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sabato 24 novembre 2012

L'angolo della tattica. Il Catania Made in Argentina


Ormai le parole "sorpresa" o "Cenerentola" non si addicono ad una squadra come il Catania, che dal 2006 ha legittimato la propria permanenza in serie A, conquistando la salvezza con estrema tranquillità e togliendosi anche soddisfazioni con vittorie contro le "grandi".

La squadra, costruita dal presidente Pulvirenti, nel corso del tempo, ha messo insieme tasselli importanti, costruendo anche un potere economico attraverso cessioni di giocatori valorizzati (Vargas o Martinez ne sono l'esempio, sul pieno della remunerazione economica ottenuta) sull'erba del Massimino, e sostituiti con talenti che hanno tenuto la squadra sempre al medesimo livello. Quest'anno addirittura pare che la squadra sia migliorata, navigando al settimo posto con 19 punti; Spicca su tutti la vittoria con la Lazio per ben 4 reti a 0, che merita d'esser menzionata.

La squadra, affidata al debuttante Rolando Maran, schiera un 4-3-3 classico che copre tutto il campo e da la giusta sicurezza in ogni fase di gioco, specie nella fase di non possesso, sfruttando il grande sacrificio degli esterni, che ripiegano molto dando protezione alla difesa.

Il blocco difensivo parte dal portiere albiceleste Mariano Andujar, divenuto ormai una sicurezza per la squadra oltre che una colonna nello spogliatoio rossoblu; Egli riceve la protezione della linea a 4 della difesa, impostata da Montella e proseguita da Maran, coniuga una buona spinta con un grande vigore dei centrali. Alvarez e Marchese sono gli esterni scelti da Maran: Nella fase di possesso si allargano molto guadagnando sempre 30 40 metri così da potersi sovrapporre e cercare cross tesi o passaggi a rientrare per le incursioni dei centrocampisti. In fase di transizione tendono a mantenere la posizione per logiche tattiche. In fase di non possesso invece tendono a mantenere stretta la linea di difesa così da poter eseguire l'eventuale diagonale con facilità.

I centrali, Spolli e Legrottaglie con il giovane Rolin e Bellusci pronti ad entrare in campo, garantiscono enorme fisicità ed una buona dose d'esperienza, ovvero tutto ciò che serve ad una squadra come il Catania, che imposta il gioco con Lodi o Almiron. In fase di possesso lo scarico avviene in pochi secondi andando a cercare appunto Almiron o Lodi, e la squadra tende a salire senza eccessi, così da evitare che i difensori vengano attaccati sulla corsa, dove soffrono molto. In fase di non possesso tendono a chiudere le incursioni con le buone o con le cattive (16 gialli e 3 espulsioni), mentre rappresentano una sicurezza sulle palle alte.

Il centrocampo della squadra sicula rappresenta sicuramente la risorsa e la forza di questa squadra: Lodi Almiron Izco sono i titolari scelti da Maran che dispone di ben due registi e un incursore nato esterno d'attacco. Lodi e Almiron risultano fondamentali nella fase di transizione: Coniugando una buona dose di dinamicità e aggressività tendono a recuperare palla e rilanciare subito il gioco verso gli esterni sfruttando la loro velocità; Il fatto di avere due registi permette di sfruttare sia "emisferi" diversi e quindi diverse diagonali di lancio, e sia una soluzioni in più per i compagni che nel recupero della palla hanno ben due linee di passaggio per far ripartire l'azione in pochi secondi. A lancio avvenuto, uno dei due (Almiron in genere) tende a seguire l'azione così da sfruttare disattenzioni difensive avversari sul passaggi arretrati degli esterni. Con questi due la squadra di Maran ha sempre vaste soluzioni di gioco. In fase di possesso la palla gira con molta qualità, anche se spesso il gioco diventa monotono, in quanto manca il centrocampista che si inserisca con intensità a difesa schierata. In fase di non possesso i due registi non disdegnano il pressing e le chiusure per vie centrali, andando a chiudere o le incursioni o comunque le invenzioni del regista o del trequartista (a seconda dello schieramento della squadra). Non da sottovalutare è l'importanza e la corsa di Izco per questa squadra: è sostanzialmente il motore della squadra che spesso intercambia le proprie prestazioni con il Capitano Biagianti: i due sono gli incontristi e i calciatori a tutto campo che spendono falli importanti e chiudono i buchi lasciati dai terzini. Insomma il loro lavoro si nota più in fase di non possesso (specie per Biagianti), anche se Izco è quello che tende ad inserirsi rispetto ai due, per cui la scelta di Maran verte anche a seconda del tipo di squadra da affrontare.

La forza primaria del Catania però risiede nell'attacco e quindi nella fase di spinta negli ultimi 30 metri. Barrientos Bergessio Gomez, trio titolare in una squadra formata praticamente da Argentini, fa impazzire i tifosi di questa squadra e non solo. Coniugano tecnica, forza e velocità, armi tipiche degli attacchi Argentini.
Barrientos, il talentino famoso per aver strappato nelle giovanili il "dies" a Messi, nasce centrocampista, ma riesce ad interpretare il ruolo di esterno con estrema facilità e prolificità: in fase di non possesso chiude sulle fasce così da non imbeccare in sovrapposizioni scomode per gli avversari, facendo diventare la squadra un 4-4-1-1 , con tutti i calciatori siculi schierati dietro la linea della palla. Gomez Bergessio nella fase di non possesso invertono i ruoli, con Gomez ultimo uomo e Bergessio che scala così da portare muscoli e fisicità sul difensore avversario che va per impostare l'azione.

Questo schieramento fa si che in fase di transizione, dopo il recupero della palla, Almiron o Lodi possano rilanciare sul calciatore più veloce così da mettere ancor più in difficoltà le difese avversarie, con Bergessio pronto a ricevere un passaggio arretrato in quanto segue l'azione con grinta ed intelligenza nell'andare a chiudere sul primo palo rispetto al passaggio.

In fase di possesso invece la squadra alza il proprio baricentro e Maran si affida molto ai propri esterni Gomez Barrientos, che allargano la squadra di 6 metri così da avere più raggio d'azione. Gomez tende sempre a ricevere l'inserimento del terzino e andare nell'uno contro uno grazie alla bravura nel dribbling, Barrientos cerca di accentrarsi proprio per creare trame di passaggio al terzino, o cercando il tiro da fuori.
Bergessio in tutto questo, da classica punta argentina, gioca molto spalle alla porta, così da poter ricevere passaggi tra le linee e triangolare coi compagni, o cercare il gol sempre usando il fisico per tenere il difensore distante.

Analizzando questo Catania si percepisce che 19 punti siano ampiamente meritati, anche se è ancora alla ricerca della prima vittoria fuori casa; Il Massimino rappresenta un fortino violato solo in una sola occasione (tutti sappiamo quale, e come.....) ed è un aspetto molto positivo per squadre come il Catania, che tendono a raggiungere una salvezza il prima possibile. Ormai bisogna accettare il Catania sia una squadra con cui fare i conti e con cui tutti possono perdere punti importanti; la squadra è una realtà che si toglierà ancora importanti soddisfazioni. Attenti quindi agli italo-argentini.

Ernesto D'Ambrosio

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