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giovedì 8 novembre 2012

L'angolo della tattica. L'Atletico Madrid padrone dell'Europa League. E forse anche della Spagna...


La Liga ci ha abituato, specie negli ultimi 10 anni, a confronti a due tra le squadre più rappresentative del paese: Real Madrid e Barcellona. Quasi diventa noioso commentare o delineare un quadro generale della Liga, in quanto diventa tutto molto scontato e prevedibile a fronte di queste due potenze che quasi si giocano la vittoria finale negli scontri diretti. Ad oggi però sembra che il "trend" sia variato e che ci sia qualcun'altra a mettersi in mezzo ai due titani del calcio spagnolo: l'Atletico Madrid, seconda in classifica con 25 punti (8 vittorie, 1 pareggio, 1 sconfitta) a sole tre distanze dal Barcellona, e che in Europa (con due successi in Europa League, e due in Supercoppa Europea) sta legittimando la sua posizione e sta incantando e per gioco, e per cinismo. 

Il Mister Diego Pablo Simeone (ai più conosciuto come El Cholo calciatore ai tempi di Inter e Lazio) sta portando avanti una squadra che non ha abbandonato l'idea di progetto nonostante le cessioni illustri (Aguero e Forlan per citarne due). Il mister, in carica dal 2011, ha plasmato i "colchoneros" con il suo gioco e le sue idee, dimostrando enorme duttilità tattica e una profonda conoscenza di calcio, che si è permeata anche con lo stile tattico italiano come andremo a vedere. Simeone predilige schierare la squadra con un 4-2-3-1 così da coprire bene il campo in tutte le situazioni di gioco, riuscendo però anche a passare al 4-4-2 classico o 4-3-3- in corso d'opera, senza però perdere di vista le idee di gioco che contraddistinguono la squadra.

Partendo dalla difesa, troviamo uno schieramento a quattro molto ben organizzato con Juanfran Filipe sulle fasce e Godìn Miranda come centrali: Lo schieramento difensivo tende ad essere sempre questo a meno di problemi extra-tattici, in quanto si tende a creare un meccanismo ed un equilibrio fondamentale in difesa, senza dover variare molto e creare magari problemi al reparto che non gode in questo caso di enormi garanzie in panchina. I due centrali tengono la linea di difesa molto alta, così da avere un pressing alto e schiacciare con molta pressione la squadra avversaria, togliendo così quei 7,8 metri di campo d'impostazione della manovra agli avversari che altrimenti risulterebbe molto facile in quanto si creerebbero ampi spazi. I due centrali permettono così alla squadra di potersi posizionare in dieci dietro la linea della palla così avere un'impostazione molto "all'italiana", e di poter avere un pressing molto corale. In fase di possesso sia Miranda sia Godìn riescono ad avere tranquillità di impostazione in quanto dotati tecnicamente di buon palleggio e riescono a far partire l'azione sulle fasce dove cercano spesso i terzini che tendono molto a spingere (Juanfran in particolare) e creare quelle sovrapposizioni importanti per il gioco dell'Atletico basato molto sulle incursioni senza palla in modo da conquistare quei 5 6 metri di campo e conseguentemente liberarne altri per gli esterni o i centrocampisti. In fase di transizione i terzini seguono sempre la manovra ma tendono a non spingere eccessivamente in quanto la fase di transizione dell'Atletico si svolge molto tra le linee. In fase di non possesso invece si può notare come la squadra segua per bene le linee tracciate dai centrali e come in diagonale non soffra molto segno che la difesa "all'italiana" tanto amata da Simeone sta avendo i suoi frutti.

A centrocampo l'allenatore affida il fulcro del gioco al duo Suarez-Gabi (il capitano), ed ogni tanto alterna i due con Tiago (ritrovatosi in terra madrilena). Il lavoro che svolgono i due è molto fondamentale in quanto devono dare dare velocità di esecuzione alla manovra nelle due fasi, di possesso e di transizione. Nella fase di possesso i centrocampisti tendono a smistare il gioco verso gli esterni o andando a cercare lo spazio con verticalizzazioni interessanti per la punta, con Gabi molto più regista e vertice basso davanti la difesa e Mario Suarez mediano dotato di gran corsa e tempi d'inserimento. Nella fase di transizione il centrocampo ha il ruolo fondamentale, ossia dell'uscita della palla: dopo aver recuperato la sfera, Simeone chiede ai suoi di giocare tra le linee il più in fretta possibile così da non dare tempo alla squadra avversaria di ricompattarsi e coglierla in maniera disordinata così da avere più possibilità di andare a rete servendo l'attaccante o gli esterni d'attacco che tendono a conquistare metri di campo con rapidità. In fase di non possesso invece il centrocampo diventa una linea a 4, a volte addirittura 5, creando così molta densità, pressing, andando a chiudere le linee di passaggio, con un Suarez pronto ad aggredire il portatore quando ancora è spalle alla porta, così da non dargli tempo e modo di ragionare.

La linea d'attacco è generalmente una linea a tre con l'unica punta che è il vertice della squadra. Simeone non ama molto il turn-over, per cui tende a scegliere la linea titolare così da avere un'armonia tattica in ogni partita, variando quindi la squadra soprattutto in corso d'opera o a seconda delle caratteristiche tattiche e fisiche dell'avversario. Le scelte della casacca titolare ricadono quasi sempre su Adrìan, Rodriguez e Turan, con Emre(ex Inter) il giovane talento Koke(che sta ben impressionando) ed il rigenerato Raul Garcia pronti in corso d'opera o quando le partite richiedono interpreti con il baricentro basso e quindi con le loro caratteristiche. Adrìan nonostante nel 4-4-2 venga impiegato da seconda punta, nel 4-2-3-1 trova posto sull'esterno destro sfruttando così il suo tocco mancino per avere un'azione centripeta che porta il calciatore, durante le fasi di gioco, al tiro. Stessa cosa si può dire per Turan che però tende di più al dialogo con i centrocampisti e con la punta. In fase di possesso il gioco è svolto prevalentemente a fasi alterne, in fase di non possesso e di transizione c'è molta sinergia sulle fasce: come abbiamo detto prima, tendono molto ad abbassarsi così da non permettere le sovrapposizioni degli avversari, stringendo le maglie e spesso occupano gli spazi da terzini in diagonale; nella fase di transizione invece notiamo hanno un ruolo marginale in funzione della palla, ma di primaria importanza per quanto riguarda lo spazio da attaccare: Il loro movimento a salire permette alla squadra di allargarsi e quindi di tenere a sua volta larga la squadra avversaria e quindi creando spazi tra le linee di 2 metri sfruttabili per la punta e il trequartista che sia Raul Garcia, Rodriguez o Emre. Il trequartista nel gioco di Simeone deve fungere da raccordo con l'attacco tenendo una linea più alta in fase di non possesso, facendosi trovare sempre preparato in fase di transizione così da poter pescare, qualora la situazione lo richieda il movimento della punta e in fase di possesso giocare la palla con pochi tocchi in modo da rifinire l'azione con passaggi finali.

Come abbiamo fatto intendere il gioco all'italiana di Simeone culmina sempre con palla bassa, in velocità a servire colui che è il simbolo, il fuoriclasse e il traghettatore di questa squadra: Radamel Falcao. Non ci sono più parole per descrivere la classe, ed il magistrale senso del gol del Colombiano classe '86. Considerato da tutti la migliore prima punta del mondo, questo calciatore ha conquistato questa etichetta a suon di gol, tutti pesanti, dal Porto all'Atletico, fino alla Nazionale Colombiana(che grazie soprattutto a lui sta conquistando un posto per il prossimo mondiale). Segna tanti gol (72 al Porto, già 49 in 59 gettoni di presenza con i colchoneros), e soprattutto segna quelli pesanti (due in finale di EL conto L'Athletic Bilbao e addirittura tre in Supercoppa Europea contro il Chelsea; senza dimenticare il gol in finale con il Braga, sempre di EL con il Porto, che l'ha portato ad essere il calciatore che ha segnato di più in questa competizione, ben 17 reti). Oltre i gol però c'è tanta classe, tanta tecnica e un lavoro per la squadra che impressiona tutti. Nella fase di non possesso si abbassa cercando, con un pressing di posizione, di chiudere le linee di passaggio ai difensori, ed a volte scegliendo il tempo giusto per rubare la palla e spesso lo ritroviamo in difesa pronto a sacrificarsi per chiudere le incursioni avversarie. In fase di possesso, è l'uomo sicuramente più seguito dai compagni ma anche il più marcato; nonostante ciò riesce a liberarsi in pochi secondi in maniera fulminea e ricevere palla spalle alla porta, dialogando così con il trequartista o cercando il dribbling che spesso gli vale un gol. Nella fase di transizione però si può ammirare la grandezza di questo calciatore: non appena i compagni ripartono, riesce a posizionarsi tra i due difensori, ergo tra lo spazio che si crea tra loro e giocare sul filo del fuorigioco(è unico in questo movimento), trovandosi così a ricevere il pallone a tu per tu con il portiere(come lo dimostrano ad esempio le finali giocate) sfruttando così il suo cinismo sotto porta. Come se non bastasse, completa il tutto con il suo fiuto del gol e la ricerca perfetta degli spazi da andare ad attaccare, ed una tecnica eccellente( vi basti rivedere i gol contro il Chelsea). Certo, questo calciatore è la punta di diamante della squadra, che però ha tanta qualità e soprattutto gode del pregio di un mister come Simeone, che rappresenta il nuovo che vale, e che sta conquistando l'Europa con gioco, intelligenza e tanta grinta. Quasi (lasciamo l'1% di dubbio almeno questa volta) certamente non vincerà il campionato, ma sarà sicuramente una squadra che dirà la sua.... E non dimentichiamoci che è in EL... Attenti quindi ai Colchoneros "dell'italiano" Simeone e Radamel Falcao.

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