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lunedì 22 ottobre 2012

L'angolo della tattica. Everton, una sorpresa in Premier League


Quando pensiamo al calcio inglese, la nostra mente automaticamente va a parare a quelle squadre come Manchester United, Chelsea, Liverpool, Manchester City, Tottenham, Arsenal, sia per la loro storia e le loro vittorie (recenti o passate che siano) sia per la popolarità dei loro giocatori. Ma il calcio inglese non è solo formato da sei squadre, ed il bel calcio si può trovare anche in altre squadre che da tempo ormai divertono e catturano l'attenzione degli amanti della Premier. Una di queste è sicuramente l'Everton, "seconda" squadra di Liverpool, che quest'anno con il proprio gioco ed i propri risultati fa sognare i "Toffees" e fa divertire gli amanti del bel calcio.

La squadra allenata da David Moyes (in carica dal 2002) risulta essere una piacevole sorpresa di questo inizio di stagione, collezionando in 8 partite 15 punti, con una sola sconfitta fuori casa con il WBA e una vittoria degna di nota contro lo United di Ferguson. Non molti si aspettavano questo inizio di stagione, magari anche per via dei nomi non certo altisonanti sulla carta, ma analizzando il gioco possiamo notare come questo quarto posto sia del tutto meritato. La squadra del bravo Moyes predilige un gioco, seppur attendista, molto tecnico, che trova spunto soprattutto sulle fasce (4-4-1-1 classico), dove Pieenar e Mirallas spingono molto e senza palla, così da attaccare gli spazi e permettere alla squadra di salire con più uomini, permettendo anche ai terzini come Baines (più di Coleman) di portarsi in avanti e sovrapporsi nelle azioni d'attacco.

Le azioni partono tutte dai piedi dei centrali (che siano Heitinga, Jagielka o Distin) bravi nell'impostare un gioco che si sviluppa generalmente tutto palla a terra, ma che non disdegna la velocità d'esecuzione delle ripartenze. La fase di transizione (ossia del recupero della palla in difesa e la conseguente azione d'attacco) si consuma in 3, 4 passaggi, segno del buon lavoro di Moyes e dei calciatori sempre molto attenti. La mentalità di gioco attendista non lascia fuori la manovra il centrocampo, che anzi garantisce copertura, regia e incursioni, spesso senza palla. La scelta del veterano Phil Neville ed Osman come titolari non è affatto casuale: entrambi sono dotati di corsa, dedizione al primo al primo pressing sul portatore avversario, buona tecnica ed intelligenza tattica, che permette loro di sfruttare gli ampi spazi centrali, creati dagli esterni che in fase d'attacco ricevono il pallone. Nella manovra dei Toffees un ruolo molto importante è ricoperto dal bomber croato Nikica Jelavic, che sfruttando la propria fisicità non disdegna il gioco spalle alla porta, fungendo così da boa e lasciando spazi agli inserimenti corali dei compagni.

Ma nel gioco dell'Everton l'elemento fondamentale risulta essere il belga Marouane Fellaini: dotato di una struttura fisica importante e piedi da regista (nasce centrocampista), ha trovato consacrazione attraverso la scelta di Moyes non banale, diventando una (falsa) seconda punta. Giocando 5, 6 metri più avanti, questo giocatore dialoga molto bene con Jelavic, andando spesso a rete (già 3 gol per lui), ma diventa fondamentale anche nei fraseggi di fronte la porta o a centrocampo, dove si abbassa per dettare verticalizzazioni importanti per gli esterni che vanno così a guadagnare buoni cross.

Questa squadra segna e subisce poco, dati figli del fatto che Moyes richiede linee compatte in fase di non possesso, così da diventare un 4-5-1 e tenendo tutti i suoi giocatori dietro la linea della palla, così da poter innescare il marchio di fabbrica di questa squadra in caso di recupero della palla, ossia il contropiede, da manuale per intensità e meccanismi ben oleati. 

Il lavoro di Moyes fatto con questa squadra parte da lontano (è in carica dal 2002), di anno in anno sta dando buoni frutti e sta ricevendo consensi sia dai tifosi che dal punteggio in classifica. E' una squadra bella da vedere, ordinata nella diagonale difensiva, (dove gli esterni sono votati al sacrificio e coprono con impegno i 4 metri di campo che si scoprono durante un'azione) e reattiva in avanti, dove i calciatori giocano ormai a "memoria", segno che quest'ultimi seguono a pieno le direttive del mister . Insomma, questo quarto posto (ad oggi) pare ampiamente meritato sia per la praticità della squadra, sia per il bel gioco che sta offrendo ai propri tifosi ed agli amanti di questo sport in generale. Resta il dubbio se riuscirà a mantenere la forma fisica da qui alla fine del campionato per mantenere quella quarta piazza che significherebbe la partecipazione ai preliminari di Champions League. Certo, la concorrenza è agguerrita (Tottenham, Arsenal e Newcastle su tutte), ma i segnali dati da questa squadra ad oggi sono molto positivi e fanno ben sperare.

Ernesto D'Ambrosio

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