare (Bogut), ma con una grande identità di squadra, con ognuno che porta il proprio mattoncino alla causa e con una difesa tra le migliori della lega per percentuale concessa (43,3%). E’ tornato il sorriso alla Baia. 

Stesso discorso non si può certo fare a Los Angeles, sponda gialloviola. I Lakers sono sempre più in crisi nera, e c’è da crederci se perfino il Mamba ha dichiarato che questo è uno dei peggiori momenti della sua storia a LA (e 2-3 cose le ha viste…). Ancora fuori Gasol e sembra non arrivare più il momento del ritorno di Nash, che ha detto di non riuscire a correre e di averne ancora per circa 2-3 settimane. Intanto i suoi compagni ne perdono 4 in fila (e 6 delle ultime 7), con un Kobe che predica nel deserto, giocando un basket offensivo scintillante, che però non serve molto alla causa visto che 12 volte è andato sopra i 30 e ben 11 ne è uscito sconfitto! Coach D’Antoni dà sempre il meglio con le spalle al muro…gli auguriamo di riuscirci anche stavolta! 

Spostandoci ad Est troviamo sempre in vetta i Knicks, che sono diventati quasi unanimemente i favoriti di Conference, sfoggiando un roster completo e profondo, un leader difensivo come pochi (Chander) e uno offensivo indiscutibile (Melo). Però…si c’è IL però! Tra poco torna Stoudemire e allora tutti dovranno adattarsi nel gioco e nel minutaggio. Ma nel frattempo a NY si godono il momento guardando tutti dall’alto, grazie ad un attacco divertente ed efficace, diciamo “alla D’Antoni”. E al coach di LAL si saranno drizzati i baffi nel vedere la sua ex squadra giocare come avrebbe voluto lui (impresa mai riuscita nei suoi anni nella grande Mela) proprio sotto i suoi occhi, nella vittoria dei Knicks al Madison contro i Lakers. 

Ottimo momento per gli Hawks, vincenti in 10 delle ultime 12 e balzati al terzo posto. Atlanta ha cambiato molto rispetto alle ultime annate, ma per il momento i cambi sembrano aver dato giovamento all’ambiente, con un gioco spumeggiante se paragonato a quello compassato degli scorsi anni. Momento difficile invece per i Nets che hanno trovato la W dopo ben 5 sconfitte consecutive seppur arrivate contro avversari di prim’ordine come Heat, OKC, Warriors, Bucks e soprattutto Knicks, nel derby di NY, deciso da una tripla nel finale del sempiterno Kidd (con annesso “calcetto alla Miller”). La cosa fa ancora più male se 4 di queste debacle sono arrivate sul parquet di casa. In leggera risalita le quotazioni dei Celtics, che hanno avuto bisogno di un grande Rajon Rondo in odore di tripla doppia per sbarazzarsi in doppio OT di Dallas. Continuano le gravi difficoltà per i Bobcats di MJ, che ormai vedono gli spettri dell’anno scorso dopo ben 10 sconfitte consecutive e risucchiati sempre più giù in classifica. 

Per quanto riguarda i nostri connazionali, sempre più in mostra Belinelli in quel di Chicago, grazie ad ormai sempre ottime prestazioni, sia per punti che per minutaggio e dedizione alla fase difensiva, non facendo rimpiangere per nulla il buon vecchio Rip Hamilton, libero di tornare con tutta calma visto l’ottimo lavoro che sta svolgendo il ragazzo ex Fortitudo Bologna. Per Gallinari prestazioni discrete ma la cosa che più preoccupa a Denver è il periodo difficile per la squadra, reduce da un periodo piuttosto altalenante avendo portato il record sotto il 50%, ma di certo fin qui il calendario non è stato benevolo con la squadra del Colorado, tenendoli spesso e volentieri a giocare lontani dal Pepsi Center. Se per i Nuggets è un momento no, per i Raptors di Andrea Bargnani sembra essere (l’ennesima) stagione no. Ormai divenuta, anche a detta della ex scelta numero 1, una delle peggiori squadre NBA, a complicare le cose è arrivato anche un infortunio per il nostro portabandiera che lo terrà presumibilmente lontano dai campi per qualche settimana. Cosa dire…quando piove, poi grandina! 

Intanto noi facciamo un appello che avevamo fatto anche qualche puntata fa. Invitiamo tutti a votare per i nostri all’All Star Game, quando manca circa 1 mese alla chiusura. Noi, nel nostro piccolo, cerchiamo di dare una mano, tentando di spingere i nostri a Houston nel weekend delle stelle…oh se poi una mano ce la da perfino Tim Duncan (che dichiara: “non mi votate eh…più tempo per la famiglia!”) noi la accettiamo volentieri. 

Francesco Di Cianni

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