Diciamocelo chiaramente, non è un bel periodo per i tifosi del Milan. La squadra fa fatica, non ingrana, crea occasioni ma subisce valanghe di gol, e ancora una volta è partita a rilento in campionato: 5 punti in 5 gare, quando lo scorso anno a questo punto del campionato i punti erano 6. Insomma, di cose che vanno bene al Milan ce ne sono ben poche, e di problemi invece tantissimi.
Come – purtroppo, verrebbe da aggiungere – accade sempre nel calcio, appena una squadra va male, qual è il primo colpevole? L’allenatore, ovvio. Massimiliano Allegri è a memoria uno degli allenatori più bersagliati da critica, stampa, tifosi degli ultimi 10/15 anni almeno. Cosa si può dire su di lui? Quali sono per davvero i suoi errori? E su cosa non ha colpa?
Il problema più ovvio di questo Milan è la difesa: 10 reti subite in 5 gare, 2 per ogni partita, sono numeri che al Milan non possono esistere. Qui si può individuare un errore dell’allenatore toscano, che marcando a zona ha subito tantissime reti da palla inattiva. C’è anche da dire però che non è l’allenatore che ordina ai suoi difensori di lasciare libero il Britos o (peggio) il Toni di turno. Sta anche nella bravura di un difensore saper comunque intervenire al momento giusto. E allora, verrebbe da analizzare il livello dei difensori del Milan: Allegri a fine mercato ha testualmente dichiarato che in giro di difensori migliori di Zapata e Mexes (a prezzi ragionevoli è ovvio, perché se no tutti si riprenderebbero subito Thiago Silva) non ne vede; voi vi sentireste di dargli torto? Ogbonna, Astori potevano essere buoni nomi, ma il primo se l’è accaparrato la Juve subito, mentre per il secondo tutti sanno che trattare con Cellino è quasi impossibile. E allora, forse Allegri potrebbe essere più attento agli allenamenti difensivi su palle inattive, ma in fin dei conti questo è il materiale che ha a disposizione, e forse la sua speranza è quella di vedere un miglioramento settimana dopo settimana, come accaduto lo scorso anno quando la difesa del Milan nella straordinaria rimonta finale è stata una delle migliori della A.
Altro grosso capo d’imputazione ad Allegri: non sa dare un gioco alla squadra. Anche questo può essere vero, ma anche qui, ne siamo proprio sicuri? E poi, il materiale a disposizione a centrocampo dà la possibilità di sviluppare un gioco spettacolare ai rossoneri? Il Milan ha perso da qualche settimana Montolivo, che è obiettivamente l’unico con i piedi educati in mezzo, come si può pretendere di vedere spettacolo e gioco da gente come Muntari, De Jong, Nocerino, Poli (per altro molto positivo in quest’inizio)? E nonostante questo, il Milan ha creato 4/5 occasioni nitide contro il super Napoli di Benitez (diciamocelo chiaramente, quella partita il Milan non ha assolutamente meritato di perderla) e almeno altre 4/5 contro il Bologna. In questo caso l’imprecisione di Matri (non ancora ben inserito probabilmente) unita alle dabbenaggini della difesa hanno impedito una larga vittoria ai rossoneri.
Insomma, il tecnico livornese non sarà il nuovo Mourinho, ma forse andrebbe lasciato lavorare un po’ di più. La storia insegna che ha sempre partenze lente (questo non è comunque un alibi, dovrebbe essere in grado di evitarle), e le dichiarazioni ottimiste dell’immediato post-Bologna sembrano le stesse di un anno fa, all’alba di una rimonta che – diciamocelo chiaramente – nessun tifoso rossonero sulla faccia della terra avrebbe potuto immaginare a novembre.
Non è che – forse – se il Milan sta così in basso, la colpa è anche di qualcun altro? Di una società che non riesce a fare di meglio che portare a casa giocatori mediocri? O che tenta operazioni che sembrano quasi solo da libro cuore (la storia di Kakà – arrivato e già rotto, con un Milan di fatto senza trequartisti – insegna)? Di una società che, contravvenendo a quella che dovrebbe essere una norma base nel rapporto con l’allenatore, ha deciso da sola che il Milan deve tornare a fare il 4-3-1-2, quando con il 4-3-3 il Milan lo scorso anno ha fatto più punti di tutti nel girone di ritorno? E adesso, senza Kakà, chi fa il trequartista? Birsa (che per assurdo non ha nemmeno sfigurato nelle ultime gare)? Per non parlare di quello che combinano i giocatori, uno su tutti di cui non ci sarebbe nemmeno bisogno di fare nome…
Allegri ha dimostrato in questi anni di avere le spalle larghe, di riuscire a lavorare in un ambiente con pressioni pazzesche come quello del Milan, di non abbattersi mai (siamo sinceri, cosa avreste fatto voi nell’estate 2012 quando gli è stata smembrata in maniera totale la squadra?), e soprattutto di non lamentarsi mai. Questo sarà molto probabilmente il suo ultimo anno sulla panchina del Milan, e sarebbe bello vederlo uscire in grande stile, magari con un’altra qualificazione Champions, che onestamente ora come ora sembra infattibile, visto che almeno 5 squadre paiono chiaramente superiori a livello tecnico. Ma state certi che alla fine della sua esperienza milanista, ad Allegri non mancheranno le possibilità di rimettersi in gioco in un’altra piazza importante, come avrebbe potuto essere la Roma lo scorso anno, che era pronta a offrirgli la panchina prima della sua conferma al Milan.
Luca Binda
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