La svolta a dire il vero è iniziata la scorsa stagione, quando Andrea Stramaccioni, sedutosi a sorpresa sulla panchina, ha dato una svolta prendendo le distanze dai suoi predecessori. Molti, con poca fantasia, paragonano l'allenatore romano a Josè Mourinho: stessa attenzione ai particolari e soprattutto stessa disponibilità a dialogare con i giocatori. Il paragone è sicuramente azzardato, ma sulla bravura di Stramaccioni c'è poco da discutere. E netti sono anche i miglioramenti: l'anno scorso la sua era un'Inter votata all'attacco, capace di segnare molto, ma allo stesso tempo di subire altrettanto, mentre quest'anno le cose sono cambiate dopo un inizio disatroso. La svolta è arrivata col nuovo modulo, accantonate le idee estive di 4231 e 4321, la chiave è stata la difesa a 3. Idea che è diventata realizzabile grazie alla solidità di Samuel, al ritorno di Ranocchia, solido muro difensivo ritrovato, e all'esplosione di Juan Jesus, su cui nessuno avrebbe puntato un euro ad inizio stagione.
E proprio Juan Jesus ci regala lo spunto per parlare del fattore fondamentale della nuova Inter: i giovani. I nati dopo il 1990 in rosa sono un numero abbastanza consistente per un top team italiano, e tutti hanno una loro importanza in rosa. Di Juan abbiamo parlato, titolare fisso della difesa nerazzurra, e nel giro dei titolari della sua nazionale. Philippe Coutinho (1992), dopo il prestito all'Espanyol mostra tutte le sue qualità. Se riuscisse a trovare continuità e a giocare senza troppe pressioni, questo ragazzo è destinato ad entrare nell'elite del calcio, perchè i colpi ne ha, e sono buonissimi. E' rientrato in occasione della partita di Europa League contro il Neftchi anche Joel Obi (1991). Non bisogna dimenticarsi del nigeriano, che grazie alle sue qualità è in grado di giocare sia da interno che da esterno in un 352. In più ci sono dei classe '93 abbastanza interessanti come Livaja, già due gol in Europa League, e unica punta di ruolo in rosa oltre a Milito, e Daniel Bessa, la scorsa stagione gioiellino della primavera, tornato da un lungo infortunio, e che Stramaccioni ha intenzione di lanciare.
Per andare lontano in un campionato come quello italiano però non bastano i soli giovani, serve esperienza. Caratteristica che nella rosa nerazzurra scorre a fiumi. Oltre i senatori Zanetti, Cambiasso, Samuel, Milito, Sneijder, c'è gente di primissimo livello. Primi su tutti Fredy Guarin, arrivato come oggetto misterioso la scorsa stagione, e che con le sue qualità di corsa e cattiveria si sta conquistando i tifosi, e Palacio, ristabilitosi a pieno dal suo infortunio. Capitolo a parte merita Antonio Cassano, sul quale ci sarebbero da scrivere fiumi di parole. Spesso la parola Cassano è sinonimo di pazzia, problemi, ma la realtà che si vede all'Inter è ben diversa. Il talento barese è un giocatore assolutamente umorale, per dare il massimo ha bisogno di trovarsi pienamente a suo agio. Cosa che sta succedendo a Milano: Stramaccioni non perde occasione per elogiarlo, stessa cosa fanno i compagni, e lui ripaga tutti con gol, assist e giocate. Perchè bisogna essere sinceri, Cassano in un ambiente a lui congeniale è un assoluto campione.
E proprio Juan Jesus ci regala lo spunto per parlare del fattore fondamentale della nuova Inter: i giovani. I nati dopo il 1990 in rosa sono un numero abbastanza consistente per un top team italiano, e tutti hanno una loro importanza in rosa. Di Juan abbiamo parlato, titolare fisso della difesa nerazzurra, e nel giro dei titolari della sua nazionale. Philippe Coutinho (1992), dopo il prestito all'Espanyol mostra tutte le sue qualità. Se riuscisse a trovare continuità e a giocare senza troppe pressioni, questo ragazzo è destinato ad entrare nell'elite del calcio, perchè i colpi ne ha, e sono buonissimi. E' rientrato in occasione della partita di Europa League contro il Neftchi anche Joel Obi (1991). Non bisogna dimenticarsi del nigeriano, che grazie alle sue qualità è in grado di giocare sia da interno che da esterno in un 352. In più ci sono dei classe '93 abbastanza interessanti come Livaja, già due gol in Europa League, e unica punta di ruolo in rosa oltre a Milito, e Daniel Bessa, la scorsa stagione gioiellino della primavera, tornato da un lungo infortunio, e che Stramaccioni ha intenzione di lanciare.
Per andare lontano in un campionato come quello italiano però non bastano i soli giovani, serve esperienza. Caratteristica che nella rosa nerazzurra scorre a fiumi. Oltre i senatori Zanetti, Cambiasso, Samuel, Milito, Sneijder, c'è gente di primissimo livello. Primi su tutti Fredy Guarin, arrivato come oggetto misterioso la scorsa stagione, e che con le sue qualità di corsa e cattiveria si sta conquistando i tifosi, e Palacio, ristabilitosi a pieno dal suo infortunio. Capitolo a parte merita Antonio Cassano, sul quale ci sarebbero da scrivere fiumi di parole. Spesso la parola Cassano è sinonimo di pazzia, problemi, ma la realtà che si vede all'Inter è ben diversa. Il talento barese è un giocatore assolutamente umorale, per dare il massimo ha bisogno di trovarsi pienamente a suo agio. Cosa che sta succedendo a Milano: Stramaccioni non perde occasione per elogiarlo, stessa cosa fanno i compagni, e lui ripaga tutti con gol, assist e giocate. Perchè bisogna essere sinceri, Cassano in un ambiente a lui congeniale è un assoluto campione.
Ma dove può arrivare questa Inter? In settimana Coutinho e Livaja hanno dichiarato che l'obiettivo è vincere tutte e tre le competizioni. Vista la posizione in classifica è lecito sognare, ma bisogna essere realistici, sarà difficile che la squadra nerazzurra possa trionfare, almeno in campionato. La Juventus è di un livello superiore, e anche il Napoli sembra avere una marcia in più. E' più realistico parlare di obiettivo Champions League, perchè con Milan e Roma ancora non pervenute, solo Lazio e Fiorentina sembrano attrezzate a mettere i bastoni tra le ruote ai nerazzurri.
Obiettivo Champions che sarebbe assolutamente soddisfacente, perchè non bisogna dimenticarsi che quello dell'Inter è un progetto pluriennale, e questo è l'anno zero, quello utile a mettere le basi per un futuro roseo.
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