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lunedì 28 ottobre 2013

NBA. Il ranking di Puntosport24, Eastern Conference

1. Miami Heat. Sarà difficile spodestarli anche quest’anno. C’è chi critica la cessione di Mike Miller, chi ritiene che Wade, sempre più acciaccato, ormai sia di poco aiuto a Lebron: balle. La squadra è ormai collaudatissima, gli innesti di Beasley e Oden ci piacciono molto, soprattutto il primo perché, inserito finalmente in un contesto vincente, potrebbe sicuramente farci vedere ampi sprazzi del talento di cui è dotato. Va sottolineato però che quest’anno la concorrenza, specialmente ad est, è più che mai agguerrita. 

2. Indiana Pacers. Derrick Rose li ha sottovalutati, ritenendo che solo Miami sia più forte dei suoi Chicago Bulls. Secondo noi si sbaglia. Questi Pacers, Spurs a parte, sono la squadra che ha messo maggiormente in difficoltà gli Heat nella passata stagione. Il quintetto base è molto rodato, e l’inserimento di Scola, sesto uomo extra-lusso, non farà che aumentare la pericolosità di un reparto lunghi (West-Hibbert) tra i più prolifici della lega sia offensivamente che difensivamente. Non dimentichiamo che finalmente dovrebbe essere a pieno regime anche Danny Granger, sfortunatissimo negli ultimi anni ma che, se anche dovesse fornire la metà di quanto rendeva solo due anni fa, spedirebbe questi Pacers in paradiso.

3. Chicago Bulls. I Bulls sono praticamente gli stessi dell’anno scorso, meno Robinson e Belinelli, più Derrick Rose…il quale, a quanto pare, sembra essere rientrato al massimo. Non dimentichiamo che nella stagione dell’infortunio di Rose Chicago chiuse al primo posto la regular season. Da guardia agirà Jimmy Butler, piacevole sorpresa degli scorsi playoff, mentre Luol Deng, Carlos Boozer e Joakim Noah andranno a completare un quintetto stellare. Dalla panchina Hinrich e Taj Gibson sono un autentico lusso.

4. Cleveland Cavaliers. Secondo molti questa sarà l’ultima stagione prima del ritorno di King James. Se anche LeBron dovesse guardare altrove la prossima estate, in Ohio non se la passano affatto male. La squadra messa in piedi quest’anno ha un potenziale spaventoso, e se tutti gli ingranaggi dovessero ruotare per il verso giusto ci sarà da divertirsi. Irving è uno dei migliori tre playmaker della Eastern Conference, Waiters una guardia di sicuro affidamento, micidiale da tre; Gee è un buon uomo di raccordo, utile soprattutto in difesa, ma è sotto canestro che i Cavs fanno paura: Tristan Thompson è in continua ascesa e, dulcis in fundo, Andrew Bynum ha tutte le intezioni di riscattare l’ultima stagione trascorsa in infermeria. E se dovesse avere altri problemi fisici? Poco male, al suo posto c’è Varejao, che l’anno scorso, fino all’infortunio, stava giocando a livelli da all star. La panchina prosegue con mister prima scelta Anthony Bennett, Earl Clark, una delle pochissime note positive dei Lakers versione 2013, Jarrett Jack, una delle armi segrete della straordinaria stagione dei Warriors… Insomma, occhio a questi Cavs.

5. Brooklyn Nets. Il curriculum vitae dei Nets è di tutto rispetto. Ma quello che conta è ciò che si potrà dare in futuro, non ciò che è stato fatto in passato. Tanto di cappello alla carriera di Pierce e Garnett, ma dubitiamo che riescano ad esprimersi ad altissimi livelli. I due vanno comunque a completare un quintetto notevolissimo con Deron Williams, Joe Johnson e Brook Lopez. La panchina è assolutamente rispettabile con Jason Terry, Andrei Kirilenko (vero “furto” della sessione di mercato) ed Andrey Blatche, che non hanno nulla da invidiare agli elementi della rotazione delle squadre che abbiamo inserito sopra questi Nets. Qualche anno fa una squadra del genere avrebbe lottato per il titolo, ma adesso la concorrenza è troppo agguerrita.

6. Detroit Pistons. La regina del mercato. Ha inserito in un roster giovane e futuribile due dei free agent più appetibili del lotto, ovvero Jennings e Josh Smith, con quest’ultimo che potrà offrire a coach Cheeks diverse varianti tattiche. Drummond e Monroe sotto canestro sono una garanzia e non hanno nulla da invidiare a nessuna squadra, se non forse un pizzico di esperienza. Interessante anche l’inserimento di Gigi Datome che, in un roster con non moltissime alternative nel ruolo di ala piccola, potrebbe ritagliarsi uno spazio più che dignitoso.

7. Washington Wizards. Ecco una squadra che potrebbe far saltare il banco. Esordiamo affermando che la coppia di guardie composta da Wall e Beal è potenzialmente la più forte di tutta l’NBA. Beal è stato anche il secondo giocatore per produzione offensiva in tuta la pre-season, qualcosa vorrà significare… Webster, rinato nella capitale, potrebbe essere l’arma in più dalla panchina. Ariza, Nenè ed il neo arrivato Gortat (che finalmente avrà una chance ad alti livelli) completano un quintetto eccellente. Anche la panchina non scherza, con il già citato Webster, Maynor, la terza scelta assoluta Otto Porter, Trevor Booker, Vesely, Seraphin. Insomma, playoff quasi garantiti.

8. New York Knicks. Il roster fa paura ma, chiedere a San Antonio o Indiana, non sono i nomi che fanno una squadra, bensì è la squadra che fa i nomi. Fatichiamo a credere che JR Smith, Metta World Peace, Carmelo Anthony e Kenyon Martin (senza contare i mugugni di Stoudemire che, probabilmente, chiederà più spazio di quanto coach Woodson possa concedergliene), possano convivere serenamente anche dinanzi alle prime dificoltà. Interessante sarà constatare le varianti tattiche che potrà offrire Andrea Bargnani. Probabilmente sarà più significativo vederli ai playoff, ma crediamo che ci arriveranno in una posizione piuttosto scomoda.

9. Atlanta Hawks. Primo anno post-Josh Smith. La ricostruzione sembra comunque procedere meglio del previsto. Notevole la coppia di lunghi formata da Horford e dall’ex Utah Jazz Paul Millsap. Importante anche la conferma di Jeff Teague, mentre dalla panchina sarà fondamentale il rendimento di Louis Williams che l’anno scorso, almeno fino all’infortunio, stava viaggiando a ritmi vertiginosi. Occhio a Schroeder e Antic, rookie di buon livello. Playoff difficili ma non impossibili.

10. Charlotte Bobcats. C’è luce in fondo al tunnel. Dopo anni di batoste finalmente i Bobcats hanno iniziato a fare le cose per bene. È bastato un solo innesto, quello di Al Jefferson (sopravvalutato secondo molti, quasi all star per noi), per rilanciare le ambizioni di una squadra che nella sua storia ha disputato i playoff una sola volta. Crediamo molto nella crescita di Walker, Kidd-Gilchrist e Biyombo, mentre dalla panchina Session, Cody Zeller e Brandan Haywood su tutti, rappresentano sostituti degni per una squadra che può anche inserirsi nella lotta per la post-season.

11. Toronto Raptors. Quintetto da playoff, panchina da altissima lotteria. Così si può sintetizzare il roster dei Raptors che, privi di Bargnani, puntano tutto sul talento di Rudy Gay e DeRozan e sui miglioramenti di Valanciunas. Nel secondo quintetto ci si attende molto più da Fields e Ross, mentre Augustin e Hansbrough hanno l’occasione per riscattare le ultime stagioni vissute un po’ sottotono.

12. Boston Celtics. Difficile inquadrare questi Celtics. Potenzialmente sarebbero anche da playoff visto il roster di tutto rispetto (Bradley, Green, Humphries non sono proprio da buttare, oltre ovviamente a Rajon Rondo), ma tutto dipende dalle reali ambizioni di questa squadra. Probabilmente, anziché tentare di acciuffare un difficile quanto inutile ottavo posto, si cercherà di dare moltissimo spazio ai giovani “sperando” anche in un piazzamento molto basso, per rilanciare così la scalata al titolo a partire dall’anno prossimo.

13. Orlando Magic. Orlando si presenta con un vasto gruppo di giocatori di medio livello. Glen Davis e Nikola Vucevic l’anno scorso hanno offerto sprazzi di ottimo basket, così come Nicholson, Harris, Moore e Harkless. Interessantissimo l’inserimento di Victor Oladipo dal draft: in preseason è stato, numeri alla mano, il rookie che si è comportato meglio di tutti. Probabilmente avrebbero bisogno di un playmaker nuovo di zecca in quanto Nelson è ormai fuori forma da troppo tempo. Se coach Vaughn riuscirà ad azzeccare le rotazione è possibile che i Magic possano chiudere tre o quattro posizioni sopra la nostra previsione.

14. Milwaukee Bucks. Ennesima ricostruzione degli ultimi anni. Via Ellis, via Jennings, strapagato Sanders, che oltre a delle straordinarie doti atletiche non ha fatto ancora intravedere chissà che. Intrigante la coppia di guardie Knight-Mayo, ma giocare con Caron Butler titolare (non vediamo grosse alternative nel suo ruolo) significa gettare la spugna prima di cominciare.

15. Philadelphia 76ers. Futuro assolutamente roseo. Ma nel frattempo ci sarà da soffrire almeno un anno. L’ambizione di una scelta altissima al prossimo draft è chiara, e la cessione di Holiday è abbastanza comprensibile (clicca qui per leggere le nostre considerazioni sullo scambio tra Holiday e Noel). Siamo curiosi di vedere come rientrerà Noel dall’infortunio, e sarà interessante vedere all’opera Carter-Williams, giocatore di cui si parla un gran bene. Voci insistenti parlano di un prossima cessione di Taddheus Young: occhio al record di sconfitte in una stagione…

Stefano Panza

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