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mercoledì 13 febbraio 2013

Ecco perchè il Napoli dovrebbe cedere Cavani


Sono in molti a sostenere che l’unico Top Player rimasto nel campionato italiano risponda al nome di Edinson Cavani. Acquistato dal Napoli meno di tre anni fa per 17 milioni, adesso vale, stando alla clausola rescissoria imposta dal presidente De Laurentis, almeno il triplo. Per la precisione, 62.8 milioni. 

Stando ai vari siti di calciomercato sarebbero numerose le squadre, ovviamente al di fuori dei confini nazionali, disposte a mettere sul piatto il compenso richiesto dal vulcanico presidente partenopeo. Quest’interesse suscitato in giro per l’Europa è del tutto giustificato: Cavani sta disputando la terza stagione consecutiva ad altissimi livelli. Guida la classifica cannonieri della serie A con 18 reti, 3 di vantaggio sugli inseguitori, dopo averne segnati 49 nelle precedenti due stagioni. In Coppa Italia ha messo a segno 5 reti l’anno scorso, determinanti per la conquista del trofeo, e una quest’anno, mentre in Europa il Matador ha dato il meglio di sé: 5 gol l’anno scorso in Champions League, 14 in Europa League tra l’edizione 10/11 e quella attuale. Per un totale di 93 gol in 123 presenze da quando veste la maglia azzurra. Numeri spaventosi. 

Secondo molti Cavani rappresenta il prototipo dell’attaccante completo: forte fisicamente, discrete doti tecniche, agile, dotato di un buon colpo di testa, capace di segnare con entrambi i piedi, bravo nel calciare le punizioni e, cosa che fa maggiormente innamorare i tifosi, quando è in campo non risparmia una sola goccia di sudore, andando spesso a recuperare palloni in difesa e a pressare gli avversari fino allo sfinimento. 

Però…63 milioni sono tanti. 

È raro di questi tempi che per un giocatore si parli di certe cifre. Fatta eccezione per Messi e Ronaldo (ma questi due praticano un altro sport) è, insieme a Falcao, il giocatore attorno a cui ruotano le cifre più alte. In un momento come questo, come si fa a dire di no a 63 milioni cash (per il pagamento delle clausole rescissorie non sono concesse rate: si paga tutto e subito), con cui poter creare una squadra di vertice partendo da zero? Il tifoso romantico non vorrebbe mai separarsi dal suo campione, ma esaminiamo alcuni concetti da un punto di vista più razionale. 

Mazzarri è un allenatore particolare, tra i più tattici in assoluto nel panorama europeo. Il suo gioco presuppone che tutti gli schemi siano finalizzati al suo centravanti (Clicca qui per leggere l'analisi tattica del Napoli). La punta centrale ha il compito di svariare moltissimo sul fronte offensivo, ma in cambio ha la certezza di ritrovarsi tra i piedi una quantità massiccia di palloni da concretizzare. Pensiamo alle squadre precedenti allenate da Mazzarri. Nella Reggina Rolando Bianchi segnò 18 gol in 37 presenze. A parte quella stagione straordinaria, ha segnato soltanto 23 reti in 115 partite in serie A. Perché? Perché Bianchi ha le caratteristiche per far fruttare un tipo di gioco come quello voluto da Mazzarri, capace di esaltare un certo tipo di attaccanti. Pensiamo a Pazzini: nel gennaio 2009 il trasferimento alla Sampdoria fece la sua fortuna: là trovò Mazzarri che pretese da lui un certo tipo di movimenti. Risultato? 19 presenze, 11 gol. L’attuale attaccante del Milan non ha mai terminato un’altra stagione con questa stessa media realizzativa. 

Per avvalorare questi dati prendiamo in esame alcune cifre, ovvero il numero di tiri in porta relativi a questa stagione. Cavani ha siglato 18 gol con 91 conclusioni (nello specchio e non). È il giocatore che ha calciato di più verso la porta. La sua percentuale realizzativa è del 19.7%. All’incirca come quelle di El Sharaawi (19.2), Di Natale (17.7), Milito (16), ma molto inferiore rispetto a giocatori come Sau (25), Icardi (27.5), Gilardino (25.6), Matri (28.5), ma soprattutto Klose (30.3). Questo vuol dire che tantissimi altri attaccanti segnano meno di Cavani, ma semplicemente perché hanno molte meno occasioni rispetto all’attaccante azzurro, l’unico ad avere una squadra che gioca esclusivamente per lui. 

L’attacco del Napoli ha comunque un futuro radioso. I fratelli Insigne possono garantire, da soli, 10/15 anni di prestazioni ad altissimo livello. Inoltre con “soli” 20/25 milioni il presidente De Laurentis potrebbe ingaggiare un attaccante di assoluto livello (Dzeko, Damiao, Higuain, giusto per inventare alcuni nomi), pagarlo non più di quanto faccia con il Matador (4.5 netti a stagione) ed assicurarsi comunque una valanga di gol. Sempre a patto che Mazzarri rimanga alla guida del Napoli. 

Perché se, come sembra, l’allenatore livornese dovesse lasciare la panchina azzurra, nessuno garantisce che Cavani possa continuare a segnare così. Le occasioni che capitano sui piedi dell’attaccante azzurro sono tantissime (come detto, 91 tiri finora contro, ad esempio, i 33 di Klose, i 78 del Faraone ) ed è ovvio che alcune finiscano nel sacco. Ma con un altro tipo di gioco è impensabile ottenere la stessa quantità di occasioni da gol. 

Basti pensare alle prestazioni di Cavani con la maglia dell’Uruguay: 46 presenze, soltanto 13 gol. In un altro sistema, che non gioca per lui, come quello allenato dal ct Tabarez, il Matador fa fatica. Durante le Olimpiadi londinesi i giornali del posto, delusi dalle prestazioni del giocatore spesso accostato a squadre come City e Chelsea, scrivevano così: “Ma davvero questo giocatore vale 40 milioni?”, quando ancora la clausola di rescissione non era stata fissata. 

Dunque se Mazzarri dovesse restare alla guida del Napoli, bene venga anche il Matador. Altrimenti, 63 milioni farebbero assolutamente comodo. Un altro centravanti di livello internazionale (ma molto più economico) e le basi per uno stadio nuovo sarebbero i modi più intelligenti per far fruttare il bottino. Lo stadio, ecco l’unica vera garanzia di un futuro luminoso. Ma bisogna far presto, perché il calciomercato è come la borsa, con i prezzi che crescono e calano alla velocità della luce. Basti pensare a quando un anno fa il PSG era pronto a mettere 40 milioni sul piatto per Pato ma i tifosi pregarono il presidente di non cedere il loro gioiello….

Stefano Panza

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