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martedì 8 ottobre 2013

Francesco Totti: o lo si odia o lo si ama

O lo si odia, o lo si ama, è difficile stare nell’indifferenza per qualsiasi appassionato di calcio italiano, che sia romanista o meno. Stiamo parlando di Francesco Totti. Le sue bizze, i suoi sputi, i suoi atteggiamenti in campo ne hanno in parte (ma solo in parte) offuscato una carriera che sta assumendo contorni quasi leggendari, e che non solo i numeri ci raccontano. A oggi, siate onesti, riuscite a vedere un calciatore italiano più forte? E ha 37 primavere…

La prestazione di sabato contro l’Inter è stata solo un’ennesima dimostrazione di quello che è uno straordinario campione ma soprattutto una straordinaria bandiera. Tutti hanno notato la doppietta, ma qualcuno ha fatto caso al passaggio con cui Totti ha aperto il contropiede del 3-0? Probabilmente in pochi. Abbiamo detto che i numeri non sono tutto, ma sono comunque qualcosa. E allora, con la doppietta all’Inter, Totti è salito a 230 reti in serie A, tutte ovviamente con la stessa maglia, alle quali aggiunge le 18 segnate fra Coppa Italia e Supercoppa Italiana e le 38 segnate in Europa, fra Coppa Uefa, Europa League e Champions League.

Ma purtroppo, se per i tifosi della Roma è una leggenda vivente, per quasi tutti gli altri sportivi italiani non è così. E i “capi di imputazione” che gli vengono rivolti sono molti. Si va dal fatto di non aver vinto quasi niente con la Roma, al non aver combinato nulla di buono in Nazionale, al non aver avuto il coraggio di mettersi in gioco in un’altra piazza magari ancor più difficile di Roma (ma ce n’è una poi?), fino alle ovvie accuse di comportamenti che spesso non sono stati consoni alla grandezza del giocatore. Come possiamo provare a smontare tutti questi punti?

Totti non ha vinto QUASI niente con la Roma, è vero, ma ci siamo chiesti con che squadre giocava e soprattutto contro che squadre giocava? La Roma dei Sensi è stata sull’orlo del fallimento, ed era regolarmente costretta a vendere i giocatori migliori, mentre le big del Nord facevano follie. Così, mentre la Roma prendeva e poi perdeva i vari Samuel, Emerson, Cafù, Chivu, Cassano, Vucinic e via dicendo le altre squadre si facevano sempre più competitive. Insomma, Totti ha dovuto convivere con una Roma che spesso era indebolita rispetto all’anno precedente, e nonostante ciò in almeno due circostanze (2008 e 2010) ha sfiorato uno scudetto che avrebbe avuto del clamoroso. L’unica volta che ha avuto davvero la squadra per vincerlo, non si è fatto pregare ed ha portato a termine l’opera.

Capitolo Nazionale. Siamo così sicuri che sia stato un quasi totale fallimento? No perché sarebbe pur sempre un campione del mondo… Pagine negative purtroppo le ha scritte (su tutte il famoso sputo a Poulsen nel 2004), ma analizziamo le cose con più calma. Nel 2000 ha trascinato in finale una nazionale che secondo i pronostici della vigilia non doveva nemmeno passare il primo turno, e l’aver perso in quel modo l’atto conclusivo non è stata certo colpa sua; poi, dopo le infelici parentesi del 2002 e del 2004, ha giocato un Mondiale in condizioni quasi disperate, con venti viti in una caviglia che solo quattro mesi prima era stata quasi distrutta, e nonostante ciò Lippi lo ha voluto come titolare imprescindibile. Non era il vero Totti, ma non sarebbe potuto essere altrimenti. Eppure, oltre al rigore segnato con l’Australia (troppo facile ricordarlo) chi si ricorda di chi fu il lancio millimetrico che permise a Grosso di involarsi in quel finale di gara? E chi si ricorda dal colpo di tacco di chi partì il gol di Zambrotta, che sbloccò il quarto di finale con l’Ucraina? Ben pochi, credeteci, ben pochi… Ma andatevi a riguardare quei video… Insomma, un Totti che anche menomato diede il suo bel contributo all’Italia mondiale.

E perché non ha mai voluto lasciare la Roma? I maligni dicono che avesse paura di andare a giocare in un ambiente con più pressioni (per fare due nomi, Milan o Real Madrid), ma i benigni, oppure quelli che semplicemente non vedono un complotto dietro a tutto, sanno benissimo che l’unico motivo che ha spinto Totti a non cambiare mai è l’infinito amore che prova verso la squadra della città dove è nato. Per tanti questo è difficile capirlo, eppure è stato proprio così.

E arriviamo a quella che è di sicuro la parte più discussa di Totti, ovvero i suoi comportamenti. Certo, tantissime volte Totti in campo ha sbagliato, con calci, spintoni, sputi, insulti agli arbitri, e non può risultare difendibile in questi casi. Però chi scrive ritiene che ogni calciatore sia fatto a suo modo, e che chi come Totti è un po’ più impulsivo possa anche più facilmente perdere la testa. Non è una giustificazione, ci mancherebbe. Ma i detrattori di Totti da questo punto di vista dovrebbero ricordarsi anche di tante altre cose, ad esempio della sua attività di beneficenza come ambasciatore dell’UNICEF, e di tanti piccoli gesti che ha saputo mostrare nel corso degli anni, l’ultimo dei quali lo ha visto, nel riscaldamento della partita contro il Parma, prendere in braccio – di sua spontanea volontà e senza nessun tipo di obbligo – una bambina gravemente malata nel sottopassaggio dello stadio Tardini e coccolarla per qualche minuto. Questo è l’uomo Francesco Totti, non quello dei calci e degli sputi, che restano – s’intende – macchie della sua straordinaria carriera.

Questo è il miglior calciatore italiano ancora in giro. Siate sinceri, vi sembra un 37enne? Siate ancora più sinceri, un pensierino a portarlo in Brasile fra otto mesi non ce lo fareste?

Luca Binda

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