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lunedì 9 settembre 2013

Analisi degli stipendi della serie A

Come ogni anno La Gazzetta dello Sport rende pubblici gli stipendi di tutti i giocatori della serie A. Ecco la classifica* delle squadre più “spendaccione”:

Juventus 115 milioni
Milan 105 milioni
Inter 95 milioni
Roma 92,5 milioni
Napoli 74,1 milioni
Lazio 62 milioni
Fiorentina 60,5 milioni
Genoa 33,6 milioni
Bologna 29,6 milioni
Parma 29,5 milioni
Sampdoria 27,5 milioni
Torino 27,1 milioni
Atalanta 24,7 milioni
Verona 22,6 milioni
Catania 22,1 milioni
Sassuolo 21 milioni
Udinese 20,5 milioni
Chievo 17,6 milioni
Cagliari 17,4 milioni
Livorno 14,5 milioni

Balzano all’occhio alcune considerazioni. Innanzitutto, com'era del resto intuibile, non è vero che più si spende, più si vince. Guardando la Juventus tale equazioni potrebbe anche funzionare, ma per le altre non è così: Napoli e Fiorentina, sulla carta le principali antagoniste ai bianconeri per la vittoria finale, occupano rispettivamente il quinto ed il settimo posto; l’Udinese, nonostante i successi delle ultime tre stagioni, ha un monte salari inferiore ad Atalanta, Catania, e addirittura a due neopromosse come Verona e Sassuolo. Il massimo risultato con il minimo sforzo: Muriel, Basta, Allan, Pinzi, Danilo, percepiscono nel complesso 2 milioni di euro netti. Circa un terzo del romano De Rossi. 

A proposito di romani. La tanto decantata politica giovanile della Roma sta avendo evidenti effetti per quanto riguarda le cessioni (quasi 70 milioni incassati dalle vendite di Lamela e Marquinhos), ma certamente non sul monte ingaggi: 92,5 milioni lordi sono un’enormità per una squadra che vanta tanti giovani. D'altronde i soli De Rossi, Borriello e Totti pesano per oltre 30 milioni di euro, più di Bologna, Parma, Sampdoria, Torino, e più o meno l’equivalente di una volta e mezzo la rosa dell’Udinese. L’Inter ha una situazione molto simile a quella della Roma, con la politica di ringiovanimento in atto, ma che ancora paga – è proprio il caso di dirlo – gli eccessi degli anni passati: 20 milioni (lordi) finiscono nelle tasche di Cambiasso e Milito (oltre che dello Stato), relegando i neroazzurri ancora molto in alto in questa speciale classifica. 

Anche Napoli e Fiorentina hanno pochissimi giocatori con ingaggi elevati, ma a differenza dell’Inter si tratta di elementi assolutamente indispensabili (Higuain per i partenopei, Gomez per i viola) e dunque tali esborsi paiono giustificabili.

Diversa invece la politica di Milan e Juventus, che ripartiscono in maniera più equa – ma senz’altro più dispendiosa – i loro fondi. 5 i giocatori rossoneri sopra i 3 milioni netti, addirittura 7 i bianconeri. Tuttavia è evidente una grossa differenza tra i due casi: se nel Milan si tratta soprattutto di elementi il cui rendimento non è più come ai tempi d'oro (Mexes, Kaka, De Jong), nella Juve tali stipendi vengono percepiti dal blocco di giocatori assolutamente indispensabili, la vera anima della Juventus, eccezion fatta forse per Llorente che ancora deve dimostrare il proprio valore. 

Interessante il caso della Lazio. È risaputo il tetto di 2 milioni imposto dal presidente Lotito. L’unico a sforare, seppur di pochissimo, è Klose. E allora come si arriva ai 62 milioni lordi all’anno? Com’è noto, acquistare giocatori dalla Lazio è un’impresa durissima per via dei ripetuti capricci del suddetto presidente. Le mancate cessioni portano dunque ad un’impennata della somma degli stipendi, molti dei quali attribuiti a giocatori di scarsissima utilità all’interno della rosa, ma quasi “prigionieri” di una politica alquanto controversa. 

Sorprendono due delle tre neopromosse, dichiaratamente ambiziose: il Sassuolo, dall’alto dei suoi 21 milioni complessivi, scavalca di poco la già citata Udinese, mentre il Verona, anche a causa dell’ultimo arrivato Iturbe, tocca quota 22.6 milioni, poco più del Catania, squadra da anni in lotta per la prima metà della classifica.

Stefano Panza

* Nelle singole tabelle gli stipendi sono considerati al netto delle imposte. Nella classifica complessiva, invece, al lordo.

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