Ieri è andata in scena la prima delle finali delle competizioni Europee, quella di Europa League, e l'esito è stato Chelsea campione al 93esimo minuto, contro uno sfortunato Benfica.
Quello che è successo ieri ha del clamoroso ed è difficile introdurre la sfida con gli elogi del caso a chi si è laureato campione, nonostante nel calcio conta vincere e meno, in fin dei conti, quello che succede in novanta minuti.
Come lo scorso anno, seppur in Champions, il Chelsea arriva in finale, e praticamente non gioca; Il Benfica si presente all'Amsterdam ArenA carico di delusione, a fronte della sconfitta bruciante in campionato contro il Porto (al 93esimo....) che di fatto ha quasi consegnato il campionato agli acerrimi rivali Dragoes.
Nonostante la delusione però, le Aquile entrano molto più determinate in campo, ed il 4-3-3 di Jorge Jesus, fin dai primi minuti funziona benissimo. La squadra è compatta, gioca nei 18 metri di spazio creando densità, proprio come richiede il modulo, questo mette in continua difficoltà il 4-2-3-1 del Chelsea di Benitez, che non trova spunti ne per vie centrali, ne tanto meno sulle fasce; Infatti i terzini Azpilicueta e Cole trovano subito il pressing addirittura degli esterni d'attacco Gaitan e Salvio, impedendo gioco forza il fraseggio con la trequarti offensiva Ramirez, Oscar, Mata.
La scelta di Benitez di spostare Luiz a centrocampo, ha spesso portato frutti importanti ma non in questa partita, dove il brasiliano, si è trovato sempre braccato, così come lo stesso capitano Lampard, costretto al fraseggio orizzontale a causa del pressing alto di Cardozo e Matic, subito pronto a riversarsi sul portatore ancora spalle alla porta sulla ricezione.
E' a destra comunque, sulla fascia di Azpilicueta che il Chelsea incontra innumerevoli difficoltà, con Gaitan sempre pronto nell'uno contro uno per creare superiorità numerica costringendo spesso e volentieri una diagonale che portava Ivanovic (nel ruolo di centrale) a spostarsi sulla destra, facendo quindi scalare Luiz in difesa e di fatto perdendo quasi sempre un uomo in fase di ripartenza (ergo, passaggi più difficili per Lampard e manovra più lenta).
I Blues sembrano fare la partita vista lo scorso anno in finale di Champions, con l'aggravante però di avere di fronte a se un avversario meno ostico, nonostante esprima un bel calcio. Benitez nonostante i continui richiami, non riesce a dare un gioco alla squadra; Ramirez impiegato da esterno (pur essendo un mediano di corsa) non riesce a dare nulla di importante, e gli unici due tiri (uno di Lampard con una parata bellissima di Artur che riesce ad avere un colpo di reni su una traiettoria stranissima della palla) sono di Lampard ed Oscar, ed avvengono grazie al lavoro del migliore in campo del Chelsea: Fernando Torres! Già, il tanto criticato Niño sembra tornato ai suoi grandi livelli: Fa salire la squadra di sei sette metri, protegge palla, conquista qualche fallo importante e mette in seria e continua difficoltà uno spaesato Luisao, sempre aiutato da un Garay, fisicamente non al meglio ma autore di una prestazione di spessore.
Il Benfica dal canto suo gioca bene, in pieno stile portoghese, ma concretizza poco, ed i tiri in porta non impensieriscono minimamente Cech.
L'intervallo si chiude sullo zero a zero e quelli più felici sono indubbiamente i Blues, che hanno molto sofferto le sovrapposizioni e gli inserimenti dettati da Perez, costretto a fare doppio lavoro insieme a Matic per un Rodrigo Moreno non al meglio.
Come però ci insegna il calcio, gli errori spesso si pagano ed infatti nel secondo tempo, il Benfica viene infilato da un rilancio con le mani di Cech, a squadra schierata; la palla rimbalzante attraversa il centrocampo e Torres pesca, spalle alla porta, in bambola Luisao, e con una finta riesce a portarsi a tu per tu con Artur, saltarlo e batterlo per il momentaneo 1-0. Jorge Jesus imbufalito per l'errore a squadra schierata chiede ai suoi di non mollare, ed infatti toglie moreno per aggiungere una punta, Lima, allargando il gioco con una sorta di 4-2-3-1 con Gaitan costretto ad arretrare per aiutare la squadra in fase difensiva.
Passano 8 minuti ed il Benfica riceve un aiuto clamoroso da Azpilicueta che incomprensibilmente colpisce una palla apparentemente innocua con il braccio larghissimo. Rigore per il Benfica, trasformato da Oscar Cardozo, ed 1-1.
Torres sale di livello, e fa giocare meglio la squadra come ai bei tempi di Liverpool, dall'altra parte Cardozo è il vertice di un gioco ben costruito ed un suo tiro mette in seria difficoltà Cech.
L'ultimo (non proprio....) spunto arriva però all'88esimo minuto da Lampard che con un tiro quasi da fermo colpisce la traversa con Artur battuto.
La partita sembra avviarsi ai supplementari, con un Benfica stanco ma voglioso e convinto di poterla vincere, ed un Chelsea apparentemente disposto ad accontentarsi dei tempi aggiuntivi, ed invece al 93esimo su corner battuto da Lampard, Ivanovic libero, trova un'incornata vincente sul secondo palo! La palla entra e le lacrime dei tifosi delle Aquile scendono in maniera disperata. La partita quasi conclusa trova ancora uno spunto con Cardozo quasi clamoroso, con Cahill costretto ad immolarsi (come a Monaco) per negare la gloria e la speranza ai tifosi del Benfica.
Arriva il triplice fischio ed il Chelsea, immeritatamente se guardiamo alla prestazione, vince l'Europa League, con Benitez che lascerà da vincente la panchina.
Per il Benfica invece è la settima finale europea persa, la "seconda" in quattro giorni al 93esimo se consideriamo anche la tragedia sportiva in campionato. La maledizione beffarda di Bèla Guttmann continua, ed è un'immagine tristissima vedere i tifosi del Benfica in lacrime; Ma il calcio è anche questo, non è una gara ai punti e spesso capita che a vincere è magari chi merita meno, ma riesce a trarre di più con poco. Si sa, le vittorie passano e vengono dimenticate troppo in fretta, mentre le sconfitte, sembrano non andarsene mai; Paradossalmente è il dramma ma anche il bello di questo meraviglioso sport, capace di creare sempre emozioni forti ed irripetibili, che comunque, vale sempre la pena vivere, sperando, peri tifosi del Benfica, che questa maledizione, di chi li ha fatti grandi, abbia presto fine...
Ernesto D'Ambrosio
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