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domenica 10 febbraio 2013

L'angolo della tattica. Inter, ecco cosa serve per vincere


Il campionato di Serie A ci sta riservando continue sorprese, ed una di queste sorprese risponde al nome di Inter. La squadra, partita benissimo, arrivando a -1 dalla capolista, non ha saputo ripetere le prestazioni del primo periodo, perdendo colpi e punti importanti che hanno rimesso in discussione il gioco e le idee di una squadra che almeno in questo momento, sembra non possederne, o almeno non riesce a riproporle sul campo. L'angolo della tattica vuole capire cosa è successo alla squadra di Stramaccioni, e provare a capire come l'Inter può tornare ai livelli visti nella prima parte di stagione.

Dopo quel famoso e storico 3 Novembre, giorno del colpaccio dei neroazzurri allo Juventus Stadium, la squadra ha perso per infortunio gli uomini di punta e cardine della squadra. Quasi simultaneamente si sono fermati ai box Milito, Samuel e a singhiozzo anche Cambiasso ha dovuto tirare il fiato, quindi quando viene a mancare la "spina dorsale" della squadra, ed i ricambi non sono all'altezza, qualcosa si perde per forza.

Partendo dalla difesa, manca quell'uomo capace di far salire bene la linea difensiva, e coordinare la diagonale in modo da non lasciare quei 2 metri di spazio tra le linee utili agli attaccanti avversari per andare in profondità. Samuel unisce ad una maestria tattica, anche un'intelligenza che riversa in campo anticipando le mosse avversarie, e questo manca ai difensori interisti, anche per inesperienza e quindi faticano a coordinare l'intera fase di non possesso.

Altro problema è l'impiego praticamente degli stessi calciatori per un arco di tempo troppo prolungato che ha portato la squadra anche ad un calo fisico fisiologico, e se uniamo questo agli infortuni a cavallo tra la pausa ed il rientro, possiamo intuire quanto questo abbia influito nelle prestazioni della squadra.

Abbiamo già analizzato l'Inter tatticamente (clicca qui per rileggere l'articolo), e abbiamo parlato di schemi di gioco ben assimilati con la difesa a tre, questo però richiede appunto una brillantezza atletica specie sulle fasce, con gli esterni pronti a chiudere in diagonale e riversarsi in fase di transizione, e inoltre di centrocampisti bravi nel gioco senza palla. Indubbiamente Cambiasso è un centrocampista totale, ma non è più quel centrocampista d'inserimento, quanto un mediano metodista basso che fa partire l'azione cucendo gioco dal basso dando così più arco d'azione alla squadra (3-4 metri più larghi) avendo così possibilità di giocare la palla in maniera più fluida. Se manca un palleggiatore abile, la squadra si schiaccia e rallenta di 3-4 secondi la manovra permettendo agli avversari di ricompattarsi dietro la linea della palla. Troppi tocchi non sono sinonimo di buon gioco se hai una squadra che ha caratteristiche congeniali alla verticalizzazione.

Altro problema è la mancanza di una punta capace di giocare spalle alla porta, stazionando in area, dando quindi si riferimento agli avversari, ma capace, attraverso l'abilità tecnica, di dialogare con i compagni in fase d'attacco. Milito è indubbiamente un fuoriclasse nonostante l'età e spesso incide anche non segnando, anche fuori forma, e giocare con due seconde punte come Palacio e Cassano, abili più nello svariare nei pressi dell'area, crea troppa prevedibilità in quanto la diagonale difensiva può seguire a vista i loro movimenti senza il bisogno di schiacciarsi.

Certo le "colpe" vanno condivise e quindi indubbiamente Stramaccioni ha perso un pò la bussola, non riuscendo a trovare una continuità di gioco, leggendo spesso le partite in maniera sbagliata, e per impostazione iniziale, e per cambi fatti, ma questo fa parte anche di un processo di maturazione che un allenatore di 37 anni deve per forza fare; come però vanno a lui i meriti delle 10 vittorie consecutive, la preparazione di partite come il Derby di Milano e d'Italia, o contro la Fiorentina, vanno a lui anche i demeriti di non aver sempre fatto scelte azzeccate (vedi Roma-Inter sbagliando la riproposizione della difesa a 3, o Inter Torino, giocata senza centrocampisti d'inserimento).

Il mercato di Gennaio comunque ha portato varie soluzioni al mister che a nostro avviso possono aiutare la squadra a ritrovare il filo del gioco e dei risultati. Kuzmanovic, Schelotto e il talento Kovacic portano soluzioni nuove, tra cui la riposizione del modulo 4-3-3, marchio di fabbrica del tecnico romano.

Nonostante qualche dubbio sui centrali che non hanno ben assimilato il concetto di difesa a 4 in occasioni di "taglia fuori" sulla punta, la squadra ha più ampiezza potendo disporre di terzini che partono già bassi e possono giocare la palla con gli interni di centrocampo oppure con le "false ali" che possono creare loro spazi stringendo verso il centro e quindi portando la difesa avversaria a schiacciarsi.

Indubbiamente Stramaccioni dovrebbe puntare su Kuzmanovic Cambiasso e sulla bravura di Kovacic di riuscire a giocare palla da regista, ma dieci metri avanti in modo da creare anche soluzioni pericolose nell'immediato tramite ultimo passaggio. Guarin in questo caso può interpretare il ruolo o di interno con licenza di spinta, o di trequartista, facendo rifiatare una delle punte (Cassano Palacio). Certamente dall'infermeria sta per tornare un'altra pedina che può risultare utile, ossia Stankovic, che, se centellinato, può dare qualità e può far rifiatare Cambiasso. Altra nota positiva che può dare soluzioni è Kuzmanovic, già "padrone" del centrocampo in fase di interno "metronomo" capace di alzare o abbassare i ritmi della squadra.
Nonostante i problemi comunque l'Inter vede ancora il terzo posto vicino, è in semifinale di Coppa Italia ed ai sedicesimi di Europa League, per cui disperarsi non serve, ma bisogna anzi trovare delle soluzioni capaci di dare continuità alla squadra. Il 4-3-3 o il "rombo" in questo senso può dare soluzioni tattiche immediate.

Ernesto D'Ambrosio

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