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domenica 29 settembre 2013

L'angolo della tattica. I segreti della Roma di Rudi Garcia

Ad inizio stagione, anche dopo la vittoria inaugurale contro il Livorno, nessuno si aspettava che la Roma potesse partire come nessun'altra squadra: 5 vittorie in 5 partite, subendo solo un gol. 

Quest'estate per motivi societari, sono stati ceduti i pezzi pregiati della rosa quali Marquinhos, Lamela, Osvaldo, sostituiti da nomi che comunque almeno sotto il sole estivo del mercato non hanno scaldato la piazza: Benatia, Maicon, Gervinho, Lijaic, De Sanctis, Strootman. Forse solo quest'ultimo ha suscitato entusiasmo tra i tifosi, mentre gli altri, ognuno per motivi diversi, hanno solo aumentato il malcontento generale. Stessa cosa può dirsi per l'allenatore, di fatto quinta scelta di una società sempre contestata durante il ritiro estivo e mai presente nel proteggere una società, che ha lasciato in balia del malcontento dei tifosi, il neo arrivato, Rudi Garcia.

Ecco, questo è il classico esempio del lavoro del sacrificio e della voglia che paga.

Difficile lavorare in un contesto così complicato, e per allenatore e per calciatori, con una società incerta ed un pubblico con il morale a pezzi, specie quando i giornali, come troppo spesso succede, bocciano chiunque al solo fine di aumentare polemiche ( e vendite...).

La Roma sotto il comando di Rudi Garcia ha lavorato bene, e sta costruendo dalle basi di un solido ritiro, il futuro del club.I risultati raggiunti fino a qui comunque non sono di poco conto, ne casuali, e per questo vogliamo spiegare tatticamente i segreti di questa Roma solida come non mai.

Rudi Garcia ha sempre amato giocare con un 4-3-3, poiché è il modulo che statisticamente ricopre più zone di campo; I calciatori così disposti rendono le trame fitte fin dal primo palleggio avversario. Ovviamente questo necessita di interpreti adatti, rapidi, dediti al sacrificio, e pronti a ripartenze immediate finalizzate al contropiede in superiorità numerica.

Usiamo i nostri consueti blocchi per capire meglio il gioco della Roma.

Dal blocco difensivo, si evince la solidità di Garcia, che di fatto coinvolge comunque l'intera squadra. 
Nonostante il problema portiere (De Sanctis non è bravo a giocare con i piedi quindi di fatto si fa a meno di un uomo in fase d'impostazione) nella fase di impostazione, la squadra crea immediatamente un triangolo di gioco che coinvolge Benatia Castan e De Rossi, ora perno del centrocampo con licenza di abbassarsi di qualche metro in modo da dare immediata ampiezza fin dal basso. Questo permette a Balzaretti, e, ad un rigenerato Maicon, di alzarsi 15-18 metri così da avere già una fase di possesso con l'aggiunta di due uomini.
La difesa dialoga molto con De Rossi anche per mancanza di qualità dei centrali nell'impostazione, ma l'immensa qualità del vice-capitano, permette alla squadra di giocare palla con questo triangolo che può coinvolgere i terzini, ma anche gli interni, in particolare Pjanic, creando così già in questo modo 4 soluzioni di passaggio semplice senza disimpegno difficoltoso.

Così la squadra in fase di impostazione, guadagna senza sforzo metri di campo per tenere schiacciato il baricentro avversario. In fase di transizione e non possesso inoltre, la difesa tramite la propria velocità riesce a riordinarsi alla perfezione, creando la giusta misura di distanza, giocando quindi in uno spazio di 28-30 metri, con il solo Totti divincolato dalle diagonali difensive.

Inoltre il segreto della difesa romanista, sta nel brasiliano Maicon. Egli è sicuramente il giocatore che segue di più l'azione, e non è un caso che la diagonale avvenga sempre dalla sua parte; In fase di possesso si cerca di servirlo attraverso triangoli di gioco tra De Rossi, Totti ed appunto Maicon, pronto a triangolare e dare quindi superiorità numerica. Il "dai e vai" tra Totti e Maicon è ormai una consuetudine, ed infatti il brasiliano tira praticamente quanto una punta. In fase di transizione però, specie verso la parte finale della gara, Rudi Garcia chiede al centrocampo di ricompattarsi dalla sua parte per dare tempo al brasiliano di recuperare e dosare il fiato, chiedendo così all'esterno (ecco il perché di Florenzi esterno) di scalare per creare una diagonale che sopperisca a quei 4 metri di spazio lasciati vuoti, chiudendosi in un 4-4-1-1.

Come possiamo notare il blocco difensivo, dialoga con l'attacco, elementi che alla Roma non si vedevano da troppo tempo...

Passando al blocco di centrocampo, possiamo capire come la Roma riesca a creare tanto (specie nel secondo tempo) attraverso continue verticalizzazioni e tanto palleggio finalizzato. Una linea a tre con Pjanic De Rossi Strootman rappresenta una mediana di qualità e tanta forza fisica. Garcia chiede a De Rossi di dettare i ritmi del pressing (e questi non avviene mai alto ma si tende ad aspettare l'avversario) in fase di non possesso, e come detto, di schiacciarsi in fase di possesso. Schiacciandosi De Rossi, Pjanic e Strootman rappresentano gli interni che a turno seguono l'azione d'attacco senza palla, mentre l'altro gioca sull'esterno di zona la palla per dare ampiezza e fornire così triangolazioni sulla trequarti, che vadano comunque alla ricerca di Totti quale elemento boa per le entrate degli interni e dei terzini.

Nelle fasi di non possesso Pjanic si alza ponendosi come 1, vicino la punta Totti, mentre gli esterni guadagnano la zona di campo dei centrocampisti, portandosi a 4. In questo modo Strootman è libero di pressare, mentre De Rossi coordina la diagonale quale mediano di posizione. Strootman è un abile mezzala tutto fare e tende a recuperare spesso palla per via della sua fisicità, ed in questo modo, si gioca tutto ad un tocco come vuole Garcia: La squadra deve liberarsi del gioco in orizzontale e sovvertire la manovra, quindi si cerca la spina dorsale di gioco De Rossi, Pjanic Totti, ed uno dei tre, va al rilancio sugli esterni, in modo da creare ampiezza e spazi enormi che possono essere sfruttati dagli esterni così come dagli interni che entrano dalle retrovie (non sono un caso i gol di Florenzi).

Il centrocampo quindi ha una funzione difensiva vitale, poiché per mezzo della sua fisicità limita molte azioni che possono di fatto agire centripetamente, ed allo stesso tempo, la qualità di palleggio dei tre, rende il possesso mai difficoltoso (sbagliano davvero pochi passaggi) e la verticalizzazione quasi sempre precisa.

Il blocco d'attacco quindi vive molto dei movimenti dei tre di centrocampo e dei loro ritmi. Per questo motivo comunque Garcia ha provato anche Totti con Borriello, proprio per dare maggiore profondità, e crediamo ci saranno altre partite, con Totti brillante dal punto di vista fisico, in cui Borriello sarà utile.

Di fatto comunque, l'attacco come abbiamo spiegato è importantissimo anche per la fase di non possesso. Gervinho Ljiaic, ma soprattutto Florenzi, ripiegano molto in fase di transizione difensiva, dando così alla difesa, un uomo in più che attenda il gioco della squadra. Essendo Florenzi comunque, un giocatore seppur non qualitativamente eccelso, un elemento aerobicamente validissimo, Garcia preferisce averlo sulla fascia destra in modo da, accentrarsi e dare copertura a Maicon, e permettere quindi a Totti di poter dialogare, anche in fase di possesso votato alla gestione (Maicon Totti entrano benissimo anche con gli avversari ben coperti).

Inoltre Florenzi dotato di tanta energia, riesce spesso a scegliere il giusto tempo d'inserimento, portando via così 2-3 metri al centrale che, lasciando la propria posizione, concede il gioco a Totti o comunque a Pjanic che gioca di fatto a 5-6 metri massimo di distanza dal proprio capitano. Gli esterni devono dare la sovrapposizione ai terzini, cercare la superiorità attraverso il dribbling, ed aiutare la squadra in fase di copertura.

Garcia comunque continua nonostante l'età, ad affidarsi a Totti quale regista d'attacco. Nonostante non sia più una punta di movimento (come lo era con Spalletti), Totti giocando 10 metri fuori dall'area, consente tanto movimento e attira comunque a se uno dei centrali che comunque si sente intimorito anche quando egli è spalle alla porta. Di fatto comunque quello che balza all'occhio in una partita della Roma, è l'estrema solidità e la fase di transizione difensiva che Garcia ha ben congeniato. Segnare solo nei secondi tempi evince oltre che una casualità (si vuol far gol ad ogni minuto) anche una tranquillità dei giocatori che riescono e a gestire ma anche a verticalizzare quando, nel secondo tempo, le squadre per forza di cose si allungano.

Inutile ora far proclami fuori dall'ordinario, meglio limitarsi ad un giudizio su queste prime battute: La Roma per la prima volta dopo tanto tempo, è una squadra che gioca si a calcio, ma lo fa con estrema intelligenza tattica, tra palleggio e transizione, come ama Rudi Garcia. Comunque la Roma tra un paio d'anni, con acquisti mirati, sorreggendo le richieste dell'allenatore, potrà tornare ad un ruolo di protagonista nel campionato di Serie A.

Ernesto D'Ambrosio

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