E’ la Roma di Zeman, nel bene e nel male. Dopo un quarto d’ora della partita con il Genoa molti romanisti stavano per spegnere la tv delusi, affranti, consci del fatto che un’altra goleada stava per abbattersi sulla propria squadra. Invece il gol di Totti ha ridato speranza, Osvaldo e Lamela hanno fatto il resto ma, attenzione, senza più soffrire in difesa.
Tornano in mente le partite della Roma contro Juventus e Atalanta: dopo i primi 20/25 minuti di estrema sofferenza la squadra si è stabilizzata riuscendo a contenere gli avversari e, a tratti, ad imporre il proprio gioco. Ieri è successo esattamente questo, al punto che nel secondo tempo la Roma non ha subito tiri in porta. De Canio ci ha messo del suo alleggerendo il centrocampo – reparto in cui nella seconda parte della gara la sua squadra soffriva maggiormente – per rinfoltire l’attacco, ma di fatto la palla in avanti non è mai più arrivata. Senza contare che con 25 minuti ancora da giocare l’allenatore del Genoa aveva già esaurito le sostituzioni, col rischio, poi verificatosi, di non poter sostituire eventuali giocatori infortunati negli ultimi minuti.
Settimana di gioia dunque per i romanisti, dopo le tante polemiche dei giorni scorsi. Ora è necessario un minimo di continuità. Ma si sa, con Zeman è chiedere troppo. Domenica sera all’Olimpico arriva l’Udinese, che come ogni stagione ormai ci ha abituati a partire molto lentamente, salvo riprendersi nel corso della stagione. Contro il Pescara, nonostante l’espulsione di Danilo già nel primo tempo, la squadra di Guidolin ha saputo resistere ai – pochi – assalti ospiti prima di punire i biancoazzurri con il redivivo Maicosuel, giocatore dall’indiscutibile talento, destinato ormai però a passare alla storia come ‘colui che sbagliò il cucchiaio in Champions’. Ma siamo sicuri che, se dovesse disputare ancora gare come quella di ieri, prima o poi quest’etichetta gli verrà tolta.
Soffre il Pescara, relegato in terz’ultima posizione insieme a molte altre squadre, tra cui il Milan. Fatta eccezione per pochi elementi, Quintero su tutti, la squadra di Stroppa non sembra all’altezza della categoria. Bisogna arrivare al mercato di gennaio in una posizione non troppo compromettente ma l’impresa appare alquanto ardua, anche perché non pare esserci una vera a propria squadra materasso anzi, la sensazione è che fino all’ultima giornata la lotta per la salvezza sarà estremamente aspra.
Al netto delle penalizzazioni l’ultima posizione sarebbe occupata dal Palermo che però, ad onor del vero, contro il Torino avrebbe meritato i tre punti, negati soltanto dalle prodezze di Gillet, uno dei portieri più sottovalutati della storia del nostro calcio. La sensazione è che, come per il Pescara e per tante altre squadre, sia la mancanza di un buon attaccante a fare la differenza. Fuori Hernandez – comunque mai all’altezza -, ancora acerbo Dybala, il solo Miccoli non può sempre togliere le castagne dal fuoco a Gasperini. Del resto si sa, il ruolo dell’attaccante è il più costoso economicamente ed in una fase di crisi economica molte squadre devono accontentarsi di Abbruscato, Tiago Ribeiro, Ze Eduardo.
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