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sabato 22 dicembre 2012

L'angolo della tattica. L'arsenal di Wenger


Se andate a Londra, nei quartieri più antichi della città, e girate tra pub, ristoranti (soprattutto nel nord di Londra, precisamente nel Borough of Islington ) troverete sicuramente sciarpe o piccoli vessilli rosso-bianchi, con un cannone raffigurato sopra, si perchè a Londra la squadra senza alcun dubbio più tifata sono i Gunners, ovvero sia l'Arsenal.

Dal 1886, anno di fondazione, è sicuramente la squadra che nella capitale britannica, ha riscosso più attenzione, attraendo a se sempre più persone, sempre più tifosi, che si giochi all'Highbury o all'Emirates Stadium (costruito nel 2006).

Come sappiamo, svariati sono i derby a Londra, per via delle sue innumerevoli squadre (8), per cui le tifoserie sono ben frazionate per quartieri, ma appunto il vecchio stile ed il blasone british si ritrova sempre in questi colori.

La storia passata dei Gunners, cui manca solo di una Coppa Campioni, è costellata di vittorie storiche, di campioni ancora oggi osannati, e tutto questo un pò si è perduto in queste ultime stagioni. Nonostante la guida sia affidata ad un altro mostro sacro del calcio, Arsene Wenger, in carica dal 1996, l'Arsenal, dal 2006, dopo la costruzione del nuovo stadio, ha varato un progetto basato sui talenti da lanciare nel mondo del calcio, cosa che per altro ha sempre fatto, ma specie negli ultimi anni, la squadra è quasi composta da ragazzi sfornati dalla primavera Gunner.

Analizzando questa squadra 2012/13, sicuramente la prima cosa che guardiamo è il dato anagrafico medio, una squadra di 23-24 anni scende in campo con un 4-2-3-1, modulo ormai fisso anche nelle giovanili, così da istruire il futuro calciatore ai metodi della prima squadra fin da subito.

Con i nostri famosi blocchi, partendo dalla difesa, troviamo il ballottaggio Mannone-Szczęsny, dopo che quest'ultimo è stato fermo per infortunio: Per Wenger, il numero 1 della squadra deve essere abile e sicuro nell'inizio dell'azione, così da avere a disposizione sempre un uomo in più per giocare la palla ed avere un'uscita alta giocabile rasoterra, ad imbeccare i terzini pronti con il corpo laterale a ricevere palla e giocarla quindi in velocità. Certo il portiere, che sia Mannone o Szczęsny, non garantisce quella sicurezza tra i pali che serve ad una squadra da titolo, anzi spesso l'Arsenal subisce gol, piuttosto banali, proprio a causa di errori del portiere.Ovviamente non è il caso di attribuire tutte le colpe all'estremo difensore in questione, ma al sistema difensivo che come sappiamo parte anche dal sacrificio delle punte. Guardando i numeri dicono di 23 partite ufficiali e 24 gol subiti, segno che qualcosa di negativo, oltre l'inesperienza, c'è.

Lo schieramento a quattro conta sulla presenza del duo centrale Mertesacker e Vermaelen ormai coppia fissa, cui grava il compito di amministrare la fase di possesso palla a terra, aprendo nel minor tempo possibile, le linee di passaggio per i terzini. Nella fase di possesso nonostante ci troviamo di fronte ad una squadra aggressiva che non rinuncia mai ad imporre il proprio gioco, i centrali non superano la linea del centrocampo, dando copertura alla squadra con il mediano del centrocampo.

Nella fase di non possesso, la squadra difende praticamente in nove uomini, con uno schieramento a zona, che spesso nelle diagonali porta qualche problema se gli esterni non ricoprono gli spazi lasciati liberi dalla linea della palla.Nonostante le marcature a zona, non è raro vedere Vermaelen uscire sul portatore avversario così da non permettergli una manovra fluida, questo in quanto il diktat di Wenger è il recupero della palla per una manovra veloce.

Non viene disdegnata nemmeno la tattica del fuorigioco, ordinata sempre dai centrali, ma questa avviene soltanto quando gli avversari muovono la palla in diagonale dall'esterno verso l'interno. Quando non avviene la tattica del fuorigioco, in genere Mertesacker arretra di qualche metro per tenere la squadra bilanciata, mentre Vermaelen esce sulla punta che riceve palla.

La costruzione di gioco passa come detto dai piedi dei terzini, Sagna o Jenkinson a destra, Gibbs a sinistra, che ricevono la palla nello spazio esterno e cercano di continuare l'azione sulla stessa, imbeccando così gli esterni d'attacco, che approfittano delle sovrapposizioni dei terzini per scaricare la palla a questi che poi andranno al cross, o rientrare e cercare il tiro. Qualora questa manovra fatica ad avere seguito, la palla si riversa su Arteta, vero metronomo della squadra, che detta i ritmi di passaggio sempre con eleganza ed intelligenza. 

A centrocampo, lo schieramento a due, Arteta con il rientrato Wilshere (prima con Ramsey) ha molta qualità e in fase di inserimento senza palla (entrambi riescono ad inserirsi tra le linee con intelligenza) e nelle trame di gioco palla a terra. Arteta come detto è un regista ma che se anche inserirsi e questo gli permette di giocare come ama il mister, ovvero sia con 2 massimo 3 tocchi che portano così la squadra a consumare la manovra in pochi secondi, a discapito dell'avversario che quindi deve tenere una concentrazione ed intensità di difesa sempre molto alta. Wilshere invece è il classico interno bravo nelle trame di gioco in fase di possesso, ma anche intelligente in fase di non possesso, in quanto riesce con maestria a recuperare la palla e far ripartire la manovra sugli esterni (somiglia molto e per gioco e per movenze al centrocampista nerazzurro Cambiasso).
In fase di possesso come detto, gli inserimenti sono sempre tanti, e difatti l'Arsenal attacca in 8, dato che ci fa capire come nonostante l'età, nonostante l'avversario, questa squadra è sempre molto spettacolare e non rinuncia mai alla propria filosofia di gioco, rendendola una squadra sempre bella da vedere.In fase di non possesso, le richieste del mister sono rivolte soprattutto agli esterni, ce devono quindi scalare andando a formare un 4-4-1-1 in linea, proteggendo così, seppur con linee alte, la difesa che riesce a placare gli inserimenti. Dalla teoria alla pratica però ne passa ed infatti spesso gli esterni chiudono con ritardo, e questo fa pagare dazio alla squadra che spesso e volentieri subisce gol proprio quando l'azione nasce per vie esterne.

La fase offensiva, ovviamente, si conclude con le giocate dei 4 d'attacco, sempre pronti ad andare in velocità e concludere la manovra in pochi secondi.

Analizzata la fase di non possesso, passiamo alla fase dove loro risultano fondamentali, ossia in fase di transizione: avvenuto il recupero della palla, generalmente Arteta, lancia gli esterni in profondità che ricevendo la palla in corsa grazie al lancio in diagonale, possono accentrarsi e puntare la porta, approfittando del loro dribbling. Gervinho, Podolski, Chamberlain, Walcott, sono giocatori (molto alternati) con le medesime caratteristiche, ergo chiunque giochi sa cosa deve fare in campo e Wenger quindi si affida molto alla loro velocità, intensità ed al loro dribbling in corsa, con una preferenza per Podolski nelle partite che contano in quanto giocatore più "vecchio" ed esperto.

Nella fase di possesso, la manovra deve essere più ragionata, e quindi Wenger, obbliga gli esterni a non puntare sempre l'uomo ma di trovare il passaggio centrale per il trequartista Santi Cazorla, faro delle manovre d'attacco, che grazie alla sua statura, approfittando del baricentro basso, riesce ad attrarre a se anche un raddoppio durante la difesa della palla e quindi cercare trame di passaggio per gli inserimenti. Lo spagnolo risulta il più preciso nell'ultimo passaggio, a differenza degli esterni, che magari spendono qualcosa in più anche in fase di non possesso (Cazorla rimane alto per una eventuale ricezione durante la transizione offensiva, in modo da far salire più uomini possibili quando Arteta non ha modo di lanciare in diagonale gli esterni).

Il gioco d'attacco dei Gunners frutta sempre molti gol (41 in 23 partite) segno che la squadra crea sempre molte occasioni indipendentemente dall'avversario. La fase conclusiva delle azioni passa spesso dalla punta francesce Giroud, uomo scelto da Wenger per la sua presenza fisica, utile a sfruttare gli eventuali cross, unita ad una discreta tecnica di base. Wenger ha bisogno di una punta alta per sfruttare gli inserimenti degli esterni, o del trequartista Cazorla; infatti le statistiche dicono che la linea dietro Giroud ha segnato ben 20 gol, magari anche a discapito della punta stessa, ma questo ci fa capire quanto utile sia la punta dedita al sacrificio per mister Wenger. 

La squadra per il momento quinta in campionato, ed agli ottavi di Champions (affronterà il Bayern Monaco) non sta affatto sfigurando, considerato appunto il fattore età. Ormai da molti anni l'Arsenal è una squadra giovane, ma non vincente. Per vincere ci vogliono i campioni, gente esperta capace di saper soffrire nelle partite difficili ma di fare comunque risultato, mentre questo Arsenal per fare risultato deve imporre per tutti i novanta minuti il proprio gioco. Le vittorie targate Henry sembrano un ricordo lontano. Non per forza però bisogna guardare solo in base ai trofei, ma si può dar merito ad una tifoseria sempre calorosa e ad una squadra che grazie alle idee di Wenger, gioca un calcio sempre propositivo e spettacolare. Guardando l'Arsenal, di certo, non ci si annoia mai.


Ernesto D'Ambrosio

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