Gli italiani incappano spesso nel vizio di criticare aspramente il nostro calcio, guardando gli altri campionati ed ergendoli a modello da seguire. A volte i risultati del Barcellona e della sua "cantera" fanno pensare ad una critica giustificata da parte di questi; altre volte pensi alle italiane che giocano bene a calcio e allora pensi che le critiche siano superficiali: la Fiorentina di quest'anno fa pensare in maniera positiva.
Spesso ci arrampichiamo sulla parola progetto, sui giovani da lanciare in serie A, e per certi versi è esatto, ma bisogna anche dar merito ad una società che con poco potere economico ha saputo costruire una squadra che non può far altro che migliorare. A Pradè va il merito di aver costruito una squadra solida, bella da vedere e con tanta qualità tecnica: Roncaglia, Savic, Pizarro, Aquilani, Borja Valero, Fernandes, El Hamdaoui, Migliaccio, Cuadrado, Viviano. Insomma magari non nomi da prima pagina, ma sicuramente calciatori in grado di alzare il tasso tecnico di una squadra. Dai calciatori al mister: come si attribuiscono le colpe agli allenatori che non fanno risultato, bisogna dar grande merito ad un mister giovane e preparato come Vincenzo Montella, che tramite le sue idee tattiche di gioco ha portato un gioco votato all'attacco con chiunque avversario (Fiorentina-Juve ne è l'esempio lampante, dove il pareggio a porte inviolate lascia l'amaro in bocca alla squadra di Mister Montella)
Le idee di gioco di Montella appaiono molto chiare: 3-5-2 con un gioco che si consuma tutto palla a terra, tocchi di prima, passaggi mai forzati in modo da tenere sempre la palla e gestire ogni situazione di gioco (in questo senso le statistiche ci aiutano e ci dicono di una Fiorentina che domina sempre sul possesso palla). Se questo possesso con fraseggio non dovesse risultare efficace, ecco che il centrocampo (dagli esterni agli interni) si muove senza palla così da creare scompiglio tra le linee avversarie (il gol di Romulo contro l'Inter ne è una prova).
Partendo dal blocco difensivo troviamo un fiorentino pronto a difendere i propri colori: Viviano garantisce sicurezza, stabilità fisica (quell'infortunio al ginocchio è ormai un lontano ricordo) e anche sicurezza nel far ripartire l'azione (sia con le mani che con i piedi); non è scenico magari, e non sarà tra i migliori portieri del mondo, ma dà sempre il suo contributo. Salendo un po' di metri troviamo la scelta di Montella di utilizzare la difesa a 3 (segno della duttilità del mister che a Catania prediligeva uno spettacolare 4-3-3) con interpreti di grande livello come Roncaglia (sicuramente il più bravo), Tomovic e Rodriguez come blocco fisso titolare. L'azione Viola parte sempre da loro: Viviano non tende mai a rimettere la palla con lancio lungo, ma cerca di giocarla su Roncaglia o Tomovic che si allargano molto e portano così la squadra ad occupare la metà-campo avversaria così da tenere ben schiacciata qualsiasi squadra che si trova di fronte (che sia Juve Catania Udinese). Da qui la palla viene spesso giocata o verso Pasqual/Cuadrado o verso il metronomo Pizarro. In fase di non possesso invece i 3 tendono a stringersi e ricevere le chiusure dei compagni esterni, come spesso avviene nelle difese a 3, ma non troppo; Montella chiede questo così da poter tenere lontani gli attacchi avversari evidando di schiacciarsi troppo in area e subire incursioni pericolose.
Nel Blocco centrale della squadra troviamo il fulcro del gioco della Fiorentina. Come spesso abbiamo appurato, il gioco di una squadra si incentra nel centrocampo, che è la zona nevralgica e che quindi decide il destino delle partite. La Fiorentina ha deciso molte partite con l'ordine di idee che ha in questa zona del campo: Merita di essere citato per primo il regista e metronomo di questa squadra: David Pizarro. Il cileno sembra tornato ai fasti di Roma, sia a livello fisico sia per motivazioni che per qualità delle giocate. In fase di possesso lui è tutto: scala tra le linee dei difensori così da poter giocare la palla e solo a lui è concesso il lancio lungo per la sua precisione nell'esecuzione. Dopo aver fatto partire l'azione sale per 30 metri e si posiziona al centro del campo in modo da poter coordinare le azioni viola che non trovano spunto nella velocità e spesso si defila per collezionare assist agli incursori del centrocampo che però molto spesso sprecano (nonostante le innumerevoli conclusioni dei centrocampisti, per ora l'unico ad aver concluso a rete è Romulo). In fase di non possesso non disdegna il sacrificio andando a pressare e anche a recuperare sugli inserimenti dei centrocampisti avversari. Certo non si può dire che predichi nel deserto: Borja Valero, Aquilani, Migliaccio, Romulo, Fernandes sono calciatori di tutto rispetto. Valero tra questi è il più tecnico ed infatti spesso i fraseggi avvengono tra lui e Pizarro (spesso di prima) così da far salire la squadra e poter andare in velocità. Lo spagnolo ex Villareal agisce molto tra le linee e spesso si posiziona sull'esterno del campo cercando di servire Pasqual e farlo andare al cross. Anche lui è molto votato al sacrificio, infatti lo troviamo sul portatore di palla in modo da fargli rallentare l'azione e va anche a chiudere sugli incursori che tentando di scardinare la difesa viola. E' un lavoro magari in penombra ma molto efficace (Montella non si è mai privato di lui). Questo però avviena in sinergia con i compagni, che siano Romulo, Migliaccio o Fernandes (quest'ultimo molto duttile ed infatti sta conquistando la fiducia di Montella).
I due di centrocampo che proteggono le giocate di Pizarro tendono molto al pressing in fase di non possesso, in modo da far rientrare la squadra finita l'azione d'attacco, e si catapultano in attacco con l'intento di creare ampi spazi e possibilità di manovra che spesso si consuma palla a terra e con triangolazioni. Le triangolazioni viola (si noti bene) partono tutte dal centrocampo in quanto possiede molta qualità di palleggio e questo, per il teorema di Liedholm, permette ai giocatori viola di tener palla e risparmiare energie nei novanta minuti. Altro fattore importante è risiede nel fatto che se la manovra d'attacco non va a buon fine, si riparte da dietro ma sempre con il possesso palla e con il fraseggio che contraddistingue questa squadra. Fattore non meno importante sono gli esterni di centrocampo: Cuadrado e Pasqual hanno il ruolo molto importante di allargare le difese avversarie con i loro inserimenti e la capacità di dribbling permette alla squadra di affondare l'azione d'attacco sempre in superiorità numerica. Si noti che molte azioni sugli esterni non si concludono con cross alti, ma anche con passaggi in diagonale a cercare il centrocampista così da avere possibilità di tiro fuori dall'area sorprendendo la squadra avversaria. Insomma il centrocampo è la parte che più fa divertire i tifosi di questo sport, per la sua qualità un po' "spagnola" (son i dovuti paragoni) di non buttar mai via la palla e cercare sempre il compagno vicino, che si muove tra le linee, con il fraseggio.
La perla di classe e qualità però ovviamente risiede in un calciatore, che ha fatto innamorare gli allenatori delle grandi squadre e le persone che lo guardano giocare: Stevan Jovetic. Dire che è un piacere vederlo giocare sembra riduttivo. Non c'è cosa che non gli riesca; I numeri parlano per lui: 9 partite 5 gol con l'appunto di non essere una prima punta. Fa salire la squadra proteggendo con qualità la palla, ha un'enorme intelligenza tattica che gli permette di giocare la palla di prima in quanto comprende il movimento del compagno forse anche prima del compagno stesso! Crediamo però che la sua vera caratteristica sia quella di giocare incredibilmente bene tra le linee, così da sfruttare anche il suo dribbling fulmineo e soprattutto il modo con cui accarezza la palla: gioca quasi solo di suola, come solo i grandi fanno, senza distinzione di piede, e spesso cerca il compagno che si smarca con tocchi di punta, che ripropone anche quando si trova a tu per tu con il portiere. Le qualità di questo calciatore sono indiscutibili, e ne fanno di lui il pezzo pregiato (purtroppo per i tifosi viola) del prossimo mercato.
Forse non si comprende a pieno quanto possa incidere Jovetic in quanto non ha un compagno nel reparto offensivo in grado di dialogare con lui: Questo è anche il difetto-handicap di questa squadra, ossia non avere una prima punta da 20 gol l'anno (quanto dà ancora fastidio l'antipatico, quanto scorretto sgarbo della società bianconera nell'affare Berbatov?). Ljajic è molto evanescente (bellissimo il gol contro la Lazio, ma non illuda, è indisciplinato tatticamente e distratto sotto porta, come ad esempio con la Juve), Toni nonostante i 2 gol (molto bello quello alla Lazio) non è più il bomber di un tempo (l'età avanza per tutti). El Hamdaoui sembra l'unico in grado di poter dare qualcosa in termini di gioco (la scuola Ajax si nota), ma non è un bomber. Spesso la Fiorentina non si è ritrovata con i tre punti per la mancanza di freddezza sotto porta classica del bomber. Con un Berbatov, un Klose, un Milito, insomma una punta in grado di segnare anche nelle partite difficili. questa squadra se la giocherebbe tra le prime 4 senza alcun dubbio. Una piacevole sorpesa (ma nemmeno troppo) questa squadra di Montella, che sta divertendo con questo calcio pieno di qualità che.... Può solo migliorare.
Ernesto D'Ambrosio
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