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mercoledì 28 novembre 2012

L'angolo dei lettori. Il Parma di nuovo tra le grandi?


Venti punti in classifica, settimo posto solitario e un’incredibile imbattibilità casalinga stagionale (al pari solo di Napoli e Fiorentina): sono questi alcuni numeri del Parma, dopo la sorprendente vittoria contro l’Inter. La squadra di Donadoni, partita a fari spenti in questo campionato, sta stupendo tutti grazie a un eccellente organizzazione di gioco e a una duttilità tattica in gran parte merito dell’allenatore ex campione del Milan. Ma, visti i risultati degli ultimi anni (da quando è tornata in A, la formazione crociata è entrata due volte nelle ultime tre stagioni nelle prime otto della classifica e nessuno, tolte le solite grandi più l’Udinese, c’è riuscito in Italia), è davvero da considerarsi una rivelazione questa squadra sinora?

Si potrebbe rispondere sia in maniera affermativa che negativa. In maniera affermativa perché la squadra è stata comunque ampiamente rinnovata in estate, soprattutto in seguito alla dolorosissima partenza di Sebastian Giovinco, ma non solo, perché hanno lasciato Parma anche l’attaccante titolare Floccari e due perni della seconda parte della stagione scorsa, ovvero Jonathan e Mariga. Il ds Leonardi ha comunque lavorato al meglio, senza mettersi in testa l’improbabile obiettivo di trovare un perfetto sostituto di Giovinco, ma modificando un po’ l’assetto della squadra: in attacco sono arrivati così Belfodil, Amauri e Pabon (quest’ultimo finora un oggetto misterioso, ma purtroppo a causa di problemi familiari molto seri), mentre a centrocampo ecco Parolo, Marchionni (cavallo di ritorno) e Ninis, talento greco ancora un po’ acerbo ma sul quale in molti sono pronti a scommettere a breve. In più, sono arrivate le conferme per alcuni dei migliori elementi della rosa, tra cui Paletta, Zaccardo, Mirante, Galloppa, Valdes e Biabiany.

Insomma, una rosa rinnovata, ma pur sempre reduce da un ottavo posto e da sette vittorie nelle ultime sette gare dello scorso campionato. E con la guida tecnica di mister Donadoni confermata, era forse lecito aspettarsi comunque un buon inizio di campionato. Così non è stato nelle prime gare, nel solco di una tradizione che vede il Parma nelle ultime stagioni (compresa quella di B ed esclusa forse solo quella del ritorno in A) fare sempre molto fatica all’inizio. Ma la dirigenza ha sempre mostrato la massima stima e fiducia nel lavoro di Donadoni, prolungando addirittura il contratto del tecnico dopo una brutta sconfitta a Catania, in quella che il presidente Ghirardi ha definito “la più brutta partita della stagione”. E i risultati sono arrivati pian piano: dopo quel match sono giunti 14 punti nelle successive 7 gare, con una sola sconfitta e la gemma del recente 1-0 all’Inter.

Donadoni è stato bravissimo a cambiare in corsa, proprio nella prima di queste sette gare, quella con la Samp del 21 ottobre scorso, modificando il suo ormai collaudato 3-5-2 in un 4-3-3, e inserendo Marchionni come interno di centrocampo (altra mossa geniale, dopo quella della scorsa stagione con lo spostamento di Valdes davanti alla difesa). Ha inoltre sopperito al brutto infortunio di Galloppa (seconda rottura del crociato nell’ultimo anno e mezzo). Insomma, negli ottimi risultati di questa squadra si vede chiarissima la mano di un allenatore che a Parma si sta facendo amare sempre di più, anche perché rappresenta il mister ideale per una piazza di questo tipo: tranquillo, posato, mai sopra le righe, mai in polemica con gli arbitri (e il Parma è la squadra di serie A che ha subito più rigori di tutte). Una scelta sinora vincente della società, al pari di quelle di tanti giocatori, come Paletta e Biabiany, che già ora sono richiesti da alcuni dei maggiori club italiani ed europei.

E poi, ecco l’ultimo arrivato, ovvero Nicola Sansone. Talento italo-tedesco, nato a Monaco di Baviera nel 1991, ha fatto tutta la trafila giovanile nel Bayern, prima di essere scoperto nell’estate 2011 dallo staff di Pietro Leonardi. Dopo un anno in prestito al Crotone, è rientrato alla base e, nonostante un infortunio a inizio anno, si sta affermando come uno dei giovani più promettenti del nostro calcio: il 28 ottobre ha segnato al Torino il suo primo gol, prima di ripetersi con l’ormai famoso gol all’Inter di lunedì sera.

Insomma, a Parma si inizia piano piano a tornare a sognare. C’è una società solida finanziariamente, e soprattutto sana, con un bilancio per la prima volta dopo la retrocessione in B in attivo, e questo è un caso molto raro nel calcio. E c’è un presidente che prima di tutto è un tifoso (e anche questo, permettetecelo, è un privilegio che non tutte le squadre possono vantare), è ambizioso e non ha mai nascosto di voler prima o poi vedere di nuovo il Parma in Europa. Forse il Parma stellare degli anni Novanta non tornerà più, ma i tifosi possono ricominciare a sognare per davvero: si diceva che Parma fosse un’isola felice, e forse potrebbe tornare ad esserlo per intero molto presto.

Luca Binda

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