Detroit trascorrerà un’estate senz’altro infuocata. Dopo l’ennesima stagione deludente, infatti, c’è tanta carne al fuoco per poter finalmente compiere quel salto di qualità che potrebbe riportare i Pistons in alto. Ma bisogna effettuare le mosse giuste.
Innanzitutto esaminiamo il salary cap, che dal primo luglio sarà uno dei più bassi di tutta la lega: scadono infatti i contratti di Calderon (11 milioni), Maggette (10.9), Maxiell (5), Bynum (3.3), mentre Stuckey e Villanueva dovrebbero esercitare la clausola per allungare i rispettivi contratti (8.5 milioni a testa, anche se Stuckey ne avrebbe soltanto 4 garantiti).
In questo modo la somma totale degli stipendi dei Pistons dovrebbe aggirarsi intorno ai 30 milioni (dando così la possibilità a Detroit di spenderne altrettanti sul mercato) ma, attenzione attenzione, si vocifera l'intenzione di “amnistiare” Villanueva – e sarebbe anche ora -, versandogli i suoi 8.5 milioni senza però che questi pesino sul monte ingaggi. In questo modo i milioni da spendere sul mercato sarebbero addirittura 37/38: una cifra pazzesca.
Il telaio da cui ripartirebbero i Pistons sarebbe già di tutto rispetto: Knight e Stuckey (che nonostante ci sia la possibilità di cederlo garantendogli solo 4 degli 8.5 milioni che gli spetterebbero, preferiremmo tenerlo) come guardie, Singler e Middleton come guardia/ala, Jerebko come ala, Drummond e Monroe come lunghi.
Prima di parlare del draft, pensiamo agli eventuali rinnovi: una decina dei 37/38 milioni a disposizione li utilizzeremmo per rifirmare Calderon, che ha avuto un ottimo impatto dal suo arrivo a metà stagione, e Maxiell, un’ala forte molto votata alla difesa. Si potrebbe anche cercare dal mercato qualcuno come Paul Millsap, ma oltre a costare di più (presumibile che si accontenti di 8/9 milioni) non sarebbe ambientato come Maxiell, che ha trascorso praticamente l’intera carriera in Michigan. Ad entrambi, Calderon e Maxiell, offriremmo non più di 5/6 milioni per due o tre anni. Se chiedessero di più, niente da fare.
Passiamo al draft. I Pistons dovrebbero aggiudicarsi la scelta numero 6/7, salvo miracoli dalla lotteria. Se fosse ancora disponibile Trey Burke – ma ne dubitiamo – ci tufferemmo immediatamente su di lui: è il miglior playmaker del draft, ha margini di miglioramento notevoli e, il che non guasta, ha giocato a Michigan, quindi è già un beniamino dei tifosi. Con Burke e Calderon in regia, ma anche con Knight o Stuckey che possono giocare minuti da playmaker, Detroit là dietro sarebbe copertissima.
Se tuttavia Burke non dovesse essere più disponibile, si dovrebbe puntare su un’ala piccola: Oladipo o Muhammad potrebbero essere ancora disponibili a quel punto del draft. Dato che Detroit ha maggiore necessità offensive piuttosto che difensive, punteremmo preferibilmente su Muhammad.
Veniamo finalmente al mercato dei free agent. Opzione numero 1: Detroit sceglie Burke al draft. In tal caso bisognerebbe intervenire nei ruoli di guardia e ala. Proveremmo allora il grande colpo: Josh Smith, eccellente da ala piccola, superlativo da ala grande. Ideale per giocare anche con un quintetto piccolo con solo uno tra Monroe e Drummond in campo. Per lui saremmo disposti ad offrire anche 16/17 milioni, anche se pare che Atlanta sia intenzionata ad effettuare un sign and trade. Tuttavia il progetto assolutamente interessante di Detroit potrebbe convincere Smith ad optare direttamente per Detroit. Con i soldi che rimarrebbero (circa 7/8 milioni, avendo scalato anche il contratto garantito per la prima scelta) punteremmo su un’altra guardia che possa dare brio dalla panchina: Tyreke Evans ci sembra l’ideale.
Opzione numero 2: Detroit sceglie Muhammad al draft. Ci sarebbe bisogno di un playmaker, e chi meglio di Chris Paul? Poche squadre (forse Utah) potrebbero offrirgli un contratto tanto elevato: parliamo anche di 18/20 milioni a stagione in un quinquennale. Se non bastasse a convincerlo, si potrebbe puntare su Brendon Jennings, risparmiando anche una decina di milioni. In quest’ultimo caso ne avanzerebbero una quindicina, con i quali tenteremmo di aggiudicarci Iguodala, a nostro parere l’uomo ideale da inserire in questa squadra.
Ricapitolando: Detroit ha numerosissime opzioni, noi abbiamo provato ad ipotizzarne due o tre. La prima delle quali propone un quintetto con Burke-Knight-Smith-Monroe-Drummond con Calderon, Stuckey, Evans, Singler, Jerebko e Maxiell dalla panchina; oppure Paul(Jennings)-Knight-Muhammad(Iguodala)-Monroe-Drummond.
Stefano Panza
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