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mercoledì 24 ottobre 2012

L'angolo della tattica. Lo Shaktar che fa paura all'Europa


Chi pensava al girone E di Champions solo in funzione della sfida Chelsea-Juventus ha dovuto presto ricredersi e prestare molto interesse a quello che succederà nel prossimo turno, perchè lo Shakhtar, a sorpresa (ma non troppo) è prima nel girone a 7 punti, battendo ieri il Chelsea 2 a 1 in una partita che ha visto gli ucraini imporsi sul piano del gioco, e portando a casa un pareggio a Torino che sta molto stretto agli uomini di Lucescu. Insomma, questa squadra molto brasiliana sta piacevolmente incantando gli amanti del bel calcio, che la vedono dominare in casa (prima in campionato con 12 punti sulla seconda e ancora imbattuta) e (per ora, meritatamente) in Europa.

Lucescu, in carica dal 2004, ha collezionato innumerevoli vittorie con questa squadra, tra cui la Coppa Uefa nella stagione 2008-09, segno che il progetto tattico parte da lontano ed è sempre in evoluzione. Lucescu ha impostato un gioco votato al fraseggio e che tende ad allargarsi sugli esterni (4-2-3-1) dove può innescare la qualità e la rapidità di Willian (pezzo pregiato di questa squadra) Texeira, Mkhitaryan o Ilsinho (che si alterna molto con l'armeno).

Gli esterni d'attacco indubbiamente il segreto di questa squadra: pressano alto i difensori avversari, andando sul difensore che imposta il gioco e cercando di chiudere gli angoli di passaggio più naturali al difensore, così da costringerlo o a far ripartire l'azione o al lancio lungo. In fase di non possesso gli esterni vanno molto in copertura diventando terzini (la squadra diventa un 6-3-1, accorciano le linee e portano al fraseggio sterile le squadre avversarie, come si è potuto notare contro la Juve (dove in questo caso Mkhitaryan andava in primo pressing su Pirlo mentre Willian e Texeira andavano a chiudere gli spazi per Asamoah e Lichtsteiner e obbligandoli al cross dalla trequarti) e ieri contro il Chelsea, dove hanno costretto Ramires ad andare per vie centrali palla al piede così da non trovare spunti di passaggio, e tenendo a bada Mata con Fernandinho e Hubschman che a turno andavano a pressare lo spagnolo senza permettergli di girarsi e giocare la palla, ed anzi tentando di recuperarla; è qui che notiamo il grande lavoro degli esterni che in sinergia con Fernandinho che recupera palla, partono in velocità per ricevere palla e andare in contropiede cercando di ritrovarsi sempre in superiorità numerica(possiamo notare che la cosiddetta fase di transizione dura non più di 4 secondi, segno che le disposizioni precise di Lucescu sono entrate bene nella mente di ogni singolo calciatore che interpreti questo ruolo).

In fase di possesso invece gli esterni non lasciano punti di riferimento, tendono a muoversi da destra verso sinistra, sfruttando la capacità di dribling e portando la difesa avversaria a fare una diagonale che però lascia spazi sulle fasce che vengono in pochi secondi occupati dai terzini Rat e Srna che si inseriscono con tempismo e andando a cercare gli esterni che intanto ricoprono la zona a limite dell'area tentando così triangolazioni che permettono di andare a rete (gol di Texeira con la Juventus, e in 2 3 occasioni ieri culminate con grandi parate di Cech). Altro capolavoro firmato Lucescu è il duo di centrocampo che sembra ragionare con un solo cervello: Fernandinho è l'uomo cardine di questa squadra (mai sostituito dal mister, segno che è imprescindibile in questo schema di gioco ed in questa logica tattica): va in pressing sugli incursori, gioca la palla da regista con estrema facilità appena dopo il recupero, e non disdegna le entrate senza palla cercando di andare a rete seguendo anche le azioni in contropiede (il gol ieri è tutto suo: recupero della palla su Hazard, scambio con Willian, diagonale che finisce in rete) e gestisce le manovre in fase difensiva, coprendo gli spazi lasciati dai compagni(quindi andando a fare la diagonale) proteggendo bene la difesa insieme ad Hubschman, mastino del centrocampo, che non lascia mai scoperta la propria difesa, spendendo buoni falli in modo da far recuperare i compagni che talvolta si trovano fuori posizione.

La difesa non è da sottovalutare, è anzi un elemento molto importante sia in fase difensiva che in fase di costruzione: la coppia di centrali sembra non perdere mai la calma, sia nell'uno contro uno (vedasi ieri con i vari Torres, Hazard, Oscar o Vucinic, Giovinco e compagni) dove prediligono una difesa attendista in modo da leggere per tempo le mosse dell'avversario che spostando il baricentro per tentare il dribbling, può ricevere l'anticipo di Kucher o Rakitskiy, che o nel recupero della palla o in fase iniziale di costruzione tengono sempre a terra il pallone e cercano gli esterni o Fernandinho che si abbassa, per far partire l'azione sempre palla a terra e con un fraseggio che può coinvolgere anche il portiere Pyatov od i terzini (il capitano Srna soprattutto) dotati di ottima visione di gioco. Il riferimento offensivo per i cambi di gioco resta sempre Luiz Adriano, che tende a ricevere palla in mezzo ai difensori centrali così da creare spazi per gli inserimenti di Willian in particolare con il gioco di sponda.

Lucescu ha la particolarità di stringere la squadra un pò più verso la parte sinistra del campo, così da permettere gli inserimenti del suo terzino sinistro Rat, che in questo caso riceve spesso palla da Willian. Altra particolarità del gioco dell'allenatore rumeno è il pressing corale seguito dai ritmi alti: la squadra guadagna dieci metri di campo così da stare alta col baricentro e pressando in zone del campo rischiose per gli avversari (vedasi il pressing su Pirlo con conseguenti azioni pericolose o punizioni guadagnate); le azioni d'attacco non sempre vivono come azioni in rapidità, ma anzi spesso se non si riesce ad affondare, si riparte con calma, andando con un fraseggio di prima o con cambi di gioco di 20 30 metri così da portare la squadra avversaria a riordinarsi in diagonale in pochi secondi e permettendo ai centrali di difesa di salire così da tenere una linea di pressione costante quasi come fosse una gabbia, e questo ci fa capire come le disposizioni siano ben congeniate e che Lucescu abbia fatto un lavoro da grande allenatore, facendo divertire i tifosi dei "minatori" e tutti gli amanti del bel calcio che stanno seguendo le gesta calcistiche di una bella "outsider". No, non è affatto strano che lo Shakhtar comandi il girone E di Champions League.

Ernesto d'Ambrosio

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