Di campionato in campionato siamo sempre alla ricerca di una squadra che ci sorprenda in positivo, capace di ribaltare i pronostici che magari le davano poco credito o non quello che le spetta. Tra le maggiori sorprese di questo campionato spicca senza dubbio la Lazio di Vlado Petkovic, capace di entusiasmare gli animi dei tifosi biancocelesti un po' scettici ad Agosto, per la scelta senz'altro rischiosa di Tare, che rimase folgorato nel vedere l'organizzazione tattica ed il lavoro del mister Bosniaco all'ora in carica al Sion. Ad oggi la Lazio ha totalizzato 18 punti con 6 vittorie e 2 sole sconfitte (di cui una un po' rocambolesca col Genoa), guadagnando la terza posizione del campionato con lavoro gioco e sacrificio.
L'allenatore bosniaco con quello che oggi si usa definire "low profile" e con il lavoro tattico intenso (basti pensare che prepara tutto in maniera scrupolosa, usando ogni minimo dettaglio, anche statistico, in modo da preparare la partita a seconda dell'avversario che si troverà di fronte), sta entusiasmando tutti con un gioco intelligente ed in continua evoluzione. Non predilige un modulo ben preciso (varia dal 4-1-4-1 al 4-3-2-1 al 3-4-3 anche in corso d'opera) segno che per lui non conta tanto il modulo ma che i calciatori abbiano già in mente come predisporsi in zona d'attacco, di difesa o nella ricezione della palla. L'allenatore chiede molto sacrificio in fase difensiva, dove tutta la squadra si posiziona dietro la linea della palla, in modo da chiudere ogni spazio all'avversario, con la punta centrale (Klose) che si sacrifica con un pressing di copertura degli angoli di passaggio. Qualora avviene il recupero della palla il bosniaco chiede ai suoi uomini di disporsi in fretta sugli esterni, e chiede alla spina dorsale della squadra (Ledesma che si abbassa in difesa, Hernanes in regia e Klose in avanti che si posiziona tra le linee) di dare un riferimento per il gioco della palla, permettendo ad Hernanes e Klose di svariare in modo da poter sfruttare o un eventuale dribbling o una sponda, o una verticalizzazione da parte di Ledesma. Quando invece la Lazio si trova in fase d'attacco, consuma il suo gioco attraverso le sovrapposizioni dei terzini e gli inserimenti del duo Mauri Candreva.
Questo gioco molto interessante ci permette di analizzare la squadra in "blocchi": partendo dal blocco di difesa, riscontriamo qualche pecca: Marchetti è un ottimo portiere, ma non quello che si può definire un portiere-scudetto (ovvero quel portiere che ti garantisce 10-12 punti) in quanto spesso inciampa in giornate no. Konko partecipa poco all'azione d'attacco e va molto in difficoltà in difesa, sia per una mancanza di velocità sia per distrazione sulle diagonali difensive e infine a causa anche delle scelte tattiche delle avversarie che preferiscono attaccare dalla parte sinistra del campo dove si trovano Konko e Dias, entrambi in difficoltà se puntati. Diversa valutazione va fatta per la fascia sinistra dove Lulic sembra essere la marcia in più in tutte le fasi: attento e roccioso nella fase difensiva, chiude bene anche nelle diagonali, così da coprire in area quei 2-3 metri di campo che per forza di cose si scoprono durante lo scivolamento; velocissimo nella fase di transizione, dove offre sempre spunto di passaggio al capitano Mauri che tende spesso a servirlo, o a ricevere i cambi di gioco dei vari Ledesma o Hernanes. E' un giocatore fondamentale per il gioco di Petkovic che ha la fortuna di poterlo impiegare a centrocampo (largo nei 3 o nei 5). La coppia centrale Biava-Dias è attenta e forte sul piano fisico ma non sempre offre le giuste garanzie tattiche e se vogliamo anche psicologiche (le amnesie del brasiliano spesso lasciano la Lazio scoperta o in 10 uomini...); ancora Ciani non ha ben compreso il calcio italiano, Cavanda è un buon jolly ma andrebbe tecnicamente e tatticamente impostato.
La qualità ed anche il punto di forza della Lazio è a centrocampo (zona nevralgica del calcio moderno): Ledesma si riconferma quel giocatore non amato dai Mass Media ma apprezzato dagli amanti del calcio; un regista completo in fase di possesso e non; ogni pallone passa dai suoi piedi, ed infatti in ogni partita la fase d'impostazione è affidata alla sua visione di gioco; possiamo notare che si schiaccia in difesa tra i due centrali permettendo ad Hernanes di ricevere la palla a centrocampo, o cerca di rilanciare il pallone con ottime verticalizzazioni, o scegliere Klose pronto per servire i compagni esterni, che agiscono in maniera centripeta andando a ricevere il pallone. Spesso il regista, tende anche a portarsi a ridosso dell'area sfruttando il suo ottimo tiro, potendo anche contare sulla protezione di Gonzales, che da classico mastino di centrocampo, non arresta mai la corsa e non smette in novanta minuti di garantire la copertura necessaria alla squadra. Petkovic conta molto anche sugli esterni Candreva-Mauri (ed Ederson, purtroppo di nuovo fermo per infortunio) che garantiscono qualità incursioni movimenti senza palla e portano così spazi di 5-6 metri ai terzini per le sovrapposizioni avendo creato uno spazio notevole per mezzo dei loro inserimenti che tendono a far stringere molto le difese avversarie. Candreva sembra rinato, e sta sfoderando prestazioni che non si vedevano dai tempi di Livorno, mentre Mauri conferma la sua bravura tecnica e tattica; qualità che si uniscono alla sua duttilità in campo (praticamente riesce con disinvoltura a ricoprire tutti i ruoli del centrocampo: esterno, trequartista, centrocampista centrale, seconda punta).
Capitolo a parte andrebbe riservato ad Hernanes e Klose. Non si sa da dove iniziare per descrivere l'importanza di questi calciatori, che non si consuma solo nel dribbling o nel fiuto del gol, quanto nell'intelligenza tattica di cui predispongono. Il brasiliano è un giocatore completo: veloce e preciso in fase di regia, riesce a verticalizzare con cambi di gioco che permettono al compagno di turno di guadagnare la porta creando così azioni pericolose; aggressivo in fase di copertura e votato al sacrificio se c'è da pressare o abbassarsi fino in difesa per recuperare palla; in avanti è tutto gioco di fantasia: con i suoi dribling crea sempre la superiorità numerica e la possibilità di segnare o di far segnare i propri compagni. Ruolo fondamentale nei gol laziali lo ha Klose: Il polacco nazionale tedesca è un autentico fuoriclasse per intelligenza tattica, regia e senso del gol, oltre che per una tecnica di base senza handicap. E' geniale nel posizionarsi fra le linee tra i due difensori, così da poter innescare gli inserimenti dei compagni o scattare senza palla per ritrovarsi a tu per tu contro il portiere, sempre in linea perfetta; e non è tutto, perchè anche qualora non dovesse segnare si rende sempre utile nella manovra di difesa e d'attacco, andando a fare(come già detto prima) il primo pressing sul difensore, e in attacco interagendo con i compagni da regista e rifinitore (molti degli assist sui gol sono suoi in quanto predilige molto le triangolazioni). Pochi sono gli attaccanti nel panorama calcistico mondiale con queste caratteristiche (Milito, Falcao, Gomez).
Nonostante qualche difetto di gioco e di attenzione alla partita (spesso la Lazio non concretizza a dovere, o si spegne dopo grandi primi tempi) possiamo con certezza dire che questa squadra darà battaglia fino alla fine per le prime posizioni, ed i meriti vanno ad una società (Tare su tutti) attenta sul mercato con un progetto ben delineato, che ha saputo prendersi i suoi rischi con un allenatore che sta dimostrando di poter essere tra i grandi nonostante il palmares. Chi pensava che a Roma la novità fosse solo il ritorno del grande Boemo, si sbagliava. Oltre il grande Boemo Zeman, c'è anche Vlado Petkovic.
Ernesto D'Ambrosio
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