Senza ombra di dubbio la società giallorossa è quella che ha attirato più a lungo i riflettori nel corso dell'estate che ha fatto da preludio al campionato 2012/2013. I soldi della nuova dirigenza americana, che aveva cominciato ad investire nel corso della scorsa stagione, un gruppo giovane con un anno in più, e soprattutto, l'arrivo di Zdenek Zeman, hanno messo nell'occhio delle telecamere la squadra giallorossa, che senza nascondersi troppo è partita per arrivare il più in alto possibile. Ma le cose non sono andate così, e dopo dieci giornate la classifica dice settimo posto a -14 dalla Juventus, con miglior attacco e peggiore difesa.
Partendo proprio dall'estate, col senno di poi, il mercato estivo della coppia Baldini-Sabatini sembra essere molto insufficiente rispetto a quello della scorsa stagione. Primo fra tutti è arrivato Mattia Destro, pagato molto e strappato dopo una lunga telenovela a tutte le big della nostra Serie A. Risultato: Destro si è rivelato un doppione di Osvaldo, che al giorno d'oggi è uno dei pochi a salvarsi della società giallorossa. Così per il giovane attaccante di scuola Inter tanta panchina, e poche occasioni non sfruttate. Sempre nel reparto offensivo sono invece partiti Borini e Bojan, due che, sempre a pensare col senno di poi, avrebbero potuto essere molto funzionali al progetto zemaniano: Borini l'anno scorso ha fatto molto bene, e in un modulo dove gli esterni devono correre avrebbe fatto comodo. Bojan invece è il classico giocatore imprevedibile, che avrebbe potuto regalare qualche sprazzo di buon gioco.
Nel reparto di centrocampo il grande colpo è stato l'americano Bradley, che non è ancora riuscito a ripetere la sua stagione al Chievo a causa di due infortuni che lo hanno bloccato per buona parte della stagione. Con lui è anche arrivato Tachtsidis dal Verona, giovane e futuribile come piace al suo allenatore, ma ancora con molte carenze che si fanno sentire. Nel reparto arretrato invece è arrivata la rivoluzione, Balzaretti è la stella, oltre che il migliore tra i nuovi nelle prestazioni. Poi tanti acquisti: Marquinhos, Dodò, Piris, tutti giovani, che però stanno facendo veramente tanta fatica in un campionato come la Serie A dove gli attaccanti, anche quelli meno bravi, difficilmente lasciano spiragli per gli errori. Altro nuovo arrivato è Leandro Castan, l'unico che si salva nel reparto di dietro.
Ma cosa è successo a questa Roma? Il problema, quello grosso è uno solo. Zeman è allenatore che difficilmente scende a compromessi. Il boemo da oltre trent'anni gioca il suo calcio, un 4-3-3 che definire offensivo è poco. Le sue squadre devono correre, i terzini sono praticamente due attaccanti aggiunti, i centrocampisti devono lavorare, e tanto, e i due attaccanti esterni non si devono stancare. Ma la squadra, sebbene giochi con questo modulo, non è una squadra di Zeman. I giocatori non sono quelli giusti per dare soddisfazioni al boemo. Piris spinge poco ed ha grosse lacune in fase difensive, Totti a 35 anni non può fare tutta la fascia per 90 minuti, la difesa è in perenne difficoltà, complice anche un portiere che non dà al reparto la sicurezza necessaria, e il centrocampo merita un discorso a parte. De Rossi è scontento nel ruolo di regista e non lo nasconde, mentre Pjanic ha più volte dichiarato che la posizione in campo non è quella in cui rende al massimo: una bolgia.
La situazione è complicata, e la panchina della Roma scotta ogni giorno di più. Ma ci sono due giocatori su cui ripartire, quelli che seguono alla meglio il loro allenatore, che sono inoltre due giovanissimi. A centrocampo chi ha preso le redini della squadra è Alessandro Florenzi, prodotto delle giovanili, sbocciato nella partita contro l'Inter con una partita magistrale e autore di due gol nelle sue prime apparizioni. L'altro è Erik Lamela, attaccato nei primi mesi dal suo allenatore perchè svogliato e incapace di apprendere i suoi metodi, ora uomo in più, nonchè goleador della squadra.
Il materiale da cui ripartire c'è, anche se il lavoro da fare è molto, e forse, per la prima volta nella sua carriera, Zeman dovrebbe considerare di modificare il suo credo per far rendere al meglio una squadra non adatta a giocare al suo modo. Intanto oggi c'è il Palermo, ma soprattutto tra sette giorni c'è il derby. E contro la Lazio non si può sbagliare assolutamente.
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