Spesso cambiare allenatore non serve a niente (vedi i risultati ottenuti da Gasperini e Del Neri da quando sono subentrati a Sannino e De Canio), se non a pagare uno stipendio in più. Altre volte invece l’avvicendamento pare rivelarsi proficuo. È il caso del Cagliari allenato dalla coppia Pulga-Lopez giunto alla quarta vittoria consecutiva dal cambio di panchina. Dopo l’1-0 contro Torino, Bologna e Sampdoria ecco il 4-2 contro il Siena. Certo gli avversari non erano irresistibili (domenica a Firenze sarà tutta un’altra storia) ma per una squadra che punta(va) alla salvezza è un vero e proprio miracolo sportivo. I due allenatori prescelti da Cellino hanno trovato soprattutto una stabilità difensiva (2 gol in 4 gare contro gli 8 subiti nelle 5 partite della gestione precedente, escludendo ovviamente il 3-0 a tavolino con la Roma) e sembrano aver rilanciato Nenè, un attaccante decisamente misterioso che negli anni vissuti in Sardegna ha alternato grandissime prestazioni ad altre al limite del ridicolo. Fargli trovare continuità sarebbe un valore aggiunto importantissimo, anche perché Sau, al primo gol in serie A dopo i 21 dell’anno scorso con la Juve Stabia, sembra conciliarsi alla perfezione con le caratteristiche del brasiliano. In attesa del pieno recupero di Cossu a Cagliari possono stare assolutamente sereni.
La Juventus prosegue la marcia in testa alla classifica ad un ritmo martellante. Mai come stavolta però ha rischiato di rallentare il proprio cammino, avendo la meglio del Bologna soltanto nel minuti finali grazie all’ennesima prova eclatante di Pogba, un giocatore che ricorda già adesso il miglior Vieira: forte fisicamente, leve lunghissime, bravo negli inserimenti, piede dolce ed aggressivo quanto basta. La Juventus ha trovato un tesoro. Venuto in Italia per fare il vice-Pirlo, ora rischia seriamente di soffiare il posto a Vidal, un po’ in ombra nelle ultime uscite (eccetto la bella prova di Catania).
Non molla la presa l’Inter, ancora una volta vittoriosa (sesto bottino pieno consecutivo, ottavo sommando anche l’Europa League). La sfida dello Juventus Stadium di sabato sera non sarà decisiva – come si sente vergognosamente su tante media e giornali – ma permetterà realmente di misurare il valore di entrambe le squadre.
Perde colpi il Napoli, superato proprio dai nerazzurri. Il mese di ottobre non ci ha offerto la stessa squadra brillante e spumeggiante di settembre. In trasferta i biancoazzurri faticano in maniera esagerata ad imporre il proprio gioco, specialmente quando in avanti manca un punto di riferimento come Cavani: irriconoscibile Pandev nelle ultime uscite, in ombra Insigne (Mazzarri è l’unico allenatore che non riesce a trarre il meglio dal gioiellino azzurro: dovrebbe chiedere consiglio a Zeman, Ferrara e Mangia), il solo Hamsik non è riuscito a reggere l’intero settore offensivo anche a causa dall’assenza di un giocatore spesso sottovalutato come Zuniga, una vera e propria spina nel fianco per le squadre avversarie. Le due sfide casalinghe contro Torino e Dnipro saranno fondamentali per il prosieguo del cammino dei partenopei in campionato ed in Europa League, competizione alla quale tutti tranne Mazzarri sembrano tenere tantissimo.
Chiudiamo con il Parma di Donadoni, reduce dal prolungamento di contratto che gli permette dunque di lavorare con maggiore serenità. Ed i risultati si vedono: tre vittorie consecutive contro Sampdoria, Torino e Roma con 8 gol fatti. Squadra quadrata e ricca di giocatori interessanti, molti dei quali giovani. Le prossime sfide contro Pescara e Siena sono un’ottima occasione per rimpinguare il bottino di 15 punti ottenuto finora.
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