Un po' sorpresa, un po' realtà. Un po' outsider, un po' avversario temibile. Ci sono tanti modi di lettura per quanto riguarda la Colombia, qualificata ai mondiali 2014. Da un po' di tempo sta sorprendendo tutti, tra partite vinte con gli sfavori del pronostico e serie di vittorie valevoli del secondo posto nel girone sudamericano. Eppure guardando il Ranking Fifa, leggiamo di una Colombia al quinto posto, mettendosi dietro nazionali del calibro di Brasile, Olanda Inghilterra e Portogallo, e allora, nonostante siano calcoli un po' fuorvianti, non si può prendere sottogamba il dato e pensare alla Colombia come una realtà calcistica che si muove da molto tempo.
C'è tanta Italia in questa nazionale, e José Pekerman, c.t. dal 2012 lo sa bene, in quanto ha praticamente affidato l'ossatura di gioco a molti di questi. L'età media si aggira attorno i 28 anni, l'età giusta, tra esperienza ed uno sviluppo atletico praticamente in equilibrio, che possono dare alla Colombia, possibilità di inserirsi tra le sorprese del mondiali.
Analizzando la rosa, notiamo che il gioco colombiano abbia tante soluzioni di gioco. Spesso infatti, mister Pekerman sceglie il modulo anche in base all'avversario, disponendo la squadra con 4-3-3, 4-4-2 o 4-2-3-1, quindi scegliendo gli uomini in base alle caratteristiche di gioco.
Dalle convocazioni fatte, non è mai mancato tra i pali David Ospina,
venticinquenne portiere del Nizza, titolare inamovibile, sotto la visione dello storico veterano Faryd Mondragón. Ospina nonostante venga visto come elemento sconosciuto, ha conquistato il proprio c.t. con le parate ed i risultati, subendo 13 gol in 16 partite, risultando essere il portiere meno battuto della competizione. Non sarà un fuoriclasse che assicura vittorie come i grandi portieri, ma non deve nemmeno essere ritenuto l'anello debole della catena.
venticinquenne portiere del Nizza, titolare inamovibile, sotto la visione dello storico veterano Faryd Mondragón. Ospina nonostante venga visto come elemento sconosciuto, ha conquistato il proprio c.t. con le parate ed i risultati, subendo 13 gol in 16 partite, risultando essere il portiere meno battuto della competizione. Non sarà un fuoriclasse che assicura vittorie come i grandi portieri, ma non deve nemmeno essere ritenuto l'anello debole della catena.
Ad un paio di metri di distanza dalla porta, si parla praticamente italiano. La difesa titolare colombiana è composta praticamente da tre giocatori militanti nel campionato italiano. Mario Yepes, difensore centrale dell'Atalanta, affianca il capitano Luis Perea, trentaquattrenne ex Atletico Madrid. Nonostante l'età avanzata dei due, la difesa non traballa alle incursioni in velocità degli avversari. Perea conserva ancora un buon passo, e Yepes, abituato al tatticismo italiano, regge ancora il peso della responsabilità. Certamente però, l'aiuto difensivo è fornito da due motori sempre accesi, in continuo movimento. I terzini parlano entrambi napoletano: Juan Camilo Zuniga e Pablo Armero rappresentano il motore della squadra. In fase di possesso sono sempre in linea con la palla e seguono i movimenti, andando spesso al cross, ed anche in zona gol; In fase di non possesso rientrano con velocità disarmante, in modo da non lasciare i due centrali in balia degli inserimenti avversari. Il gioco voluto da Pekerman si sviluppa molto su di loro, poiché in grado di dare quell'ampiezza necessaria ad una squadra che basa molto il proprio gioco sull'uno contro uno.
A questi quattro si aggiungono come rincalzi,il milanista Cristian Zapata, ed il promettente ventunenne Stefan Medina, abile nel ricoprire il ruolo di centrale, così come quello di terzino, o addirittura, in casi di emergenza, quello di mediano davanti la difesa. Il c.t. argentino, lo ha visionato a lungo, dandogli una possibilità da titolare contro il Cile. Ha disputato solo il primo tempo dell'incontro, la parte peggiore, ma nonostante la partita non brillante (l'esordio non è facile per nessuno) il ragazzo è da tenere in considerazione.
Passando al centrocampo, i nomi da citare sono indubbiamente quelli di Fredy Guarin e Juan Fernando Quintero. Il primo è croce e delizia del mister. Punta molto su di lui nonostante il numero 13 interista difetti di continuità, in preda a continui black-out mentali anche nel corso della gara; Ribalta praticamente da solo la partita ormai persa contro il Cile, per poi lasciarsi espellere nell'arco di quattro minuti in quella contro il Paraguay. Se n'è accorto Mazzarri, e lo sta notando Pekerman: ad un giocatore come Guarin, manca solo il fattore mentale, ma nonostante ciò è difficile da tener fuori. Dalle sue giocate passano molte partite della nazionale e farlo giocare può servire a dargli consapevolezza e calma mentale.
Un'altra conoscenza del calcio italiano, Quintero, ora al Porto, è da poco entrato nel giro invece, a testimonianza di ciò che di buono sta facendo alla sola età di vent'anni. Gioca bene da trequartista, e riesce ad agire anche davanti la difesa da regista puro; "Quinterito" è sicuramente un giocatore su cui Pekerman vorrebbe puntare, in quanto vorrebbe un elemento in grado di rilanciare sulle fasce in diagonale la manovra, in modo da avere una transizione rapida ed un conseguente uno contro uno con più spazio e possibilità di riuscita.
Accanto a questi due, troviamo elementi altrettanto imprescindibili, dalla sicura prestazione quali: Abel Aguilar (ex Udinese, ora al Tolosa) mediano tuttofare dotato di tanta grinta e qualche gol anche importante; Alberto Sánchez polmone della squadra in forza all'Elche, apprezzatissimo da mister Pekerman. Da quando siede sulla panchina, non ha praticamente mai rinunciato a questo calciatore in quanto garantisce un triangolo con la difesa che si traduce in protezione costante, ed inoltre lo gradisce in fase di rottura in quanto da lui, passano ingenti recuperi della sfera, trasformabili in ripartenze micidiali. A concludere la lista, tra quelli di sicuro affidamento c'è anche Elkin Soto trentatreenne polivalente e guida per lo spogliatoio colombiano.
E se per il centrocampo possiamo notare un giusto equilibrio tra qualità e sostanza, l'attacco è un'esplosione di tecnica e di scelta. Pekerman vuole una squadra solida dietro che sorregga appunto il peso di un attacco che può disporre di giocatori di livello altissimo. Sulle fasce, artefici degli uno contro uno micidiali da cui passano le sorti colombiane (non che si punti su questo, ma sono la conseguenza di un gioco ampio e rapido votato sulla qualità degli esterni). James Rodriguez, numero 10 e neo acquisto del Monaco, è quello più polivalente dell'attacco. Gioca da mezzala, a volte si abbassa davanti la difesa per distribuire i palloni recuperati, e spesso si trova largo sulla fascia pronto a giocare con la sovrapposizione del terzino triangolare con la punta, o andare dritto in porta. A 22 anni gioca già da veterano. A lui fanno seguito il fiorentino Juan Cuadrado, in grado di giocare nel 3-5-2 da esterno, ma anche di ricoprire il ruolo di esterno d'attacco con uguale abnegazione.
Téofilo Gutiérrez, punta del River Plate, in grado di svolgere un ruolo lontano dall'area dando così spinta e fisicità, proprio come Jackson Martinez, stella del Porto ed oggetto di desiderio di mezza Europa; Martinez riesce a giocare in qualsiasi contesto di gioco portando gol e soprattutto rigore tattico in fase difensiva. Avere una punta così forte fisicamente, in grado di fare densità durante le fase di non possesso, è la fortuna di ogni allenatore.
A questi si uniscono Carlos Bacca, punta del Sevilla in grado di conquistare la nazionale a suon di buone prestazioni, e Luis Muriel, che all'Udinese con Guidolin sta crescendo a livello tattico in maniera esponenziale, e non ci meraviglieremmo se tra tutti questi grandi campioni, Pekerman decidesse di schierarlo titolare all'esordio del mondiale. Muriel da seconda punta riesce a dare il meglio di se, giocando praticamente da raccordo tra centrocampo ed attacco con e senza palla. Tra il parco attaccanti di cui dispone Pekerman è colui che svolge i movimenti migliori per liberare per vie centrali la prima punta e questo non può che far bene al gioco del cannoniere e perla della squadra, Radamel Falcao. Il 27enne passato al Monaco resta l'uomo guida oltre che giocatore più temibile della nazionale. Trasforma in gol ogni pallone, dal più facile da mandare in rete al più difficile da gestire. Essendo ambidestro, riesce a giocare spalle alla porta in qualsiasi zona del campo, rendendo imprevedibile il gioco in area. Il difensore non sa mai che lato concedergli e questa è una conseguente fortuna per gli esterni che entrando, possono sempre dare la sensazione di pericolo imminente poiché possono ricevere in qualsiasi momento la palla. Inoltre Falcao è il primo a svolgere il pressing in fase di non possesso, frapponendosi tra le linee di passaggio del difensore avversario adibito alla fase d'impostazione.
Inoltre, la Colombia dispone ancora di giocatori, un po' lontani dal giro della nazionale, meritevoli di considerazione, quali Victor Ibarbo nostra conoscenza in forza al Cagliari; Santiago Arias terzino titolare del PSV; Jeison Murillo difensore di ventun'anni centrale del Granada seguito dal Barcellona; e Sebastián Pérez mezzala seguita da Porto ed Arsenal.
Come se non bastasse ricordiamo che la Colombia U-20 ha stradominato il campionato sudamericano, fucina di talenti da tempo immemore, a testimonianza di una cultura calcistica in continua crescita.
Nonostante l'indubbia qualità complessiva dei singoli quindi, la squadra amministrata da Pekerman dispone di un gioco collettivo che fa della fisicità e della rapidità le proprie armi. Inoltre, una squadra che dispone di qualità in ogni fase del gioco è da non sottovalutare mai. Tra le squadre da evitare ai gironi c'è sicuramente la Colombia, seria candidata a rivelazione del torneo....E magari, con tanta Italia in campo, a noi farà anche simpatia!
Ernesto D'Ambrosio
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