Difficile analizzare l'immediato futuro dei Phoenix Suns. La squadra dell’Arizona ha terminato la stagione con il quarto peggior record della NBA (25-57) ma, a differenza delle altre squadre di bassa classifica, non sembra avere grosse prospettive dinanzi a sé.
L’asse play-pivot composto da Dragic e Gortat, entrambi legati ai Suns anche la prossima stagione, non è affatto male, ma non è certo in grado di competere con quelli delle squadre di vertice. È una buona base di partenza, diciamo così. Il resto del roster però lascia alquanto a desiderare. Come secondo lungo Scola sarebbe anche accettabile, ma è ormai palese come l’argentino abbia imbeccato una parabola discendente. Dudley da guardia titolare e Beasley da ala piccola sono decisamente da sostituire. È qui probabilmente che le manovre della nuova dirigenza di Phoenix si concentreranno.
È importantissimo non sbagliare l’alta scelta al draft ( hanno l’11% di probabilità di pescare la numero 1, e comunque non dovrebbero scendere sotto la numero 4/5). I Suns avrebbero due strategie: puntare su una guardia al draft ed un’ala sul mercato dei free agent, oppure viceversa.
Nel primo caso opteremmo ovviamente per Ben McLemore: Non un gran difensore ma certamente un ottimo realizzatore, quello di cui hanno assolutamente bisogno questi Suns. Il monte salari dovrebbe aggirarsi intorno ai 44 milioni, a meno che Shannon Brawn (decisamente deludente la sua stagione in Arizona) non decida di sfruttare il suo diritto di rinnovo per un’altra stagione a 3,5 milioni. Nella peggiore delle ipotesi, calcolando anche il compenso per la scelta al draft, Phoenix avrà non meno di 5/6 milioni per firmare un’ala che possa fargli compiere il salto di qualità: non una quota adeguata, secondo noi. Per quelle cifre (o poco più ) il meglio che potrebbe essere disponibile è Andrei Kirilenko, un’ipotesi sinceramente interessante. Peccato perdere Wesley Johnson in scadenza di contratto, ma difficilmente lo si potrà rifirmare ai 4,2 milioni di questa annata.
Se invece al draft si decidesse di puntare su un’ala, opteremmo per Otto Porter o Anthony Bennett, con quest’ultimo capace di giocare anche più vicino a canestro (ipotesi intrigante per sfruttare un quintetto piccolo, con Gortat o Scola da centro). In tal caso i 5/6/7/8 milioni potrebbero essere offerti ad una guardia. Tyreke Evans o, meglio ancora, OJ Mayo, gli elementi più interessanti per quelle cifre. Crediamo però che Mayo preferisco rivolgere le sue attenzioni ad una squadra di vertice.
Non male, ma c’è una terza opzione, probabilmente la più affascinante, a patto di riuscire a catturare McLemore al draft (quindi a sistemare lo spot di guardia): intavolare una trade con Brooklyn, che ha palesemente inserito Gerald Wallace (ed il suo contratto di 30 milioni nei prossimi tre anni) sul mercato. Wallace rende meglio quando si trova ad essere la prima opzione offensiva, inoltre potrebbe giocare anche da 4 favorendo l’inserimento in quintetto di un’altra ala piccola, magari Beasley o uno dei fratelli Morris. Cosa offrire ai Nets in cambio di Wallace? Una scelta (presumibilmente altina…) sarebbe senz’altro gradita, magari insieme l’altro Morris. Phoenix può permettersi, essendo ben al di sotto del salary cap, di poter offrire contratti che non arrivino necessariamente a pareggiare quello di Wallace.
Il colpo da maestro sarebbe rifilare Channing Frye a qualcuno, ma riteniamo molto difficile che una squadra si accolli un biennale da 6 milioni all’anno di un giocatore che sembra aver già dato tutto a questa lega.
Ricapitoliamo, dunque: playmaker Dragic, non si discute. Poi McLemore (se va bene), Wallace, Scola, Gortat. Dalla panchina Marshall (così così la sua stagione d’esordio), Dudley, Beasley, Frye ed un lungo dal draft alla chiamata numero 30 (presa dai Lakers che a loro volta la presero dagli Heat).
Stefano Panza
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