1. Los Angeles Lakers. Nash-Kobe-WorldPeace-Gasol-Howard. Un quintetto tra i più forti di sempre. La front line titolare più forte di sempre. Difficile che falliscano l’obiettivo, anche se dall’altra parte della costa Miami non starà certo a guardare. La panchina è tutt’altro che malvagia, con Jamison, Ebanks (l’unica nota lieta della preseason gialloviola) e Meeks che potrebbero dare una grossa mano.
2. Oklahoma City Thunder. La recente cessione di James Harden toglie loro qualcosa dal punto di vista realizzativo, ma permetterà a Sefolosha di rimanere in campo qualche minuto in più, fattore fondamentale per l’equilibrio della squadra. Senza dimenticare che Kevin Martin è comunque un ottimo scorer. Per Durant è l’anno dell’MVP.
3. San Antonio Spurs. Nessuno parla di loro, ma tutti sanno che a giugno potrebbero ancora essere in corsa. Pochissimi ritocchi, ma del resto la squadra era a posto così. Duncan va verso le 37 primavere, Ginobili verso le 36, ma il roster degli Spurs è forse il più lungo del lotto, e permetterà alle due stelle di giungere ai playoff in perfetta forma.
4. Dallas Mavericks. Precisiamo: tale piazzamento è valido solo qualora Nowitzki, Brand e Kaman rimarranno lontani dai problemi fisici. Altrimenti, in una Conference così equilibrata, i playoff se li sognano. Riteniamo azzeccatissimi gli innesti di Collison e Mayo, giocatori sempre un po’ snobbati nelle loro precedenti squadre ma in grado di dare uno sprint alla manovra dei Mavs, sempre leggermente troppo statica.
5. Los Angeles Clippers. Anche qui molto dipenderà dalle condizioni di Paul, ma sembra che Eric Bledsoe, play di riserva, sia in grande spolvero. È arrivato Lamar Odom, ma non faremmo molto affidamento su di lui. È rientrato Caron Butler, e se dovesse mostrarsi in palla come prima dell’ultimo infortunio questi Clippers possono puntare davvero in alto.
6. Denver Nuggets. Si prospetta un’altra stagione da primo turno ai playoff per i Nuggets, nonostante l’innesto di Iguodala sia estremamente importante, anche a costo della rinuncia di un utile collante come Afflalo. Molto dipenderà dal rendimento di McGee: la sensazione è che dello scambio con Nenè abbiano beneficiato soprattutto i Wizards.
7. Golden State Warriors. Hanno la grande occasione. Finalmente hanno costruito una squadra competitiva, ma soprattutto lunga e attrezzata in tutti i ruoli. Il fisico di Curry continua a scricchiolare, ma se dovesse stare bene i Warriors avrebbero tutto per accedere alla post-season: una coppia di lunghi potente ed assortita (Lee-Bogut, con Landry pronto a subentrare), uno dei possibili rookie of the year (Barnes) e una panchina composta da un bel mix di giovani e veterani.
8. Memphis Grizzlies. Dalla loro parte c’è l’amalgama di squadra ed una coppia di lunghi di tutto rispetto (Gasol-Randolph), ma la cessione di Mayo non è stata compensata adeguatamente da Bayless. Sembrano sempre pronti ad effettuare il balzo decisivo in avanti, ma cadono sempre sul più bello.
9. Minnesota Timberwolves. Peccato per l’infortunio di Love che lo terrà lontano dal parquet per almeno tutto il primo mese di partite. Il suo sostituto Derrick Williams è un grande talento, ma ancora da sgrezzare. Rubio si sta riprendendo dal lungo infortunio, così come Brendon Roy. Con tutto il roster al completo ed in piena forma sarebbero da primi posti, ma le variabili da considerare sono troppe.
10. Phoenix Suns. Dragic-Scola, i due migliori giocatori di Houston, sono approdati nel deserto dell’Arizona, dove troveranno ottimi elementi come Gortat (centro che sta ottenendo sempre maggiore considerazione), Dudley, e i due arrivati da Minnesota, Johnson e Beasley. Molto dipenderà dalla voglia di quest’ultimo di spendersi per la causa. In tal caso, playoff possibili.
11. Portland Trail Blazers. Ci intrigano molto i nuovi Blazers. I punti fermi restano Matthews, Batum ed ovviamente Aldridge, cui faranno da contorno alcuni rookie di grande spessore (Leonard ma soprattutto Lillard, di cui si parla un gran bene). C’è curiosità intorno a JJ Hickson, eterna promessa ancora incompiuta.
12. Utah Jazz. Per compensare l’addio di Deron Williams, ovviamente ancora indimenticato, la dirigenza dei Jazz ha voluto ingaggiare due giocatori dallo stesso cognome, Maurice e Marvin, entrambi di grande talento ma mai determinanti nelle rispettive ex squadre. Qui hanno la grande occasione di poter giocare molti minuti in una squadra con poche pressioni e circondati da buoni giocatori (Hayward su tutti: ci si attende il boom da lui).
13. Sacramento Kings. Il quintetto di partenza sarebbe anche estremamente talentuoso, ma sembra che a questa squadra manchi sempre un centesimo per fare un dollaro. Grande attesa per il rookie Robinson, scelto con il numero 5, e per la probabile esplosione di DeMarcus Cousins.
14. New Orleans Hornets. Buona frontline, con il baby-prodigio Anthony Davis ed uno tra Robin Lopez e Ryan Anderson. Molto dipenderà dalla salute di Eric Gordon, perennemente infortunato, e dall’impatto di Austin Rivers. Buona squadra, ma decisamente incompleta.
15. Houston Rockets. Ad est probabilmente lotterebbero per l’ingresso ai playoff, qui siamo costretti a metterli in fondo per la troppa competitività delle avversarie. Certo, la perdita di Dragic e Scola è difficile da colmare con Lin e Asik, ma l’innesto di Harden (che ha promesso di rinnovare il contratto) e un buon numero di rookie interessanti fa ben sperare per il futuro.
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