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sabato 14 settembre 2013

L'angolo della tattica. Tutte le chiavi della supersfida Inter-Juventus

Riparte il campionato e lo fa al meglio, offrendoci stasera alle 18:00, il derby d'Italia come super sfida. Nemmeno il tempo di ricaricare le batterie per le fatiche delle qualificazioni mondiali, che i giocatori di Inter e Juve dovranno già affrontarsi per la sfida delle sfide italiana.

Si sa, nonostante sia solo alla terza giornata, Inter-Juve non sarà mai una sfida normale, per storia (passata e recente) per tradizioni. Inter-Juve è LA sfida. Andiamo quindi a vedere tatticamente quali saranno gli undici iniziali, e da lì, provare a capire che partita potrà essere e quali giocatori potranno essere le cosiddette "chiavi tattiche".

Le probabili formazioni, provate soprattutto ieri dicono: 
INTER (3-5-1-1): Handanovic, Campagnaro, Ranocchia, Juan Jesus; Jonathan, Guarin, Cambiasso, Taider, Nagatomo; Alvarez; Palacio. 
JUVENTUS (3-5-2): Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Lichsteiner, Vidal, Pirlo, Pogba, Asamoah; Tevez, Vucinic. 

Ovviamente dobbiamo tenere a mente due fattori che potranno incidere sulla lettura della gara: Il rientro tardivo dei giocatori dalle rispettive nazionali (i sudamericani sono rientrati solo ieri); il fatto che questa sfida arrivi solo alla terza giornata e nonostante sul piano emotivo sia fondamentale, sul piano della classifica, non avrà grossa incidenza almeno nel breve periodo. Da queste premesse andiamo a vedere la tattica che gli allenatori probabilmente imposteranno.

Partendo dalla Juve, Conte in settimana ha lavorato con pochi uomini a disposizione, ma questo non rappresenta un handicap per la Juve; di fatto i meccanismi di squadra sono già ben oleati ed a livello tattico sicuramente il lavoro sarebbe stato meno. I veri dubbi del mister riguardano le condizioni di Vucinic (infortunato in nazionale) e le condizioni di Barzagli, tenuto a riposo in maniera precauzionale. Qualora no dovesse farcela Barzagli, al suo posto scenderebbe in campo Ogbonna, ed a livello tattico quantomeno cambierebbe poco, mentre qualora dovesse scendere Quagliarella (favorito su tutti per sostituire Vucinic) qualcosa a livello tattico cambierebbe. Vucinic è un giocatore molto simile a Tevez, e spesse volte vediamo entrambi compiere movimenti simili, a causa anche del poco tempo avuto a disposizione. Di fatto però Conte preferisce questa scelta per dare più imprevedibilità e superiorità numerica lì davanti, in quanto entrambi dotati di ottimo dribbling. Certo, forse la scelta di Quagliarella sarebbe la più intelligente, in quanto è una tipologia di giocatore in grado di attaccare gli spazi senza palla e conseguentemente crearne per l'attaccante di movimento (Tevez) o per i centrocampisti che entrano in area. Spesso il lavoro svolto da questo calciatore passa inosservato, ma in realtà svolge compiti molto intelligenti.

Probabilmente Conte vorrà un gioco, soprattutto nelle battute iniziali, calmo e di studio della squadra avversaria. Difficilmente crediamo che sceglierà di tenere fin da subito il pallino del gioco, ma anzi vorrà vedere in che modo è l'impostazione tattica della squadra di Mazzarri. Questo non vuol dire che accetterà di subire, ma anzi quasi sicuramente il gioco della Juve sarà votato al recupero della sfera sulla propria trequarti e ripartenza tramite diagonale, così da portare gli esterni larghi dando ampiezza, ed avere la possibilità di lanciare Tevez a rete, o creare spazi per gli inserimenti delle mezzale. In questo senso, la partita, come sempre la deciderà il centrocampo, che dovrà imporsi soprattutto a livello fisico, vincendo la sfida contro i nerazzurri recuperando appunto un'ingente quantità di palloni. In questo caso la chiave tattica potrà essere Paul Pogba.

Il francese per fisicità qualità di gioco e tempismo negli inserimenti è l'arma in più di questa Juve. Se riuscirà a tenere a bada Guarin, e riversarsi nell'area avversaria, creando gli spazi giusti per i compagni, allora il gioco dell'intera squadra ne gioverà. Lui dovrà dare possibilità a Pirlo di staccarsi dal pressing asfissiante ed aiutarlo nella manovra insieme a Vidal, e quando magari ci sarà Vidal al suo posto, dovrà attaccare la trequarti avversaria con intensità, svolgendo quindi un lavoro a tutto campo.

L'Inter di Mazzarri, invece, con le stesse difficoltà dettate dalle nazionali, ha svolto un lavoro tattico e votato alla preparazione soprattutto mentale della partita. La squadra ha un banco di prova importante e "non perdere" quanto meno darebbe all'Inter una carica in più, e in sicurezza ed in motivazioni. La scelta di Mazzarri sull'impostazione della partita va letta su due particolari decisioni: Taider per Kovacic; Alvarez ancora anziché Icardi.

Entrambe sono scelte correlate che portano ad una lettura ben precisa. Scegliendo Taider, mister Mazzarri ha preferito dare alla squadra un'impronta molto più fisica. Avendo la Juve un centrocampo molto fisico, importante è riuscire ad equiparare quella forza con giocatori in grado di lottare su ogni palla e, dopo aver recuperato la sfera, giocarla comunque con qualità, ed in questo senso, Taider è il giocatore adatto. Di fatto la scelta Alvarez completa soltanto il discorso a centrocampo. L'argentino (meglio da mezzala in verità) crea quella densità giusta in fase di non possesso, andando a creare un 5-4-1, e riesce inoltre a riversarsi con velocità e trame semplici (quello che ci si aspettava da ormai due anni da lui...) in avanti, sfruttando l'ampiezza degli esterni e cercando spesso il movimento di Palacio, abile nel giocare tra le linee di difesa.

In questo senso quindi, Mazzarri vuole che la squadra giochi in maniera compatta e concentrata, senza alcun timore, portando quindi in fase di possesso, alto il baricentro così da tenere schiacciata la Juve e quindi rallentarla qualora recuperi la sfera; in fase di non possesso invece la squadra dovrà ricompattarsi, stringere le maglie e dare la possibilità a Cambiasso di recuperare la posizione centrale così da avere un mediano di posizione in grado di gestire sempre al meglio la diagonale difensiva.

Altro lavoro importante sarà il pressing su Pirlo, che probabilmente verrà svolto da Alvarez. Rallentare il faro del gioco juventino vuol dire rendere prevedibile la manovra avversaria ergo renderla meno pericolosa. Qualora Pirlo dovesse essere troppo spesso libero di giocare, ne gioverebbero anche gli esterni che potrebbero andare a scavalcare in velocità senza palla quelli dell'Inter. Questo non deve accadere quindi tra Alvarez e Palacio ci sarà molto lavoro in fase di rottura e da questo ne dipenderà la partita dell'Inter probabilmente.

L'Inter dovrà giocare quindi soprattutto in fase di transizione, senza particolare foga ma con la giusta calma e concentrazione, cercando di andare in profondità in pochi secondi e con pochi tocchi, approfittando di un giocatore che se entrerà determinato in partita, sarà la chiave tattica dell'Inter: Fredy Guarin.

Per fisicità è il giocatore adatto a scardinare le manovre avversarie e con grande qualità riversarsi in attacco. A lui toccherà limitare Pogba e avere anche la licenza di portare palla per vie centrali e rompere le maglie della Juve, portando così l'Inter (che sfrutterà l'ampiezza di Nagatomo e Jonathan) ad avere una superiorità numerica con conseguenti spazi a cercare Palacio. Inoltre Guarin, in collaborazione con il centrocampo tutto, dovrà rallentare o annullare le fasi di transizioni offensive avversarie e sorprendere quindi quelle difensive. Da lui passeranno le sorti di questa partita.

Infine, per entrambe le squadre, altro fattore importante potrà essere la panchina: Disporre di Llorente e Quagliarella da una parte, e di Kovacic e di Milito dall'altra, potrà essere un'arma in più da mandare nella mischia se la partita può prendere una piega positiva. Indubbiamente, per quanto riguarda Milito, l'infortunio appena superato, non lo porta ad essere al meglio, ma con i fuoriclasse è sempre bene stare attenti.

Come già detto, non sarà una sfida decisiva e probabilmente verso il finale di gara le squadre saranno più lente e quindi si stringeranno di più, ma è pur sempre un derby d'Italia, quindi lo spettacolo e le sorprese sono sempre in agguato.

Ernesto D'Ambrosio

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