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venerdì 10 maggio 2013

Il Punto sui playoff NBA. Steph Curry, il nuovo fenomeno, fa volare Golden State. I Bulls fermano i campioni di Miami!


Approfittiamo del giorno di “riposo” in NBA per fare il punto della situazione dei playoff, con le semifinali di Conference entrate nel vivo. E’ la prima volta nella storia che tutt’e quattro le serie di semifinale si trovano in situazione di parità dopo le prime due gare. Addentriamoci ora nelle serie cominciando da quelle dell’Est. 

Quella che sulla carta era il matchup più equilibrato è tra i New York Knicks e gli Indiana Pacers. Entrambe le squadre venivano da un primo turno dove avevano avuto bisogno di 6 partite per sbarazzarsi degli avversari, rispettivamente Boston, con New York complicatasi la vita andando avanti 3-0 e perdendo le successive 2 per poi andare a chiudere nel Massachusetts evitando una scomoda gara 7, e di Atlanta, con la sesta partita vinta da Indiana in Georgia ottenendo l’unica e decisiva vittoria in trasferta della serie. Subito acceso il confronto con la vittoria al Madison Square Garden da parte di Indiana, la quale ha messo in mostra la propria sempre ottima difesa limitando l’esplosivo attacco dei Knicks, mettendo anche sul parquet la fisicità che contraddistingue la squadra di coach Vogel. C’è da dire che alla sconfitta della formazione di casa hanno contribuito i momenti di forma non esaltanti di un impreciso Anthony e di un JR Smith che da quando ha ricevuto la statuetta di miglior sesto uomo dell’anno ha visto vertiginosamente calare il proprio rendimento. Gara 2 che ha riportato la parità nella serie grazie ad un ultimo quarto dove New York è riuscita finalmente ad accelerare e a scrollarsi di dosso gli avversari. Favori del pronostico ora leggermente a favore della squadra di Indianapolis, per via del fattore campo acquisito, ma aspettiamoci possibili cambi di scenario, anche se ora ci si sposta alla Bankers Life Fieldhouse, campo certamente difficile da espugnare. Ma New York ha tutto il talento necessario per portare a casa almeno una partita, specie se Anthony è quello di gara 2 e se Smith ritrova un minimo di mano e precisione. Inoltre in gara 3 potrebbe esserci il rientro di Stoudemire dopo mesi di inattività, che paradossalmente potrebbe complicare il tutto per coach Woodson. 

Tra Miami e Chiacago la questione sembrava già scritta ancora prima di iniziare, con Miami fresca e riposata dopo il 4-0 del primo turno e Chicago reduce dalle fatiche della serie contro Brooklyn vinta solo a gara 7, con rotazione cortissima e con due uomini importanti come Hinrich e Deng fuori, almeno per le prime partite. Miami chiude la pratica in 4 o al massimo 5 gare, si pensava…peccato che i Bulls non la pensavano esattamente in questo modo. E già lo si poteva intuire dal sorriso di Noah subito dopo la fine della serie di primo turno, che non faceva presagire nulla di buono. Ed infatti grazie ad un Robinson decisivo nella frazione finale, i Bulls sono riusciti ad aggiudicarsi la partita ed a strappare il fattore campo ai campioni in carica. Veramente incredibili questi Bulls, che dopo tutte le vicende passate quest’anno, con un Butler in campo per 48 minuti filati per 3 partite(!!!), e con un Noah commovente (specie in gara 7 contro Brooklyn) in piedi per miracolo sopportando il dolore causato dalla fascite plantare, sono riusciti non solo a superare il primo turno, ma addirittura a vincere in casa dei favoritissimi Heat. In gara 2 tutt’altra musica, con Miami pronta a cancellare la disfatta precedente che, dopo un primo quarto piuttosto equilibrato, ha spazzato via gli avversari rifilando a Chicago la peggior sconfitta della sua storia nei playoff e ottenendo la miglior vittoria della propria storia nella postseason. Ma Chicago ha centrato pienamente il proprio il obiettivo venendo a “rubare” una vittoria in trasferte e, nonostante gli Heat rimangano i favoriti, ora si va nell’Illinois in un campo non certo facile da espugnare. Ottimo anche l’apporto del nostro Belinelli, catapultato nel quintetto a serie inoltrata contro Brooklyn per via delle assenze e fattosi trovare prontissimo scollinando sopra i 20 punti in gara 6 e 7 (in quest’ultima decisivo il suo apporto, specie nel finale), e risultando ancora importantissimo in gara 1 con un paio di bombe nell’ultimo quarto. 

Ad Ovest serie interessante quella tra i Memphis Grizzlies e gli Oklahoma City Thunder, orfani di Westbrook e con Durant pronto a prendersi completamente in mano le redini della squadra. Dopo essersi liberati dei Rockets, non senza qualche patema d’animo in 6 gare, il talento in maglia 35 dei Thunder ha continuato da dove aveva lasciato, guidando i suoi alla rimonta in gara 1 nell’ultimo quarto realizzando il canestro decisivo in transizione a pochi secondi dalla fine, lasciando a Memphis il tempo per replicare, non sfruttato adeguatamente da Pondexter in lunetta con 3 liberi per pareggiare la partita, sbagliandone 2. Grizzlies che si sono fatti trovare pronti in gara 2 nel quarto periodo andando a pareggiando la serie, complice un decisivo Conley ad 1 assist dalla tripla doppia. Memphis dopo le prime due partita perse con i Clippers ha decisamente cambiato marcia, mettendo prima quattro vittorie in fila contro LAC e poi andando vicinissimo ad un 2-0 contro Oklahoma. Gasol e compagni sembrano avere davanti l’occasione della vita contro un’avversaria che senza Westbrook è diventata troppo Durant-dipendente, e, premesso che il 35 può vincere una serie anche da solo, i favoriti per raggiungere le finali di Conference sembrano essere proprio i ragazzi del Tennessee, che, invece, hanno un’organizzazione di gioco ben definita e una coppia di lunghi in grado di fare la differenza contro chiunque. 

Ultima serie rimasta è quella che vede di fronte i San Antonio Spurs e i sorprendenti Golden State Warriors di questa stagione e, ancor di più, di questi playoff. La serie aveva una precisa favorita della vigilia, cioè i neroargento. Nei primi due episodi, però, le partite che si prevedevano sulla carta sono state tutt’altra cosa sul campo, grazie a questi Warriors che sembrano viaggiare leggeri e spensierati giocando un basket ad ondate, divertentissimo da vedere (meno per gli avversari). Certo è che tutto questo riesce meglio se hai nel roster gente come Thompson e, soprattutto, Curry. Il play dagli occhi di ghiaccio è letteralmente esploso in questa postseason, e se nel primo turno ha spazzato via i Nuggets, ora risulta immarcabile perfino per una difesa come quella di San Antonio. Già in gara 1 aveva fatto capire che Golden State non era arrivata fin qui per caso e che avevano tutta l’intenzione di giocarsela fino in fondo: terzo quarto addirittura leggendario per il prodotto di Davidson, imprendibile per la difesa ed autore di 22 punti! Solco profondo creato tra le due squadre mantenuto fino ai minuti conclusivi del quarto periodo, dove i punti di distacco erano 16. Ma qui si è inceppato qualcosa in attacco e complice anche la mancanza di esperienza della squadra della California, è cominciata la rimonta degli Spurs fino alla parità. Parità che si è mantenuta per 2 supplementari, ma ancora l’inesperienza dei Warriors si è fatta sentire, lasciando completamente libero di tirare Ginobili, non certo l’ultimo arrivato, che prontamente ha infilato la tripla decisiva, vanificando così i 44 punti di Curry. Ma, al contrario di come molti potevano pensare, coach Jackson ha saputo dare le giuste motivazioni e Golden State ha saputo farsi trovare nuovamente pronta riuscendo a vincere grazie alla prova maiuscola di Thompson (34 punti e 8 su 9 da tre) e a Curry, con i canestri della staffa nel finale. Sicuramente San Antonio opererà degli aggiustamenti, quantomeno per limitare la coppia di letali tiratori dei Warriors, e, anche tenendo presente l’abitudine a giocare a questi livelli (al contrario degli avversari), probabilmente ancora può essere considerata la favorita. Ma occhio a Golden State, specie ora che si va ad Oakland nel palazzo più caldo della lega, e spinti dall’entusiasmo e dalla sicurezza derivata dal fatto del non avere nulla da perdere, possono giocare brutti scherzi perfino ad una squadra navigata come gli Spurs. Sei poi hai nelle tue fila il miglior tiratore del pianeta, ancora meglio. 

Francesco Di Cianni

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