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martedì 10 settembre 2013

Nell'Europeo delle sorprese a brillare è l'Italia

Che questi europei avrebbero minato molte delle certezze della vigilia lo avevamo capito subito. Del resto la prima giornata di apriva con il botto, Israele veniva battuta a sorpresa dalla Gran Bretagna, la sorella minore di quella vista a Londra 2012 per altro con scarsi risultati. Nel frattempo la Germania, priva di Chris Kaman e soprattutto Dirk Nowitzki, regolava la Francia di Parker, Diaw e Batum. La Lituania, per non essere da meno cadeva a sorpresa contro Bosnia di un Teletovic da antologia. Nel corso di queste prime giornate sono poi arrivate altre sorprese, su tutte la caduta, piuttosto inaspettata, della Spagna contro i padroni di casa sloveni, altra mezza delusione con solo 3 vittorie e tanta, troppa fatica, contro Georgia e Repubblica Ceca. Tutto questo senza dimenticare il sogno di Ucraina e Belgio, passate a sorpresa alla seconda fase.

La storia più incredibile però è quella del girone D. Qui abbiamo vissuto il doppio dramma di Russa e Turchia. I russi, nonostante un roster falcidiato da infortuni pesantissimi (mancavano tra gli altri Kirilenko, Khryapa e Mozgov) e i 3 cambi di allenatore in pochi mesi hanno chiuso il loro Europeo con una sola vittoria, troppo poco;
vittoria peraltro arrivata proprio contro la Turchia di un Tanjevic impotente di fronte alla mancanza di spirito dei suoi. I Turchi, alla vigilia, erano in lizza per una medaglia con la loro batteria di lunghi di primissimo livello e il talento di Turkoglu a gestire tutto il resto. Anche loro invece si sono dovuti accontentare di una sola vittoria prima di tornare a casa. A passare il turno è stata così la Finlandia, qualificata per seconda davanti alla corazzata Grecia, battuta ieri nell’ultima giornata. Veterani come Ranniko e Mottola, guidano un gruppo solidissimo dove spicca il talento in regia di Petteri Koponen e la vena realizzativa di Huff.

A “vincere” il girone però siamo stati noi, l’Italia. Contro ogni infortunio, contro ogni pronostico, contro avversari ben più attrezzati di noi sotto canestro, i nostri ragazzi sono riusciti sempre a spuntarla. Unica delle 12 qualificate alla seconda fase da imbattuta, la squadra guidata da Simone Pianigiani ha messo in mostra un attacco spumeggiante, solo la Francia ha segnato più di noi, e la quarta miglior difesa del torneo. Datome e Belinelli hanno ampiamente dimostrato di appartenere all’elite europea caricandosi la squadra sulle spalle nei momenti più difficili e trascinandoci alle vittorie fondamentali contro Russia, all’esordio, e soprattutto Grecia. A stupire in particolare è il giocatore degli Spurs che tolto l’abito del gregario di lusso che veste in NBA si è immediatamente messo quello del leader, proprio quello che ci serviva. Datome invece era già abituato, a Roma, a caricarsi la squadra sulle spalle e in Nazionale si è “limitato” a continuare questo splendido lavoro. 

Impossibile poi non spendere qualche parola per il duo di Cantù, Aradori e Cusin sono stati pezzi fondamentali per questa squadra. Il primo con canestri importanti, il secondo con una difesa spesso ai limiti, a volte anche oltre, della perfezione contro avversari ben più quotati di lui. Canestri pesanti e minuti di qualità li ha garantiti anche Andrea Cinciarini, partito alle spalle di Diener non ha fatto rimpiangere nemmeno un minuto l’assenza, dopo l’infortunio, dell’italoamericano anzi… Infine la coppia milanese, Melli da centro “adattato” regge l’impatto contro giocatori più esperti, mentre Gentile è stato spesso il “go-to-guy” del quarto periodo. Quello in grado di mettere canestri decisivi quando la palla scotta. 

In chiusura qualche parola per Pianigiani, dopo il fallimento agli Europei del 2011 e dell’esperienza al Fenerbahce, questi europei rischiavano di bollarlo come “flop” e comprimario del miracolo senese, invece il nostro CT ha dato lezioni di basket a tutti gli avversari diretti, in particolare al buon Trinchieri che guida, bene per altro, la fortissima Grecia. Anche lui però si è dovuto inchinare al gioco degli Azzurri veri maestri della duttilità tattica, fra pick’n roll eseguiti tra piccoli, mezzi lunghi che tirano da lontanissimo e una difesa in grado di reggere contro qualunque attacco. Contro l’estro di Shved, la mano caldissima di Taylor, le scelte perfette di Zisis e lo strapotere dei lunghi turchi gli Azzurri hanno sempre trovato il modo di reggere alla grande, concedendo poco agli avversari. Ora ci aspetta la seconda fase e i quarti di finale, che significherebbero qualificazione ai Mondiali, sono un passo. Sognare, con questa squadra è lecito.

Edoardo Lavezzari

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