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sabato 23 febbraio 2013

L'angolo della tattica. Juve, cosa cambierebbe con il Top Player?



Oggi "L'Angolo della Tattica" torna e svolge doppio compito, analizzando il complesso tattico dei campioni d'Italia, la Juventus, entrando nel particolare del "problema" che quasi è diventato un tormentone nei discorsi inerenti alla squadra: Top Player o non Top Player in attacco?

Partiamo innanzitutto riconoscendo il merito ai campioni d'Italia in carica di aver costruito una squadra solida, che conduce il campionato con 55 punti e con un piede già ai quarti di Champions League e che ha trovato nel corso del tempo uno schema di gioco che garantisce risultati.

Partendo dal blocco difensivo, è d'obbligo segnalare quanto Buffon incida nella lotta scudetto. Avere un vero e proprio fuoriclasse tra i pali garantisce alla squadra quei 14-15 punti in classifica che risultano fondamentali nella corsa finale, specie nel campionato italiano, in cui ci si imbatte in partite difficili e le parate di un fuoriclasse diventano vitali. Ai fini del gioco però in se Buffon non ha ruolo se non in fase di rimessa a cercare la punta o spesso gli esterni dal basso, non avendo un palleggio base, ma è un "difetto" trascurabile.

La squadra allestita da mister Conte si schiera con un 3-5-2 classico, che diventa 5-3-2 in fase di non possesso come prevede la filosofia dello schema. Tornando al blocco difensivo, generalmente lo schieramento prevede il trio ormai amalgamato Barzagli Bonucci Chiellini. Spesso la Juve gioca la rimessa sui tre di difesa, in modo da avere un'uscita della palla con i tre centrali larghi, che ricevono la palla pronti per servire il regista Pirlo. In genere la ricezione è affidata a Barzagli che staziona sul centro destra, con Bonucci che accompagna il gioco e Chiellini che sale largo a sinistra in quanto meno dotato nel palleggio rispetto ai compagni di reparto. L'uscita della palla avviene si verso gli esterni, interpretati da Lichtsteiner e Asamoah, ma questi avviene tramite Pirlo, che scala di 3-4 metri per ricevere la palla, e smistarla verso gli esterni. A volte però questo diventa un limite se Pirlo viene pressato fin dall'uscita spalle alla porta, e quindi i difensori si ritrovano costretti al rilancio in profondità sugli esterni o attendono che Vidal scali e faccia da supporto al gioco, creando una rete di 3-2 che da più soluzioni di passaggio. In fase di non possesso invece la difesa come di consueto nel modulo, si stringe per formare una linea a 5, forte del fatto che gli esterni, fisicamente dotati, riescono a sganciarsi in 2-3 secondi per la fase di transizione, potendo ricevere in corsa le diagonali di Pirlo. Spesso i centrali in fase di non possesso tendono a star larghi creando una linea 3-5 ma schiacciata a ridosso dell'area, e questo comporta un'attenzione ai movimenti senza palla notevole oltre che una notevole preparazione fisica. Infatti il segreto di questa Juve è l'estrema velocità d'azione. Ogni gesto è compiuto con una velocità notevole anche a discapito della qualità, che spesso e volentieri è affidata a Pirlo. 

Indubbiamente però il segreto della Juve risiede nel centrocampo. La linea a 5 con i già citati esterni, gode di 4 elementi di primo livello: Pirlo, Marchisio, Vidal e Pogba. Quello ad avere un minutaggio inferiore, per via dell'età è Pogba che comunque è sempre pronto ad interpretare il ruolo di mezz'ala o in casi di necessità di "vice-Pirlo". Ovviamente il salto di qualità risiede nel fuoriclasse italiano numero 21. Sbarcato a Torino sembra rinato e sembrano lontani i tempi degli infortuni. Se gira Pirlo, gira la Juve, se Pirlo sbaglia la partita (per motivi fisici o casuali) o viene marcato costantemente per 90 minuti in modo da essere annullato, le prestazioni della Juve ne risentono notevolmente. E' il bianconero che tocca più palloni, dalla fase d'impostazione, alla fase d'attacco, dove dirige sulla trequarti le azioni di gioco quasi fosse un direttore d'orchestra; passaggi in profondità, rilanci, triangolazioni, tiri. Il bagaglio tecnico è talmente completo da poter dare sempre 3-4 soluzioni anche in spazi stretti. A protezione del gioco di Pirlo, vigila Vidal, altro tassello fondamentale. Vidal funge da vera a propria protezione al gioco del regista, e quindi questi interpreta il ruolo di volante a tutto campo: in fase di non possesso è l'uomo che affronta il portatore e sale per il pressing, in fase di transizione percorre senza palla 40 metri per ricevere ottimi passaggi, ed in fase di possesso palla attacca gli spazi senza palla per trovarsi davanti la porta pronto a segnare. L'ultimo tassello (ma non ultimo per importanza, anzi...) è rappresentato da Marchisio. Il numero 8 Juventino rappresenta la mezz'ala tra le più complete in Italia: dotato di una corsa fuori dal comune, è l'uomo che praticamente si trova in ogni dove, spesso a scapito della lucidità sotto porta. Il suo è un ruolo a tutto campo, che interpreta nel migliore dei modi. Spesso non è "visibile" nelle azioni, ma ha l'intelligenza tattica di riuscire a "spaccare" le diagonali di difesa avversarie, portando con se 1/2 uomini creando così spazi per i compagni oppure facendosi trovare pronto alla ricezione per la conclusione a rete. Per gli amanti della tattica è un piacere vedere i suoi movimenti. Si può tranquillamente dire che la Juve dispone di un centrocampo completo (almeno quello titolare) che rappresenta la vera forza della squadra. La fase di difesa è perfetta grazie ai movimenti dei centrocampisti che chiudono al meglio la diagonale (spesso sfasata per via dell'uscita di Bonucci sulla triangolazione degli avversari, errore gravissimo...) di difesa, e con lucidità riescono ad essere incisivi nella fase d'attacco ( ben 27 gol in stagione) risolvendo partite spesso complicate.

E' qui che risiede il crocevia e il dilemma della Juve: I centrocampisti risultano sempre più influenti rispetto alle punte (basti pensare che Vidal è il secondo cannoniere della squadra, a 2 distanze dal "panchinaro" Quagliarella).

La descrizione del blocco dell'attacco quindi parte da un punto di domanda già sopra citato: Serve davvero il famoso Top Player alla Juventus?

Il parco attaccanti bianconero, composto da Vucinic, Giovinco, Matri, Quagliarella, il neo acquisto Anelka e "l'oggetto misterioso" Bendtner ha fornito 33 gol stagionali, che statisticamente non sono pochi, ma in proporzione a quelli fatti dal centrocampo, qualche dubbio lo creano.

Spesso Conte alterna i primi quattro della lista, dando l'idea di non avere una punta vera a propria in grado di dare continuità. Vucinic e Giovinco, i più "selezionati" spesso tagliano sulla stessa zona di campo, creando un'incongruenza di gioco che fa si che la squadra perda fluidità a causa della mancanza di supporto delle punte. Vucinic come singolo spesso si isola dal dal gioco ma è quello che per talento ha più "propensione" a risolvere le partite (Genoa-Juve ad esempio). Giovinco sta dimostrando di non essere un titolare: nelle partite importanti è spesso e volentieri assente, ed i "gol inutili" (quelli a partita già chiusa) ne sono la riprova. Matri è come tipologia di calciatore utile alla causa, in quanto gioca spalle alla porta, esegue ottimi tagli, da prima punta, creando quindi complementarietà con Vucinic, e riesce a giocare di sponda, cosa che risulta utile in quanto riesce a servire i centrocampisti attraverso triangolazioni negli ultimi 20 metri. C'è da dire però che non è un giocatore di primo livello, per via di lacune sul piano tecnico che fanno la differenza in partite che vanno giocate più di tecnica e meno di fisico (vedi Juventus-Sampdoria ad esempio, squadra fisicamente forte). Il paradosso è che l'attaccante più utile e più prolifico è proprio Quagliarella che risulta essere l'ultima scelta di Conte (rinviando il giudizio ad Anelka e Bendtner). L'attaccante campano attacca come pochi la profondità, sia sugli esterni, che centralmente, creando sempre sovrapposizioni o entrando per vie centrali tra le linee dei difensori, cosa che manca per caratteristiche agli altri compagni di reparto. Inoltre 10 gol in 21 partite (delle quali poche giocate per intero) sono un dato abbastanza notevole che meriterebbe più considerazione anche perchè, in campo è quello che meglio dialoga con il centrocampo. Quagliarella resta la scelta migliore a livello tattico, in quanto rappresenta quella punta di movimento che manca in casa juventina. 
Detto ciò, è chiaro che quel campione da 20-25 gol a stagione manca. Prendendo come esempio Van Persie, giocatore corteggiato, è chiaro che un calciatore in grado di giocare con la squadra, senza perdere lucidità negli ultimi 20 metri manca. Campioni come lui sono un faro in partite dove la lucidità fisica viene meno, in quanto riescono a risolvere partite dove a livello tattico si è costruito poco. 

Questo non vuol dire che il lavoro di Conte sia solo sufficiente e che la Juve non sia un'ottima squadra, ma è chiaro che le vittorie passano pure per i grandi campioni. Certo i risultati sono ottimi comunque ma ciò non vuol dire che non ci siano punti in cui si debba migliorare. Le grandi squadre si costruiscono anno per anno posizionando calciatori che possono essere citati tra i primi 4-5 del mondo nel proprio ruolo. In avanti questo alla Juve attualmente manca, e Pirlo solo non basta per il salto di qualità. Llorente, preso per Giugno può essere una soluzione, ma con riserva. Prendere un Van Persie o un Drogba avrebbe assicurato la vittoria in campionato e più credibilità in Champions. Nonostante ciò la Juve resta favorita in Italia, da ottima squadra e resta desiderosa di proseguire il cammino europeo, ragionando di partita in partita, perchè con o senza Top Player, la stagione è ancora lunga e tutta da giocare.

Ernesto D'Ambrosio

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