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lunedì 29 ottobre 2012

NBA, Eastern Conference. Il ranking di Puntosport24



1. Miami Heat. Erano i più forti. Si sono rinforzati. Serve altro? Se Ray Allen e Rashard Lewis fossero arrivati un paio di anni fa forse questa stagione non si giocherebbe nemmeno. Sono entrambi in netto calo, ma qui gli si chiede minuti di qualità quando Wade e James riprenderanno fiato. Si può fare dai. 

2. Philadelphia 76ers. C’è Bynum. Ad est nessuno ha un centro come lui. C’è Holiday, in grande crescita. C’è Evan Turner, e da lui quest’anno tutti si aspettano grandi cose. Senza Iguodala a pestargli i piedi ha finalmente la possibilità di mettere il mostra tutto il suo talento. Potenzialmente sono da secondo posto, ma tutto deve funzionare alla perfezione. 

3. Brooklyn Nets. Rispetto all’anno scorso c’è l’entusiasmo dei nuovi tifosi ed un’arena avveniristica. È arrivato un grande realizzatore come Joe Johnson, che riesce ad esprimersi al meglio quando non è il leader della squadra, come accadrà in questo caso, con Deron Williams a dirigere l’orchestra. Occhio al ritorno di Brook Lopez dopo un anno in cui è stato a guardare a causa di un infortunio: se sta bene è devastante. 

4. New York Knicks. Terminata la Linsanity, con grande rammarico del pubblico, la regia sarà affidata alternativamente a Felton e Kidd, forse meno spettacolari del cinese ma probabilmente più pratici ed efficaci, specialmente per una squadra cui da anni si chiede continuità di risultati. Anthony e Stoudemire costituiranno ancora la spina dorsale della squadra, e quest’anno hanno la grande occasione di competere per la finale di Conference. 

5. Boston Celtics. La regular season sarà costituita da alti e bassi, coach Rivers punterà al risparmio di energie, un po’ come è avvenuto l’anno passato. Chi di certo non si risparmierà è Rajon Rondo, per molti già adesso il miglior playmaker della lega. Al suo fianco ritroverà Bradley, fermo a lungo nell’ultima stagione, e alle sue spalle c’è molta curiosità per il Jet Terry: dalle sue triple potrebbero dipendere i destini dei Celtics. 

6. Chicago Bulls. Chiaramente se il miglior Derrick Rose fosse a disposizione già da subito la posizione dei Bulls nel nostro ranking sarebbe un’altra. L’obiettivo è di qualificarsi ai playoff con la speranza che Rose abbia già disputato almeno un mese di regular season a buoni livelli. Speriamo in un bel contributo da Marco Belinelli, giunto alla più grande occasione della sua carriera. 

7. Indiana Pacers. Grande sorpresa dell’anno passato, ha sostituito Darren Collison con DJ Augustin. Secondo chi vi scrive è stato uno scambio in perdita, ma Augustin, quando gli è stata data fiducia ed ha giocato in una squadra “vera,” ha offerto un rendimento a buonissimi livelli. I Pacers si conoscono molto bene tra loro, ma il livello delle squadre medio-alte della Eastern Conference si è leggermente alzato, difficile dunque ripetere l’exploit degli ultimi playoff. 

8. Toronto Raptors. Mercato molto interessante quello dei canadesi. Adesso la squadra è affidata ad un play frizzante, Kyle Lowry, che quando è in vena è capace anche di chiudere qualche gara in tripla doppia. Ottimo l’innesto di Fields, un buon collante. È arrivato finalmente Valanciunas dopo un anno di parcheggio in Europa. È senz’altro da sgrezzare, ma una piazza come Toronto, in cui la pressione non è irresistibile, può essere l’approdo ideale per crescere. Nel complesso hanno la migliore squadra degli ultimi anni. 

9. Washington Wizards. Dopo anni di batoste eccoli finalmente pronti per una stagione a buoni livelli. Nenè ed Okafor costituiscono una delle migliori coppie di lunghi ad est, Wall ed il rookie Beal formano un duo di guardie frizzantissimo. I playoff sono alla portata, a condizione che Nenè stia lontani dagli infortuni. 

10. Detroit Pistons. Qualche buon segnale lasciato intravedere l’anno scorso da Knight e soprattutto Monroe, forse già uno dei migliori dieci lunghi della lega. Nel corso della stagione potrebbe essere affiancato da Drummond, rookie di cui si parla un gran bene ma apparso ancora acerbo in preseason. 

11. Atlanta Hawks. Senza Joe Johnson appaiono notevolmente ridimensionati. Devin Harris qualche anno fa sembrava poter diventare uno dei migliori playmaker in circolazione, salvo intraprendere un percorso in discesa che ne ha limitato le aspettative. Ora si troverà a guidare una squadra con poco talento (fatta eccezione per Josh Smith) che potrebbe vedere in quintetto gente come Stevenson e Korver, elementi che in altre squadre venivano utilizzati come specialisti. 

12. Milwaukee Bucks. Ellis-Jennings è una coppia che tutti vogliamo vedere all’opera dopo un training camp vissuto insieme, ma le aspettative di questi Bucks non possono andare oltre un’anonima stagione con vista – da lontano – sull’ottavo posto. Gooden centro titolare fa riflettere molto. 

13. Cleveland Cavaliers. Alla terza estate senza Lebron ci si aspettava di avere a che fare con un roster nettamente più competitivo, invece anche quest’anno sono destinati alla lottery. Finchè era in salute Irving l’anno scorso ha fatto vedere cose interessantissime. Dovesse rimanere integro potrebbe guidare i suoi compagni intorno al decimo/undicesimo posto, non di più. 

14. Orlando Magic. La rivoluzione post Howard è ripartita da due elementi della vecchia guardia, Nelson e Turkoglu, ormai in netto declino. La squadra dovrebbe ruotare attorno ad Afflalo e Glen Davis, il che è abbastanza raccapricciante, specialmente per una squadre che tre anni fa è andata ad un passo dal titolo. 

15. Charlotte Bobcats. Bisognava ripartire da zero, e così è stato. Ma nel modo sbagliato. Il solo Kidd-Gilchrist cercherà di illuminare una squadra composta da ex giocatori, tra cui Brendan Haywood, Ben Gordon, Ramon Session. Le speranze sono riposte in Kemba Walker, unico elemento – a parte KD – dotato di una buona dose di talento.

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