Tanti i temi che ci ha offerto la dodicesima giornata di serie A. Classifica alla mano la sconfitta dell’Inter è il risultato che pesa maggiormente in quanto i neroazzurri hanno vanificato l’impresa della settimana scorsa quando andarono ad espugnare lo Juventus Stadium. 4 punti di distanza dalla squadra di Conte sono un’inezia, ma mai come quest’anno le prime della classe hanno ingranato le marce alte. Basti pensare che l’anno scorso dopo 12 partite con 26 punti si era in testa alla classifica mentre adesso con 26 punti si occupa la terza piazza. I punti di vantaggio della Juventus sull’ultima in classifica, il Siena, sono addirittura 24, il chè significa che i bianconeri hanno guadagnato sull'ultima della classe 2 punti di media ad ogni partita. Pazzesco. Se non vogliamo considerare il Siena, che partiva comunque con 6 punti di penalizzazione, si può fare il paragone con il Bologna, penultimo ad 8 punti quindi con 23 lunghezze di distanza dalla capolista. Meno male che questo doveva essere il campionato più equilibrato degli ultimi anni…
Parlavamo dell’Inter che vede dunque interrompersi la striscia di 7 vittorie consecutive in campionato. A difesa della squadra di Stramaccioni va detto che passare all’Atleti Azzurri d’Italia è un’impresa difficile per chiunque. Lo sanno bene il Napoli e il Milan (quest’ultimo battuto addirittura in casa) che contro l’Atalanta hanno rimediato una sconfitta. La squadra di Colantuono, nonostante i 2 punti di penalizzazione, è da sola al sesto posto davanti a formazioni come Roma, Udinese e Milan. Colantuono ha organizzato una squadra solidissima, una delle poche ad utilizzare ancora meravigliosamente il gioco sulle fasce. Ai bergamaschi finora sono mancati soltanto i gol di Denis, decisamente l’ombra del giocatore brillante visto lo scorso anno. Se il Tanque ricomincia a segnare come ha fatto ieri l’obiettivo dei 40 punti fissato da Colantuono si alza di almeno 10 lunghezze.
Come detto poc’anzi, incassare una sconfitta in un campionato così competitivo nelle zone alte della classifica significa quasi certamente perdere terreno nei confronti di tante squadre, e così è stato: la Juventus non si è risparmiata rifilando 6 gol ad un Pescara ai limiti dell’imbarazzante grazie ad un Quagliarella inspiegabilmente messo in secondo piano da Conte dato che ogni volta che è stato chiamato in causa ha sempre risposto presente; il Napoli imita la sua stessa prestazione di giovedì scorso contro il Dnipro rimontando negli ultimi minuti da 1-2 a 4-2, mettendo a tacere tutte le critiche (ricordiamo però che l’anno scorso con i punti del Napoli attuali si era in testa alla classifica) e scoprendo finalmente un elemento tra i non “titolarissimi” che potrà fare molto comodo in futuro, quel Mesto accolto tra la quasi indifferenza ma autore di una prova rimarchevole contro la sua ex squadra; al quarto posto figura una Fiorentina giunta alla quarta vittoria consecutiva che, secondo molti, aveva soltanto la necessità di concretizzare l’enorme mole di gioco prodotta. Beh, i 7 gol nelle ultime due uscite sono un buon viatico, e sognare non è più così assurdo; la Lazio di Petkovic ha vinto un derby davvero rocambolesco (come tutte le partite di Zeman del resto) caratterizzato dalle papere dei due portieri. Adesso al boemo, oltre agli incredibili svarioni difensivi rinfacceranno anche l’acquisto di questo portiere semi-sconosciuto, Goigochea, che ha lanciato la rimonta dei biancocelesti.
Chiudiamo notando che il fondo della classifica è occupato, Siena a parte (che però, ricordiamo, ha recuperato 6 punti di penalizzazione) da tre squadre rappresentanti due grandi città: Bologna e Genova, quest'ultima su entrambe le sponde. Il derby di domenica sera, oltre al valore intrinseco della stracittadina in sé, può offrire la possibilità ad una delle due, Samp o Genoa, di uscire dalla crisi. E sollevarsi da un periodo nero proprio vincendo un derby sarebbe ancora più bello.
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